I droni stanno diventando un problema per i soccorsi alpini in elicottero

Sono sempre più usati per fare riprese in montagna, e in diverse occasioni, l'ultima ieri, hanno ostacolato operazioni delicate

Un elicottero del soccorso alpino con alcune montagne sullo sfondo
Un elicottero del soccorso alpino (ANSA/ANP/ CARLO ORLANDI)
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Negli ultimi anni l’utilizzo di droni per fare video e fotografie dall’alto in montagna è diventato sempre più un problema per i soccorsi in elicottero: ci sono stati incidenti sfiorati, operazioni ritardate per cercare di evitare collisioni, e generali rischi per la sicurezza di chi deve essere soccorso, così come degli stessi soccorritori. «I droni vengono visti come un gioco e un divertimento, ma negli ultimi anni sono diventati un grosso ostacolo a un servizio pubblico fondamentale», dice Fabio Bristot, della Direzione nazionale del Soccorso alpino.

Chi utilizza i droni in montagna lo fa per avere video e fotografie particolarmente scenografiche del panorama montano visto dall’alto, o a volte proprio per riprendere le missioni di soccorso e magari creare video ancora più spettacolari. Contrariamente a quanto si può pensare, però, un elicottero che ne incontrasse uno non può semplicemente travolgere il drone e procedere col proprio percorso, perché è un mezzo molto delicato: «Si pensa all’elicottero come una specie di piccolo carro armato, ma io lo definirei piuttosto un piccolo gioiello tecnologico di carta velina, per cui anche un impatto con un oggetto di pochi etti può avere effetti disastrosi», dice Bristot.

L’elicottero non ha nemmeno piani di volo precisi su cui chi maneggia un drone può informarsi: non è un aereo di linea, e per via di qualsiasi turbolenza o emergenza può dover deviare rapidamente il proprio percorso: «L’elisoccorso deve avere il privilegio assoluto di muoversi liberamente, in totale sicurezza, senza doversi preoccupare di possibili collisioni con droni utilizzati per fare le foto: da un lato abbiamo un gioco, dall’altro un servizio pubblico che può salvare la vita», dice Bristot.

Tre anni fa, in provincia di Trento, un elicottero dei Vigili del fuoco per esempio evitò per pochissimo lo scontro con un drone mentre decollava per soccorrere alcune persone che avevano avuto un incidente la notte di Capodanno. Dopo il decollo i piloti notarono alcune piccole luci avvicinarsi rapidamente ai finestrini e in pochi secondi fecero una brusca manovra per evitare l’impatto. L’anno successivo, in provincia di Belluno, il Soccorso alpino della Guardia di Finanza denunciò un uomo che pilotava droni durante le operazioni di soccorso, per riprenderle, ostacolandone lo svolgimento.

L’ultimo caso c’è stato lunedì 12 agosto e ha riguardato un elicottero del 118 che avrebbe dovuto decollare da un rifugio vicino al lago Sorapis, in provincia di Belluno, per soccorrere una donna di 51 anni con un sospetto trauma al piede: nel momento del decollo gli operatori si sono accorti che sopra l’elicottero c’era un drone, e non riuscendo a individuare il pilota tra i molti frequentatori del rifugio hanno dovuto aspettare che il drone si allontanasse per poter decollare. Il drone è rimasto sull’elicottero per svariati minuti, ritardando il soccorso alla donna che aveva chiesto aiuto. Sull’episodio si è espresso con critiche molto dure anche il presidente del Veneto Luca Zaia.

Il problema dei droni è aumentato soprattutto negli ultimi anni, assieme alla loro crescente popolarità per fare foto e video. La zona in cui il problema è più critico è quella delle Dolomiti, molto frequentata dal turismo soprattutto nei mesi estivi, quando aumentano anche le richieste di soccorso.

Non ci sono dati precisi sugli incidenti o rischi di incidenti, anche perché esistono vari servizi di elisoccorso, ognuno con sue stime. Bristot parla di almeno una decina di casi in cui sono stati evitati per poco incidenti tra elicotteri del Soccorso alpino e droni utilizzati a scopo ludico. Nel 2017 l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV), agenzia governativa italiana, aveva parlato di almeno 51 segnalazioni  di interferenze tra droni e aeromobili ricevute nel 2016. Sempre secondo dati dell’ANSV, le segnalazioni nel 2015 erano state 18: l’aumento da un anno all’altro è stato quindi quasi del 200 per cento. Il problema è stato denunciato nel tempo anche da altre organizzazioni di elisoccorso, come Aiut Alpin Dolomites.

Negli anni gli impatti tra elicotteri e altri oggetti hanno provocato anche la morte di decine di operatori e operatrici, motivo per cui sono state presentate anche proposte di legge per introdurre maggiori tutele (per ora finite in nulla). Ma le morti sono state provocate perlopiù da collisioni tra elicotteri e cavi dell’alta tensione, o magari con uccelli. «Con i droni il discorso è diverso: parliamo di un mezzo utilizzato per gioco, e di incidenti che si potrebbero evitare», aggiunge Bristot.

Chi utilizza i droni per fare foto e riprese dall’alto dovrebbe seguire regole precise, contenute soprattutto nel regolamento ENAC. Tra le altre cose la normativa dice che il drone, salvo alcune eccezioni, deve essere fatto volare sempre a vista: spesso però chi li usa li fa uscire dalla propria visuale per riprendere meglio il panorama, affidandosi allo schermo del telefono per pilotarli. Se a occhio nudo o sullo schermo si avvista un elicottero, poi, il drone va fatto atterrare immediatamente, per liberare il percorso: anche questa regola, molto spesso, non viene rispettata.

Chi pilota i droni dovrebbe dotarsi inoltre di abilitazioni specifiche che garantiscano sia la conoscenza del mezzo che delle regole sul suo utilizzo: anche questo spesso non accade, con droni acquistati a poche decine di euro su internet, e utilizzati magari senza nemmeno sapere che esistono linee guida.