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  • Venerdì 16 agosto 2024

Una Serie A 2024/2025 di allenatori nuovi, ma non nuovissimi

Gli esordienti saranno pochi, nonostante molti cambi in panchina: cosa aspettarsi dal campionato che inizia questo weekend

(ANSA/Fabio Sasso/ZUMA Press Wire)
(ANSA/Fabio Sasso/ZUMA Press Wire)
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Tredici squadre su venti cominceranno la stagione 2024-2025 della Serie A maschile di calcio, che inizia questo weekend, con un nuovo allenatore. Tra le squadre principali, solamente in tre non hanno cambiato: l’Inter con Simone Inzaghi, l’Atalanta con Gian Piero Gasperini e la Roma, che ha confermato Daniele De Rossi, arrivato a gennaio per sostituire José Mourinho. Milan, Juventus e Napoli, e pure Lazio, Fiorentina e Bologna, hanno tutte scelto un nuovo allenatore; nessuno di loro però è davvero nuovo: nessuno cioè è un esordiente in Serie A, e anzi la maggior parte allenava nel campionato italiano anche l’anno scorso, ma ha semplicemente cambiato squadra. Non ci saranno insomma molte facce nuove.

L’Inter evidentemente non aveva bisogno di cambiare allenatore: con la vittoria netta e meritata dell’ultimo campionato, Inzaghi ha portato a compimento un percorso di crescita personale e di squadra durato tre anni, dimostrando di essere uno dei migliori allenatori italiani e di saper ottenere ottimi risultati basandosi sui giocatori che ha a disposizione. Finora la dirigenza ha aggiunto alla squadra due calciatori esperti come l’attaccante iraniano Mehdi Taremi e il centrocampista polacco Piotr Zielinski, entrambi arrivati a parametro zero, cioè alla fine del loro contratto con le precedenti squadre, quindi senza bisogno di pagare un prezzo del cartellino (ma dando ai giocatori stipendi alti e ai procuratori commissioni altrettanto ingenti).

Non avendo ancora una situazione finanziaria molto stabile, nonostante le vittorie, l’Inter ha scelto insomma di rinforzare in maniera mirata e non dispendiosa la squadra, mantenendo nel contempo tutti i suoi migliori giocatori (il capitano Lautaro Martínez ha recentemente rinnovato il suo contratto) e puntando sul vantaggio di essere l’unica, tra le squadre che verosimilmente si giocheranno lo Scudetto, a non aver cambiato allenatore e sistema di gioco (non avrà bisogno di un periodo di adattamento, insomma). Fino a questo momento Inzaghi è riuscito ogni anno a far salire il livello del gioco e dei giocatori, ma nella scorsa stagione l’Inter era la squadra con l’età media più alta della Serie A: il rischio è che alcuni tra i migliori giocatori nei recenti successi – come Henrikh Mkhitaryan, Francesco Acerbi, Matteo Darmian e anche Hakan Çalhanoğlu – possano non confermarsi su quegli standard.

Dopo cinque anni con Stefano Pioli, il Milan ha nominato il portoghese Paulo Fonseca come nuovo allenatore. Fonseca ha già allenato per due stagioni una squadra di Serie A, la Roma tra il 2019 e il 2021, ottenendo come miglior risultato un quinto posto e una semifinale di Europa League; la scorsa stagione era al Lille, in Francia, e in passato ha allenato lo Shakhtar Donetsk e il Porto. Tutte le sue squadre hanno sempre giocato un calcio propositivo e tutto sommato divertente, basato sui principi del cosiddetto “gioco di posizione”, come il possesso palla e il pressing. Finora però Fonseca non ha mai allenato una squadra che punta a vincere un campionato competitivo come quello italiano e i tifosi del Milan, dopo le delusioni della scorsa stagione (il secondo posto con lo Scudetto vinto dall’Inter proprio nel derby e l’uscita ai quarti di Europa League contro la Roma), si aspettavano forse una scelta più ambiziosa della dirigenza.

