In Venezuela su alcune case di oppositori di Nicolás Maduro sono apparse delle “X” nere: secondo i residenti è un atto intimidatorio
Da un paio di settimane su diverse case del quartiere 23 de Enero di Caracas, in Venezuela, sono comparse delle grandi “X” nere disegnate con della vernice spray. Secondo i residenti i simboli sarebbero stati disegnati dai gruppi paramilitari che sostengono il presidente Nicolás Maduro, che li starebbero utilizzando per identificare le abitazioni delle persone che non hanno sostenuto la sua candidatura alle elezioni presidenziali dello scorso 28 luglio. I gruppi paramilitari sono stati storicamente utilizzati dal regime di Maduro per intimidire o attaccare i sostenitori dell’opposizione, ed esercitano un esteso controllo su molti dei quartieri più poveri di Caracas.
Maduro è stato formalmente dichiarato vincitore delle elezioni, a seguito di una votazione influenzata da moltissimi brogli: i risultati sono stati parecchio contestati dall’opposizione, e vari paesi tra cui gli Stati Uniti hanno riconosciuto il rivale di Maduro, Edmundo González, come vincitore.
Pablo, un residente di 23 de Enero che ha chiesto di rimanere anonimo, ha detto all’emittente statunitense CNN che 32 delle 50 case che si trovano sulla sua strada sono state contrassegnate, e che alcuni sostenitori di Maduro hanno detto che quei simboli servono a identificare i «codardi» (ossia le persone che alle elezioni hanno votato per González).
Un’altra residente, anche lei rimasta anonima, ha raccontato che la sua casa non è stata contrassegnata, ma che non parteciperà alle proteste antigovernative in programma per domani (sabato) per evitare eventuali ritorsioni da parte dei gruppi paramilitari. Ha aggiunto che nel quartiere sono state installate delle telecamere di sorveglianza, e che l’80 per cento delle persone che vivono nella sua zona sarebbe a favore dell’opposizione politica venezuelana, ma è troppo intimidita per dimostrarlo pubblicamente.
– Leggi anche: L’opposizione in Venezuela ha chiesto ai militari di fermare la repressione