Trovare una persona che si occupi di Ötzi non è semplice
Il Museo archeologico dell'Alto Adige cerca un'esperta o esperto in conservazione delle mummie, che parli tre lingue e abbia competenze estremamente specifiche
Da qualche giorno il Museo archeologico dell’Alto Adige di Bolzano sta cercando una persona che si occupi a tempo pieno della conservazione di Ötzi, una delle mummie più famose al mondo, cioè il corpo di un uomo morto intorno al 3.230 a.C. i cui resti furono scoperti nel 1991 al confine fra Italia e Austria. Trovare questa persona, però, non è semplice: la direttrice del museo Elisabeth Vallazza ha ammesso al Corriere del Trentino che la procedura sarà complessa, «visti i requisiti stringenti e non comuni» dell’incarico.
Ötzi venne ritrovato da una coppia di turisti tedeschi in gita sul ghiacciaio del Similaun, nelle alpi Ötztal (da cui il nome della mummia). Il suo corpo si era conservato per migliaia di anni in maniera eccezionale per via delle rigide temperature del ghiacciaio. Centinaia di studiosi hanno ricavato un numero enorme di informazioni dal corpo di Ötzi, che ancora oggi è oggetto di importanti scoperte: nel 2023 per esempio è emerso che aveva la pelle più scura di quanto pensassimo, mentre qualche anno prima era stato ricostruito per intero il suo patrimonio genetico, scoprendo vari punti di contatto con le persone che oggi abitano in Sardegna da molte generazioni. Ötzi è anche la mummia più antica mai ritrovata ad avere dei tatuaggi sulla pelle.
Per via della sua immensa importanza scientifica è necessario che la mummia di Ötzi sia conservata in maniera perfetta. Nella sala del Museo di Bolzano in cui è ospitata le luci sono soffuse, la temperatura viene monitorata in maniera molto rigida e i resti esposti si possono semplicemente sbirciare da una finestrella. La gestione della mummia è un’attività centrale per il Museo: anche per questo sta cercando una persona che si occupi soltanto di questo.
Il Museo in particolare cerca una persona con competenze molto molto specifiche. Serve una laurea in scienze naturali con una specializzazione in paleopatologia, bioarcheologia o scienza delle mummie (la branca più specifica che si occupa dello studio e della conservazione delle mummie), oltre a esperienze precedenti nel coordinamento di progetti simili e pubblicazioni su riviste di settore. Viene richiesta anche la conoscenza di tre lingue: italiano, inglese e tedesco, cioè la lingua che parla la maggior parte della popolazione in Alto Adige, la provincia di cui è capoluogo Bolzano.
Per l’incarico è previsto un contratto di undici mesi a tempo determinato con la possibilità di prolungarlo ulteriormente, «ma al momento non possiamo offrire garanzie», ha precisato la direttrice Vallazza al Corriere del Trentino. Lo stipendio minimo offerto è di 2.500 euro lordi. Vallazza ha preferito non fornire dati precisi al Corriere del Trentino sul numero di candidature raccolte finora, anche se ha detto che alcune sono effettivamente state presentate. Le candidature potranno essere avanzate entro il 31 agosto.