Nelle amichevoli estive (che non hanno grande importanza, ma possono dare un’idea di come una squadra si stia preparando alla stagione) il Milan comunque ha vinto contro il Manchester City e il Real Madrid e ha pareggiato contro il Barcellona, giocandosela alla pari contro alcune delle migliori squadre europee e dimostrando di essere già una squadra diversa da quella un po’ confusa e poco brillante della scorsa stagione. Per sostituire il francese Olivier Giroud in attacco è arrivato lo spagnolo Álvaro Morata, un calciatore esperto e dal rendimento abbastanza sicuro, anche se per diverso tempo si era parlato del possibile acquisto dell’olandese Joshua Zirkzee, uno dei migliori talenti della scorsa stagione di Serie A e un calciatore che probabilmente avrebbe entusiasmato di più i tifosi. Non è semplice dire a cosa possa ambire il Milan quest’anno, anche perché molto passerà proprio da Fonseca e dalla sua capacità di mettere nelle migliori condizioni i molti giocatori di talento che ci sono in squadra, oltre a quella di creare entusiasmo nei tifosi.

È ancora più difficile immaginare come sarà la Juventus, che rispetto alla scorsa stagione ha cambiato molte cose, a cominciare proprio dall’allenatore. Dopo tre complicati anni con Massimiliano Allegri, nei quali la Juventus ha vinto solamente una Coppa Italia (poco, per una squadra abituata a vincere quasi ogni anno), la dirigenza ha scelto di ripartire da Thiago Motta, che lo scorso anno era stato probabilmente il miglior allenatore emergente della Serie A (o forse il miglior allenatore e basta, non fosse per Inzaghi) ed era riuscito a guidare il Bologna a una storica qualificazione in Champions League.

Motta sembra avere idee molto diverse da quelle di Allegri su come dovrebbe giocare la Juventus: vuole per esempio che la squadra mantenga il più possibile il controllo degli spazi e del pallone e che tutti i suoi calciatori partecipino alla costruzione di un’azione d’attacco. Il Bologna di Motta però era allo stesso tempo una squadra molto organizzata difensivamente, anche se in maniera diversa da come lo era la Juventus di Allegri: più aggressivo il Bologna, più “bassa” (cioè con tanti giocatori a lungo nelle zone di difesa) e chiusa nella propria metà campo la Juventus. Cambiare completamente in un’estate il modo di giocare di una squadra non è facile e a Motta servirà tempo per far adeguare i giocatori (e per adeguarsi lui stesso a un contesto più competitivo ed esigente).

Per provare a velocizzare questa transizione, la Juventus sta cambiando molti calciatori, cercando di acquistarne di più funzionali al gioco del nuovo allenatore: sono andati via, tra gli altri, Adrien Rabiot, Moise Kean, Matias Soulé, Wojciech Szczesny e sembra che presto potrebbe lasciare la Juventus anche Federico Chiesa; sono arrivati invece per ora Khéphren Thuram, Douglas Luiz, Michele Di Gregorio e sembra quasi certo l’arrivo di Teun Koopmeiners dall’Atalanta. Koopmeiners, Douglas Luiz e Thuram sono tutti e tre centrocampisti, la zona di campo che aveva più bisogno di nuovi giocatori. Se anche Chiesa, come Soulé, dovesse andarsene, bisognerà vedere chi acquisterà la Juventus come esterno d’attacco.

Khéphren Thuram, 23 anni, è il fratello di Marcus Thuram, attaccante dell’Inter (Giuseppe Bellini/Getty Images)

La scorsa stagione per il Napoli è stata sostanzialmente disastrosa: ha avuto tre diversi allenatori ed è arrivata decima, il peggior rendimento nella storia della Serie A per una squadra campione d’Italia in carica. Il presidente Aurelio De Laurentiis ha nominato come nuovo allenatore Antonio Conte, che in Serie A ha vinto tre Scudetti con la Juventus e uno con l’Inter. Negli anni Conte ha dimostrato di essere eccezionale nel fare soprattutto una cosa: prendere una squadra in un periodo storico negativo e farla diventare vincente in poco tempo. Quando vinse il primo Scudetto con la Juventus, nel 2012, la squadra veniva da due settimi posti consecutivi; nell’estate del 2016 Conte arrivò al Chelsea che aveva appena finito il campionato al decimo posto e vinse la Premier League al primo tentativo; all’Inter ci mise due stagioni per vincere il campionato, ma già nella prima arrivò secondo e riportò la squadra a giocarsi lo Scudetto dopo quasi dieci anni.

