Il grosso incendio vicino ad Atene
Si è sviluppato domenica pomeriggio a una quarantina di chilometri dalla capitale greca, offuscando il cielo con molto fumo
Attorno alle 15 di domenica si è sviluppato un grosso incendio in un’area boschiva di Varnava, circa 35 chilometri a nord-est di Atene, la capitale della Grecia. Il cielo sopra la città è stato per ore offuscato dal fumo e dalla cenere prodotti dalle fiamme. Un portavoce dei vigili del fuoco citato dal giornale greco Ekathimerini ha detto che l’incendio si sta spostando verso il lago Marathon, che è un’importante riserva idrica per la capitale greca, anche a causa dei venti che stanno spingendo le fiamme. Per cercare di contenere le fiamme stanno intervenendo più di 250 vigili del fuoco con quasi 70 mezzi di terra, 12 aerei e sei elicotteri.
Il portavoce dei vigili del fuoco ha spiegato che le fiamme sono alte anche più di 25 metri e che l’incendio ha già danneggiato diverse case, anche se per ora non è chiaro quante. Le persone che vivono nell’area sono state allertate tramite sms e invitate a lasciare la zona. Tra i circa 40 incendi che si sono sviluppati domenica in Grecia ce n’era stato un altro nell’area di Megara, a ovest di Atene, ma i vigili del fuoco hanno detto che è stato circoscritto; al momento ne risultano in corso ancora sette. Nel frattempo in diverse città greche è stato innalzato il livello d’allerta per gli incendi, che resterà in vigore almeno fino a lunedì. «Ci attendiamo una settimana molto difficile», ha commentato Kostas Lagouvardos, dirigente dell’Osservatorio Nazionale di Atene.
Giugno e luglio sono stati i mesi più caldi di sempre per la Grecia, dove tra il 2023 e il 2024 era peraltro stato registrato l’inverno più caldo della storia del paese, e quest’estate sono stati segnalati centinaia di incendi in tutto il paese. In assenza di studi specifici non è possibile attribuire automaticamente un singolo evento estremo alla crisi climatica, ma la climatologia segnala da tempo che il cambiamento climatico causato dalle attività umane porterà a un aumento degli eventi meteorologici estremi come alluvioni e siccità in molte parti del mondo, compreso il bacino del Mediterraneo.