Da almeno un mese in Abruzzo c’è una grave crisi idrica
In decine di comuni l'acqua viene erogata solo per qualche ora al giorno, a causa della siccità e soprattutto delle pessime condizioni della rete
Da settimane i residenti di decine di comuni dell’Abruzzo hanno l’acqua corrente solo per qualche ora al giorno. I comuni e le società che gestiscono la rete hanno dovuto prevedere chiusure programmate delle forniture a causa di una crisi idrica che ha colpito tutta la regione, la più grave in quasi vent’anni: le cause sono piogge assai più scarse della norma e una rete vecchia e inefficiente, che in media finisce per disperdere più del 60 per cento dell’acqua che passa nelle tubature. Le conseguenze maggiori della crisi si sono avute soprattutto nell’ultimo mese, anche a causa delle condizioni climatiche, ma le interruzioni sono frequenti anche in periodi normali e di non siccità.
La situazione è particolarmente grave nelle province di Chieti e Pescara, dove i disagi sono aggravati anche dalla stagione turistica, che aumenta il fabbisogno di acqua. Secondo la Sasi, la società che gestisce la rete idrica nella provincia di Chieti, la portata della sorgente locale è inferiore del 30 per cento rispetto alla media stagionale e di quasi il 40 rispetto al fabbisogno. Le previsioni per le prossime settimane sono addirittura peggiori, tra scarse precipitazioni e temperature sopra la norma.
È stata istituita una struttura di coordinamento a livello regionale, una cosiddetta cabina di regia, che tra le altre cose sta valutando di chiedere alla regione la dichiarazione dello stato di emergenza (una particolare condizione che permette di saltare diverse procedure burocratiche e quindi anche di ottenere e usare fondi in tempi più rapidi). Intanto la cabina di regia ha preso varie iniziative con la collaborazione di comuni e società di gestione della rete, che servono da una parte a risparmiare sui consumi e a dare tempo materiale alle cisterne di riempirsi, e dall’altra a cercare di limitare la dispersione di acqua dalla rete idrica locale molto obsoleta.
Tra gli interventi che agiscono sui consumi ci sono le turnazioni, cioè interruzioni programmate di durata variabile tra i comuni interessati. Generalmente nella gran parte dei comuni l’erogazione di acqua è interrotta solo durante la notte, tra mezzanotte e le 6 del mattino. Ma in quelli dove la situazione è più seria le interruzioni iniziano già dalle 13, come nei comuni intorno all’area di Vasto. Ai comuni è stato chiesto anche di emettere ordinanze per l’uso razionale dell’acqua, limitandolo cioè ai casi strettamente necessari (non per lavare la macchina, per esempio).
Le forniture sono state integrate con alcune autobotti dei gestori e di società esterne, che stanno lavorando a pieno ritmo con diversi viaggi al giorno per rifornire i comuni più interessati dalla carenza d’acqua, come nei comuni di San Buono, Gissi e Monteodorisio, intorno a Vasto, dove i residenti fanno la fila con secchi e bacinelle per raccogliere l’acqua da portare in casa. Alcuni comuni hanno addirittura messo a disposizione cisterne con acqua non potabile, da cui attingere solo per l’igiene personale e per la pulizia.
La Sasi ha detto di aver aumentato la pressione dell’acqua, in modo che l’erogazione sia per quanto possibile adeguata: tuttavia mantenere alta la pressione non è una soluzione sostenibile nel tempo, ed espone la rete a un maggior rischio di rottura delle tubature, già parecchio compromesse. La rete abruzzese è la seconda in Italia per inefficienza nella distribuzione: secondo l’ultimo rapporto dell’Istat nell’erogazione si perde ogni giorno più del 60 per cento dell’acqua, contro una media nazionale del 40. Peggio dell’Abruzzo c’è solo la Basilicata. Dopo Potenza, il comune di Chieti è quello con più perdite in Italia, con il 70,4 per cento di acqua dispersa.
In queste settimane si sono tentate manutenzioni per cercare di migliorare almeno temporaneamente la situazione e limitare la dispersione della poca acqua a disposizione. Sarebbero necessari però interventi più strutturali: la rete abruzzese risale agli anni Cinquanta, ed è per questo che alcuni fondi del PNRR destinati alla regione sono stati stanziati per questo scopo. Secondo Openpolis sono 113 milioni di euro, che però saranno destinati soprattutto al potenziamento dei sistemi per la gestione delle crisi idriche, più che al reale ammodernamento della rete. Sono in ogni caso interventi che richiederanno anni di lavoro, e che non servono ad attenuare i problemi di queste settimane.
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