La speranza di De Laurentiis, probabilmente, è che Conte dia nuove motivazioni ai calciatori per far tornare competitivo il Napoli, puntando anche sul fatto che, tra le squadre più forti, il Napoli sarà l’unica a non giocare le coppe europee quest’anno: Conte avrà quindi più tempo per allenare la squadra durante la settimana. Non sarà semplice, comunque, perché ci sono almeno tre squadre che sembrano più pronte e attrezzate, perché deve ancora essere risolta la situazione dell’attaccante nigeriano Victor Osimhen (che vorrebbe andarsene, ma non ha ancora trovato una squadra disposta a offrire i circa cento milioni richiesti dal Napoli) e soprattutto perché non è detto che Conte riesca a ripetere quello che ha fatto in passato in altre squadre. La sua ultima esperienza da allenatore, al Tottenham, non è andata particolarmente bene e alcune idee di gioco di Conte, che non è un allenatore molto flessibile, ultimamente sono sembrate un po’ superate. Per la prima stagione, comunque, l’obiettivo per il Napoli potrebbe essere quello di arrivare tra le prime quattro per essere sicuro di giocare la successiva Champions League.

È verosimilmente lo stesso obiettivo di Atalanta, Roma e Lazio. Dopo molte stagioni brillanti e sorprendenti chiuse senza trofei, l’Atalanta ha vinto l’Europa League, e comincerà quindi il campionato con una nuova consapevolezza e forse minori pressioni: il brutto infortunio dell’attaccante Gianluca Scamacca e la probabile cessione di Koopmeiners non saranno semplici da gestire, ma sono già arrivati diversi calciatori interessanti (Nicolò Zaniolo e Mateo Retegui, per esempio) e Gasperini ha dimostrato di riuscire ogni anno a rinnovare la squadra, mantenendola competitiva.

La Roma riparte dalle buone cose mostrate con De Rossi nella seconda parte di stagione e da un calciomercato ambizioso, nel quale sono arrivati il miglior marcatore dell’ultimo campionato spagnolo, il centravanti ucraino Artem Dovbyk, e due calciatori interessanti come Soulé e l’argentino Enzo Le Fée. Non ci sarà però probabilmente Paulo Dybala, che secondo i principali media sportivi nei prossimi giorni potrebbe essere ceduto a una squadra del campionato arabo. La Lazio invece è una squadra in piena ricostruzione; in una sola estate se ne sono andati tre dei quattro principali giocatori offensivi degli ultimi anni (Ciro Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson) e pure l’allenatore Igor Tudor, nonostante fosse arrivato a metà marzo, si è dimesso. Il nuovo allenatore sarà Marco Baroni: nelle ultime due stagioni ha lavorato molto bene al Lecce e al Verona, ottenendo in entrambi i casi la salvezza, ma allenerà per la prima volta una squadra che ha per obiettivo la qualificazione alle coppe europee.

Marco Baroni, 60 anni, ha allenato più di quindici squadre in Italia (Marco Rosi – SS Lazio/Getty Images)

Tra le altre squadre che cercheranno di qualificarsi per le competizioni europee ci sono il Bologna, che però rispetto alla sorprendente stagione scorsa non avrà più Thiago Motta e due dei principali giocatori, Zirkzee e Riccardo Calafiori, e la Fiorentina. Il Bologna ha nominato come nuovo allenatore proprio l’ultimo allenatore della Fiorentina, Vincenzo Italiano, il quale nei tre anni a Firenze ha raggiunto due finali di Conference League (la terza competizione europea per importanza) e una di Coppa Italia, ma non è riuscito a vincere un trofeo e ha dimostrato alcuni limiti nell’impostazione tattica, soprattutto in difesa. È comunque una scelta sensata per sostituire Thiago Motta, così come sarà interessante vedere come si inserirà in Serie A Thijs Dallinga, il nuovo attaccante del Bologna (che è molto diverso da Zirkzee ma ha giocato due buone stagioni con il Tolosa, segnando 26 gol totali negli ultimi due campionati francesi). La Fiorentina invece ha scelto come nuovo allenatore Raffaele Palladino, che dopo le ultime due ottime stagioni al Monza ha dimostrato di essere pronto per una squadra con ambizioni un po’ maggiori.

Tra le altre squadre incuriosisce soprattutto il Como, che è appena tornato in Serie A vent’anni dopo l’ultima volta ma ha una proprietà ricchissima (la più ricca del calcio italiano), un allenatore giovane e molto promettente, l’ex calciatore spagnolo Cesc Fàbregas, e ha già fatto alcuni acquisti importanti come l’attaccante Andrea Belotti e soprattutto il difensore francese Raphaël Varane, che ha giocato nel Real Madrid e nel Manchester United, e ha vinto i Mondiali nel 2018 e quattro Champions League.

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