Cosa ci fa il Chelsea con tutti quei giocatori
Ne ha in rosa una cinquantina, forse di più, tra cui ben 8 portieri: alcuni li cresce, altri vuole rivenderli, altri ancora non sa proprio dove metterseli
Oltre alla Serie A questo weekend comincia anche la Premier League, il principale campionato di calcio inglese e il più ricco d’Europa. Dopo anni di spese altissime nell’acquisto di nuovi calciatori, quest’estate il calciomercato è stato finora un po’ meno dispendioso per quasi tutte le squadre di Premier League: fa eccezione il Chelsea, che per la terza estate consecutiva sarà quasi sicuramente la squadra che avrà speso più di tutte e che continua a comprare calciatori in maniera quasi compulsiva, senza peraltro che si vedano grandi risultati sul campo. Da quando lo statunitense Todd Boehly è diventato il proprietario della squadra, due anni fa, il Chelsea ha speso oltre un miliardo e mezzo di euro per acquistare nuovi calciatori e ha cambiato cinque allenatori, ottenendo finora un dodicesimo e un sesto posto.
Il Chelsea, una squadra di Londra che negli ultimi vent’anni ha vinto per cinque volte il campionato inglese e per due volte la Champions League (la principale coppa europea per club), nelle recenti sessioni di calciomercato ha acquistato talmente tanti calciatori che è diventato difficile anche solo dire quanti e quali calciatori abbia oggi in squadra, e ancora di più chi giocherà e chi no. Sul sito ufficiale della squadra ci sono 43 giocatori nella sezione dedicata alla prima squadra, ma il sito specializzato The Athletic ha descritto la situazione contandone almeno 53 di proprietà del club; BBC Sport invece ne elenca addirittura 55. Ci sono otto (otto!) portieri, un numero di giocatori che sarebbe abbondante per qualsiasi ruolo ma ancora di più per l’unico in cui può giocare una sola persona per volta. L’ultimo di questi portieri, Filip Jørgensen, è stato da poco acquistato per quasi 25 milioni di euro.
Solitamente le squadre di calcio sono composte da circa 25, 26, 27 giocatori, un numero che permette di allenarsi bene, senza essere in troppi ma potendo giocare 11 contro 11 anche quando ci sono degli infortunati. Solamente 28 calciatori infatti hanno partecipato alla tournée del Chelsea negli Stati Uniti, dove la squadra ha giocato alcune amichevoli, mentre almeno una quindicina sono rimasti a Londra ad allenarsi separatamente, in attesa di trovare una sistemazione in un’altra squadra.
Nonostante i tantissimi esuberi, come l’attaccante belga Romelu Lukaku, il portiere spagnolo Kepa Arrizabalaga e il centrocampista inglese Conor Gallagher, il Chelsea continua ad acquistare calciatori. Dall’inizio del calciomercato estivo ha speso oltre 120 milioni di euro per acquistare una decina di calciatori, tra i quali ci sono l’attaccante portoghese Pedro Neto, arrivato dal Wolverhampton per 60 milioni, e il centrocampista inglese Kiernan Dewsbury-Hall, preso per 35 milioni dal Leicester, la squadra allenata lo scorso anno da Enzo Maresca, che è il nuovo allenatore del Chelsea.
Gli altri calciatori acquistati in estate sono tutti giovani o molto giovani: il Chelsea li ha presi pagandoli spesso parecchi soldi, soprattutto considerando che alcuni di loro non hanno praticamente nessuna esperienza nel calcio professionistico. La strategia del Chelsea sembra essere quella di comprare tutti i calciatori più promettenti che riesce, e poi di inserirli gradualmente nella squadra come titolari (è successo nella scorsa stagione con Nicolas Jackson, Malo Gusto e in parte con Carney Chukwuemeka e altri) oppure di provare a venderli a cifre più alte, ricavando una plusvalenza.
Molti di loro tuttavia, proprio per la sovrabbondanza di alternative, rischiano di giocare pochissimo e in questo modo è difficile che il loro valore di mercato si alzi. La maggior parte viene quindi spesso ceduta in prestito: alcuni allo Strasburgo, che è come se fosse una seconda squadra del Chelsea, visto che la proprietà è la stessa. Tutta questa incertezza però rende molto complicato fare previsioni sul loro futuro e stime economiche basate sul loro valore. Il paradosso è che per quanto stiano arrivando molti calciatori promettenti (per l’estate prossima è già stato preso il diciassettenne ecuadoriano Kendry Páez, del quale si parla molto bene) e ci siano cinquanta giocatori in rosa, la formazione titolare non è per il momento al livello delle migliori della Premier League: un po’ per il valore assoluto dei giocatori, un po’ perché un po’ tutti gli allenatori passati dal Chelsea hanno avuto difficoltà nell’assemblare una squadra che ogni calciomercato compra almeno una dozzina di giocatori.
«È stato frustrante per i tifosi vedere una spesa così grossa per calciatori che potrebbero anche non giocare mai per il Chelsea, specialmente considerando gli evidenti buchi che ci sono nella prima squadra», si leggeva lo scorso novembre in un approfondimento di una newsletter specializzata dedicata esclusivamente al Chelsea. L’autore, provando a spiegare la strategia di mercato della società, aveva individuato come principali motivazioni di tutti questi acquisti sia la gestione del club da parte della proprietà come di un business in cui investire (e quindi l’idea che a lungo termine gli investimenti nei giovani saranno in qualche modo fruttuosi), sia la possibilità che la squadra possa prima o poi incorrere in un blocco del mercato come sanzione per le violazioni delle cosiddette PSR, le profitability and sustainability rules: cioè le regole finanziarie che devono seguire i club di Premier League. In questo senso ci sarebbe quindi il tentativo di avere già in squadra giocatori nuovi da inserire nel caso in cui al Chelsea dovesse essere impedito di acquistarne di nuovi.
Tutti i giocatori a disposizione del Chelsea a oggi, divisi per ruolo (i numeri dopo il + sono gli anni di contratto rimanenti)
A livello di regolamento, il Chelsea alla fine del calciomercato estivo (cioè il 30 agosto) può registrare 25 calciatori da far giocare nel prossimo campionato, otto dei quali devono essere cresciuti nelle sue giovanili. I calciatori under-21 però non vengono contati nella lista dei 25, quindi se sono giovani se ne possono registrare anche di più. In Conference League invece, la competizione europea che giocherà il Chelsea, ci sarà un limite massimo di giocatori a prescindere dall’età.
In ogni caso nei prossimi dieci giorni la dirigenza dovrà lavorare molto per cercare di sistemare gli esuberi, altrimenti per Maresca sarà davvero difficile allenare una rosa molto ampia e tutti i calciatori (con i loro stipendi molto alti, come i 12 milioni di euro annuali che guadagna Lukaku, che è considerato un esubero) continueranno a influire sulle spese del club. Non è chiaro se e quando il Chelsea tornerà a essere una squadra competitiva: solo tre anni fa, del resto, vinse la Champions League; per il momento, però, i suoi continui acquisti sono diventati un meme (molti meme, a dire il vero) e vengono usati spesso come esempio di una gestione distorta di un club di calcio.