Il miliardario Elon Musk ha intervistato Donald Trump sul social media X
Lunedì pomeriggio (intorno alla mezzanotte italiana) l’ex presidente statunitense e candidato Repubblicano Donald Trump è stato intervistato dal miliardario e proprietario di Tesla Elon Musk, che lo sostiene pubblicamente. L’intervista è avvenuta su X (Twitter), il social media di proprietà di Musk, ed è cominciata con oltre 40 minuti di ritardo a causa di quello che Musk ha definito un attacco informatico DDoS, acronimo di Distributed Denial of Service, che consiste in una notevole richiesta di accessi contemporanei a un sito internet in modo da saturare il sistema e rendere il sito irraggiungibile.
Durante l’intervista, che è durata tre ore, Musk ha lasciato parlare molto Trump e non ha corretto le sue affermazioni false, come quella che i paesi del Sudamerica stanno inviando volontariamente milioni di criminali dalle loro prigioni attraverso il confine con gli Stati Uniti per destabilizzare il paese. Trump ha anche detto – come in altre circostanze – che se lui fosse eletto di nuovo presidente metterebbe in atto la più grande espulsione di persone migranti della storia. Ha anche detto che vorrebbe chiudere il ministero dell’Istruzione e rendere la scuola una questione su cui gli stati possono prendere decisioni in autonomia, eliminando del tutto l’intervento federale.
Molti su X durante l’intervista avevano commentato la voce di Trump, che sembrava biascicare e fare un po’ fatica a parlare, ma il portavoce della sua campagna elettorale ha negato che ci fossero problemi di questo tipo.
Trump era stato bandito da Twitter nel 2021 dopo aver usato il suo account per incoraggiare l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio da parte di alcuni suoi sostenitori. Musk l’aveva riammesso un mese dopo aver comprato X alla fine del 2022. Fino a qualche mese fa Musk aveva sostenuto il Partito Democratico, anche perché Trump si era più volte detto contrario al sostegno statale per i produttori di auto elettriche.