L’esercito ucraino sta usando carri armati forniti dal Regno Unito nella sua offensiva in territorio russo
Nella mattinata di giovedì vari media britannici, dalla BBC a Sky News, hanno pubblicato articoli in cui facevano notare che tra i carri armati con cui l’esercito ucraino si sta muovendo in territorio russo nel contesto dell’operazione militare che va avanti da più di una settimana c’erano anche vari mezzi forniti dai paesi occidentali: dei carri armati Bradley e Stryker, forniti dagli Stati Uniti, dei Marder tedeschi e dei Challenger britannici. I giornali hanno sottolineato che è la prima volta che dei carri armati britannici, seppur manovrati da soldati ucraini, vengono utilizzati in combattimento sul territorio russo.
Dopo gli Stati Uniti e la Germania, il Regno Unito è il principale fornitore di armi dell’Ucraina: finora, però, le armi e i mezzi corazzati da loro forniti erano stati usati soltanto a fini difensivi in territorio ucraino. Negli ultimi mesi il governo britannico, come tanti altri governi occidentali, ha anche spesso mostrato remore all’idea di donare o vendere all’Ucraina armi più potenti, come i missili a lungo raggio, per paura di un’escalation regionale della guerra. Interpellato sulla questione dei carri armati, però, il ministero della Difesa britannico ha detto che le armi vendute all’Ucraina possono essere usate nelle operazioni militari nel territorio russo, a patto che se ne faccia un uso «in linea con il diritto internazionale», come è stato anche specificato nel momento della vendita.
Il portavoce del ministero ha detto che l’Ucraina «ha un chiaro diritto di autodifesa contro gli attacchi illegali della Russia» e che questo «non preclude operazioni all’interno della Russia»: a detta del governo, quindi, la posizione britannica rimane sostanzialmente la stessa da quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio del 2022. Già a maggio di quest’anno l’allora ministro degli Esteri David Cameron aveva detto che l’Ucraina ha il diritto di utilizzare le armi fornite dal Regno Unito per colpire obiettivi all’interno della Russia, sempre in un contesto di autodifesa.
Quella in corso è la più grossa incursione militare straniera in territorio russo dalla fine della Seconda guerra mondiale: nell’arco di pochi giorni l’esercito ucraino è penetrato di vari chilometri nella regione di Kursk e continua ad avanzare. Non è ancora chiaro quali siano gli obiettivi di lungo periodo dell’Ucraina, ma sembra che l’esercito abbia intenzione di mantenere le posizioni conquistate il più a lungo possibile: le autorità ucraine hanno fatto intendere che vorrebbero creare nelle aree conquistate una “zona cuscinetto“, che consentirebbe tra le altre cose di arretrare il fronte e di allontanare l’artiglieria russa dal confine ucraino.