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  • Lunedì 12 agosto 2024

La tribù isolata fotografata in Perù il mese scorso continua ad avere problemi con i taglialegna

I Mashco Piro, che vivono in Amazzonia senza contatti con il resto dell'umanità, si sono scontrati violentemente con chi sta disboscando il loro territorio

(Survival International/Cover Images via ZUMA/ANSA)
(Survival International/Cover Images via ZUMA/ANSA)
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I Mascho Piro, una popolazione indigena che da secoli vive praticamente isolata dal resto dell’umanità nell’Amazzonia peruviana e che era diventata nota il mese scorso dopo la pubblicazione di alcune foto sulla stampa internazionale, si sono scontrati con i taglialegna che stanno disboscando le aree prossime al loro territorio.

Non si sa se ci siano morti o feriti fra i Mashco Piro, che hanno usato archi e frecce per attaccare i taglialegna, ferendone almeno uno. Altri due taglialegna potrebbero essere stati uccisi ma al momento non ci sono conferme a riguardo. Lo scontro è avvenuto il 27 luglio ma è stato reso noto solo lo scorso fine settimana dall’organizzazione non governativa Fenamad, che si occupa della protezione delle comunità indigene in Amazzonia.

Si tratta di un evento già accaduto ma piuttosto raro, dato che i Mashco Piro sono una delle ultime tribù “mai contattate” al mondo: da centinaia di anni vivono in maniera sostanzialmente isolata, senza quasi nessun contatto con altri esseri umani, tra due riserve naturali della regione di Madre de Dios. Recentemente il governo peruviano ha autorizzato le attività di estrazione del legname nelle zone limitrofe: da quando sono cominciate le operazioni una sessantina di membri si era allontanata dall’area in cui aveva tradizionalmente vissuto la popolazione, precedentemente nota per allontanarsi pochissimo dai luoghi in cui viveva. Questo spostamento aveva permesso di scattare loro alcune foto dopo molto tempo.

In alcuni casi le attività di disboscamento si estendono anche ad aree non autorizzate: sembra che lo scontro fra i Mashco Piro e i taglialegna sia avvenuto proprio in una di queste zone, in un’area della foresta pluviale riconosciuta dal governo come territorio Mashco Piro, ma non ancora formalmente protetta. Negli ultimi anni ci sono stati diversi scontri fra i dipendenti delle società di legname e i Mashco Piro, che per esempio nell’agosto del 2022 hanno portato alla morte di un taglialegna e al ferimento di un altro con delle frecce.

In entrambi i casi a essere coinvolta era stata l’azienda peruviana Maderera Canales Tahuamanu, la più attiva nella zona, che possiede la certificazione FSC fornita dal Forest Stewardship Council, un’organizzazione non governativa internazionale piuttosto nota che dovrebbe garantire che un prodotto realizzato usando il legno provenga da boschi gestiti «in modo responsabile».

Il Forest Stewardship Council, che esiste dal 1993 e ha tra i suoi fondatori la multinazionale svedese dell’arredamento Ikea, è da sempre criticata dagli ambientalisti perché fornisce le certificazioni e le conferma sulla base di ispezioni programmate fatte da società terze che sono pagate dalle stesse aziende di produzione del legname. L’accusa in sostanza è di non essere un ente davvero affidabile per verificare la sostenibilità dei metodi dell’industria del legname, in particolare nei paesi in cui le leggi sulla gestione delle foreste sono più permissive o lasciano spazi di interpretazione.

Da tempo le associazioni non governative come Fenamad chiedono al governo peruviano di smettere di favorire attività di disboscamento in aree sensibili e di allargare i confini della riserva in cui vivono i Mashco Piro, per garantire la loro sopravvivenza, ma non è così semplice. Secondo l’organizzazione qualsiasi contatto con l’esterno potrebbe portare alla diffusione di microbi e virus a cui i membri della tribù non sono mai stati esposti, e che potrebbero sterminarli.

Già nel 2015 il ministero della Cultura del Perù aveva proposto di allargare i confini della riserva dove vivono i Mashco Piro ed elevare il suo status da riserva territoriale a riserva indigena, così da proibire al suo interno l’attività di disboscamento. La proposta però non è mai stata attuata attraverso un decreto presidenziale e molte associazioni hanno sostenuto che questo avesse a che fare con le pressioni sul governo delle società attive nel settore.

Si stima che al mondo esistano ancora circa cento tribù mai contattate, ma il conto è difficile e la definizione fuorviante. Con “tribù mai contattate” si indicano infatti quei gruppi di persone che per scelta o necessità hanno passato secoli vivendo lontani dal resto della civiltà, con contatti rari e poco significativi. Per quanto si sa, quasi tutte questi gruppi etnici hanno incontrato almeno una volta qualcuno del mondo esterno, o visto passare un aereo sopra la loro testa, ma questi incontri non hanno cambiato il loro livello di sviluppo tecnologico né le loro abitudini di vita.

– Leggi anche: Le rare foto di una tribù “mai contattata” in Perù