Una foto fornita alle agenzie dal sindaco di Kursk, in Russia, mostra un edificio danneggiato dai combattimenti nella regione (EPA/IGOR KUTSAK)

L’esercito ucraino continua a combattere nella regione russa di Kursk

La Russia ha disposto l'evacuazione di oltre 75mila persone e sta rafforzando le difese, ma le informazioni sono ancora frammentarie

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Sta continuando dallo scorso martedì l’incursione dell’esercito ucraino nella regione russa di Kursk, nella parte sud-occidentale del paese, al confine con l’Ucraina. Sebbene le informazioni sui combattimenti siano ancora frammentarie, è evidente che quella in corso è la più grande operazione di terra condotta dell’esercito ucraino in territorio russo dall’inizio della guerra, nel febbraio del 2022.

Non è chiaro fin dove le truppe ucraine siano penetrate in territorio russo, e l’Ucraina non ha dato informazioni precise. Le informazioni arrivano principalmente dai cosiddetti “milblogger” russi, cioè esperti e analisti militari nazionalisti che sulla piattaforma di messaggistica Telegram commentano e descrivono le operazioni di guerra. Alcuni di questi “milblogger” sono giornalisti improvvisati, altri sono soldati o entusiasti militari che vanno a vedere cosa succede nelle aree di combattimento, altri ancora sono ufficialmente al seguito dell’esercito russo.

Secondo le loro informazioni, che vengono analizzate quotidianamente dagli esperti occidentali, l’esercito ucraino si sarebbe spinto fino a 30 chilometri all’interno del territorio russo. Le informazioni dei “milblogger” e le immagini satellitari elaborate dagli analisti mostrano che però a partire da sabato il ritmo dell’avanzata ha iniziato a rallentare, grazie ai rinforzi inviati dalla Russia.

Le operazioni si stanno concentrando soprattutto intorno a Sudzha, un piccolo capoluogo di provincia nei cui dintorni ci sono una centrale nucleare e un grosso snodo di gasdotti. Su un canale Telegram pro-Ucraina è stato condiviso un video in cui alcuni soldati issano una bandiera a Guevo, una località a pochi chilometri da Sudzha, che sarebbe tra le prime raggiunte durante l’incursione; alcune immagini satellitari mostrano edifici danneggiati nel centro della città, mentre un video verificato dalla BBC mostra un convoglio di carri armati russi danneggiati nella regione di Kursk. Il ministero della Difesa russo ha detto che le truppe si sono scontrate anche vicino alle città di Tolpino e Obshchy Kolodez, entrambe a circa 30 chilometri dal confine.

Inizialmente l’esercito russo era stato colto di sorpresa, ma a partire da venerdì sono iniziati ad arrivare nella regione di Kursk carri armati e rinforzi per cercare di fermare l’avanzata ucraina. Il ministero della Difesa ha detto di aver anche utilizzato un missile termobarico, un’arma particolarmente potente e con effetti più devastanti di quelle ordinarie.

Venerdì un ente governativo russo ha inoltre imposto una specie di stato di emergenza che permette alle autorità locali in tre regioni confinanti con l’Ucraina (Kursk, Belgorod e Bryansk) di adottare “misure antiterrorismo”, tra cui limitare il movimento delle persone, ordinarne il trasferimento, entrare nelle abitazioni private e intercettare le telefonate. Più di 75mila persone sono state allontanate dalla regione di Kursk e in particolare dalle zone confinanti con l’Ucraina, secondo l’agenzia di stampa russa Tass.

Residenti della regione di Kursk arrivano in treno nella città di Tula, nella Russia Centrale (Russian Emergency Ministry Press Service via AP)

Sebbene fosse chiaro fin quasi da subito che le operazioni in Russia sono condotte dall’esercito ucraino, questo è stato confermato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky solo sabato sera. In un video Zelensky ha detto che le azioni dell’esercito stanno «portando la guerra nel territorio dell’aggressore», ossia la Russia, e che «l’Ucraina si sta dimostrando capace di fare giustizia e mettere il giusto tipo di pressione sull’aggressore».

Lo scopo dell’operazione non è ancora noto, ma un funzionario dell’esercito ucraino citato da Agence France-Presse ha detto che l’obiettivo sarebbe «destabilizzare» la Russia e indebolire le sue difese «finché non saranno in grado di proteggere il loro stesso confine». Il funzionario, di cui non è stato diffuso il nome, ha aggiunto che l’operazione sta coinvolgendo migliaia di soldati, e quindi molti di più rispetto a quelli inizialmente segnalati dalle guardie di frontiera russa.

È insomma possibile che l’Ucraina voglia costringere la Russia a spostare nell’area di Kursk alcune truppe attualmente impegnate sul fronte del Donbass, dove si trova in grande difficoltà da mesi. Tuttavia non è detto che la Russia abbia davvero intenzione di dirottare le truppe, e in ogni caso sarebbe un’operazione che richiede del tempo. Molti analisti ritengono che comunque questa mossa sarebbe poco vantaggiosa nel lungo termine per l’Ucraina, perché richiede di impiegare e forse sacrificare forze fresche (le centinaia di soldati che sono entrati nella regione di Kursk) soltanto per ottenere un alleggerimento temporaneo del fronte.

Un’altra ipotesi è che l’Ucraina abbia effettivamente individuato alcuni obiettivi militari da ottenere in quest’incursione. La regione di Kursk è abbastanza importante per la logistica militare russa, e, come detto, la città di Sudzha ospita un importante snodo dei gasdotti che ancora alimentano parte del fabbisogno energetico dell’Europa centrale. Anche in questo caso nessuno di questi obiettivi sembra garantire vantaggi di lungo periodo per l’Ucraina.

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