San Lorenzo non è il momento migliore per vedere le stelle cadenti

Quella di sabato è la notte famosa per il passaggio dello sciame meteorico delle Perseidi, che però sarà più visibile tra l'11 e il 13 agosto

Una stella cadente fotografata a Spruce Knob, West Virginia, 11 agosto 2021
(NASA/ Bill Ingalls)
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La notte di San Lorenzo, quella tra il 10 e l’11 agosto, è tradizionalmente nota anche come “notte delle stelle cadenti” ed è diffusa l’abitudine, tra appassionati e non, di sdraiarsi a guardare il cielo sapendo che la probabilità di vederne una sarà maggiore delle altre sere dell’anno. Un tempo quella di San Lorenzo era effettivamente la notte in cui il cosiddetto sciame meteorico delle Perseidi si poteva osservare meglio: in questo secolo però il momento migliore per guardare le stelle cadenti è leggermente cambiato, ed è quello che va dall’11 al 13 agosto.

Quest’anno i momenti ideali per vedere le “stelle cadenti di San Lorenzo”, conosciute anche come “Lacrime di San Lorenzo”, saranno quindi la notte tra domenica 11 e lunedì 12 agosto e la successiva.

Quelle che chiamiamo stelle cadenti non sono stelle, bensì frammenti meteorici di roccia che si sono generati dalla disintegrazione di una cometa: per la maggior parte questi frammenti sono grandi come granelli di sabbia. Quelli che si possono vedere in questi giorni appartengono al gruppo di detriti particolare, chiamato Perseidi, dal nome della costellazione di Perseo, che attraversa l’orbita terrestre in un periodo compreso tra la fine di luglio e la terza settimana di agosto. Nel momento di maggiore attività è possibile osservare a occhio nudo dalla Terra circa cento scie luminose ogni ora.

La cometa che diede origine al cosiddetto sciame delle Perseidi si chiama Swift-Tuttle e fu scoperta per la prima volta nel 1862 grazie a due distinte osservazioni fatte da Lewis Swift e da Horace Parnell Tuttle. Le scie luminose che osserviamo sono create dai detriti rilasciati dalla cometa, che incontrando l’atmosfera a una velocità di 200.000 chilometri orari si incendiano, creando delle “palle di fuoco” visibili dalla Terra. Il fenomeno è osservato da millenni: tra le prime notazioni su quanto accadeva nel cielo in questo periodo dell’anno ci sono quelle di astronomi cinesi, risalenti al 36 dopo Cristo.

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Di solito in presenza di uno sciame meteorico come quello delle Perseidi si parla di “stelle cadenti” perché nel cielo notturno sembra che le stelle si spostino velocissime prima di morire. In realtà, le stelle non c’entrano e anzi rimangono a debita distanza dall’atmosfera terrestre: milioni di chilometri nel caso del Sole, miliardi per tutte le altre. La fine di una stella così vicino a noi avrebbe effetti catastrofici per il pianeta e ne determinerebbe la sua completa distruzione.

A volte le scie luminose vengono chiamate “lacrime di San Lorenzo” proprio perché un tempo il momento di massima attività si verificava il 10 di agosto, in corrispondenza del giorno in cui si commemora il santo cristiano. Secondo la tradizione, le stelle cadenti ricordavano anche i tizzoni ardenti su cui San Lorenzo era stato martirizzato. Le cose però nell’universo sono sempre in movimento, e lentamente l’incontro tra le Perseidi e l’orbita terrestre si è spostato di circa un giorno in avanti.

Per osservare al meglio le Perseidi è sufficiente guardare il cielo di notte: meglio se nell’emisfero boreale e possibilmente lontano dai grandi centri urbani, dove l’inquinamento luminoso tende a renderle meno visibili. Il posto migliore per osservarle solitamente è la montagna, dove l’aria è meno inquinata ed è più probabile che il cielo sia limpido. La costellazione di Perseo sorge a nord-est dopo le 22, ma le stelle cadenti si possono vedere in tutto il cielo.