Queste dune sono l’ultimo grattacapo per Katy Perry

Girando il suo video “LIFETIMES" forse ha danneggiato una spiaggia protetta in Spagna, ma in generale non è un gran periodo per lei

Una clip del video di "LIFETIMES" (Katy Perry/YouTube)
Una clip del video di "LIFETIMES" (Katy Perry/YouTube)
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Martedì il dipartimento dell’Ambiente del governo regionale delle isole Baleari, in Spagna, ha aperto un’indagine per verificare se le riprese dell’ultimo video musicale della cantante americana Katy Perry, “LIFETIMES”, abbiano causato danni ambientali. Nel video si vede infatti Perry saltare e ballare sulle dune dell’isolotto di S’Espalmador, nel parco naturale di Ses Salines de Eivissa e Formentera, uno dei parchi naturali di maggior valore ecologico delle Baleari nonché un’area protetta in cui è vietato il passaggio. Secondo l’amministrazione locale, la società che ha prodotto il video non ha richiesto l’autorizzazione necessaria per girarlo lì.

Il dipartimento dell’Ambiente ha precisato che, in ogni caso, le azioni di Perry non costituirebbero «un reato contro l’ambiente», ma al limite una violazione che potrebbe essere risolta con una grossa multa. La notizia si inserisce però in un periodo particolarmente complesso per la carriera di Perry, famosissima per alcune canzoni di grande successo pubblicate tra i tardi anni Duemila e gli anni Dieci, come “I Kissed a Girl”, “Teenage Dream” e “Fireworks”, ma il cui recente ritorno sulle scene internazionali non sta andando come previsto.

Nel novembre del 2021 Perry aveva annunciato che stava lavorando a un nuovo album e a un nuovo tour mondiale: il disco si chiamerà 143 e uscirà il 20 settembre. Nel frattempo, però, è uscito il suo nuovo singolo, “Woman’s World”, accompagnato da una massiccia promozione che doveva servire a rilanciare la carriera di Perry, dopo che i suoi ultimi due album, Witness (2017) e Smile (2020), erano andati molto male, venendo sostanzialmente ignorati dal grande pubblico.

Sia la canzone in sé che il suo video musicale sono stati però accolti da molte critiche. Su Vulture il critico Justin Curto ha scritto che il suo messaggio femminista, molto incentrato sull’idea un po’ trita e poco originale che le donne in quanto donne possano fare qualsiasi cosa, «avrebbe funzionato nel 2014 ma non è all’altezza del 2024». Rolling Stone l’ha definito «un tentativo catastrofico di tornare in auge» e ha stroncato la canzone dicendo che «il testo è da morte cerebrale e il ritornello sembra scritto da un’intelligenza artificiale».

Sui social network tantissimi hanno deriso il video, in cui inzialmente Perry e un gruppo di ballerine appaiono molto svestite e ballano in modo sensuale in un cantiere, prima che Perry si trasformi in una specie di cyborg che ricarica le energie avvicinandosi una pompa di benzina al sedere. Pochi giorni dopo Perry ha cercato di spiegare che il video doveva essere satirico, senza riuscire però a spiegare bene quale fosse l’oggetto della satira in questione.

La decisione più criticata, però, è stata quella di coinvolgere nella produzione di “Woman’s World” il produttore Dr. Luke (pseudonimo di Łukasz Sebastian Gottwald), una delle figure più importanti dell’industria musicale americana, che in passato ha lavorato spesso anche con Britney Spears. Negli ultimi anni vari cantanti e musicisti però hanno smesso di collaborare con Dr. Luke per via di una vicenda giudiziaria piuttosto complicata. Nell’ottobre del 2014 la cantante hip hop Kesha lo accusò di averla molestata e di aver abusato sessualmente di lei fin da quando avevano iniziato a collaborare, accusando Sony – che controllava l’etichetta discografica del produttore – di non aver preso provvedimenti; inoltre chiese a un giudice di rescindere il contratto che la legava professionalmente a lui. Dr. Luke negò tutte le accuse, sostenendo che con Kesha avesse sempre avuto un ottimo rapporto (definito in più occasioni “fraterno”) e che la cantante si fosse inventata le accuse per svincolarsi dal contratto.

Nel 2016 il tribunale respinse la richiesta della cantante, spiegando che non c’erano elementi sufficienti per confermare le accuse e che «non esistevano prove di un danno irreparabile» nei suoi confronti. Pochi mesi dopo Kesha decise di ritirare le accuse di abusi sessuali, dicendo che però la sua «battaglia» sarebbe andata avanti. Nel frattempo Dr. Luke fece a sua volta causa per diffamazione a Kesha, a sua madre e al suo avvocato, sostenendo che avessero insinuato che lui avesse abusato sessualmente anche di Katy Perry (che negò la cosa) e di Lady Gaga, una delle molte cantanti e attrici che le avevano dimostrato solidarietà. La causa per diffamazione e le dispute sul contratto sono andate avanti negli anni e ancora oggi sono in corso.

Dr. Luke nega tuttora di aver abusato sessualmente di Kesha, ma nell’industria musicale statunitense molti credono alla cantante, e scegliere di collaborare con lui, come ha fatto Perry con “Woman’s World”, viene visto come una presa di posizione. Le carriere dei due, peraltro, sono molto legate tra loro: come scrive Curto su Vulture, «nessuno è stato più importante di Luke per il successo pop di Perry, e nessun artista ha contribuito alla fama mainstream di Luke quanto Perry». Il fatto che la cantante l’abbia chiamato per scrivere una canzone, peraltro molto incentrata (per quanto goffamente) su temi femministi, ha quindi attirato ulteriori critiche.

Secondo diverse analisi, però, al di là delle singole controversie il problema principale sarebbe che Perry non è molto sicura del genere di cantante e celebrità che vuole essere.

«Una volta sapevamo chi era Katy Perry: una brava ragazza cristiana uscita di testa, che spara panna montata dal petto, gira sulla sua Jeep e si comporta in modo strano nel fine settimana. Una ragazza in cerca di divertimento e di emozioni a buon mercato. Più di dieci anni fa, all’indomani della Grande Recessione, Perry aveva soddisfatto la nostra voglia di gioventù, frivolezza ed edonismo», scrive Cat Zhang su The Cut. «Chi è Katy Perry adesso? Una giudice di American Idol andata in pensione di recente, la moglie della star del cinema Orlando Bloom, una neomamma, la designer di una linea di scarpe stravaganti in vendita nei centri commerciali. Soprattutto, è una reliquia degli anni Dieci, una pop star sbiadita che tenta freneticamente di ritornare alla rilevanza».

La giornalista musicale Abby Jones, un po’ meno categorica, ha detto in un podcast che Perry «sembra attraversare un po’ una crisi d’identità». «Sta facendo fatica a capire chi sia oggi il suo pubblico. Se pensiamo a tante altre grandi pop star di oggi, come Charli XCX, Chappell Roan o Sabrina Carpenter, sono tutte artiste che sanno chi è il loro pubblico. Sanno che tipo di musica vogliono fare, e il risultato sembra molto autentico. Penso che Katy Perry invece non sappia [cosa vuole fare]. Credo che sperasse che “Woman’s World” piacesse a un pubblico molto vasto, e questo evidentemente le si è ritorto contro», ha aggiunto Jones.

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