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  • Venerdì 9 agosto 2024

Per ora il governo britannico è riuscito a gestire le rivolte anti migranti

Il primo ministro Keir Starmer, Laburista, ha puntato sulla deterrenza, schierando per esempio migliaia di poliziotti, e sembra stare funzionando

Il primo ministro britannico Keir Starmer assieme ad alcuni agenti della West Midlands Police Force a Solihull, l'8 agosto
Il primo ministro britannico Keir Starmer assieme ad alcuni agenti della West Midlands Police Force a Solihull, l'8 agosto (Joe Giddens/PA Wire)
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In questi giorni nel Regno Unito non ci sono più state significative rivolte anti migranti, come invece temevano le autorità dopo quelle molto violente dello scorso fine settimana. Sembra quindi che la risposta adottata finora dal governo Laburista di Keir Starmer stia funzionando: il governo ha puntato sulla deterrenza, cioè ha schierato 6mila poliziotti nelle città dove erano previsti nuovi raduni orchestrati dall’estrema destra, ha fatto identificare le persone coinvolte negli scontri con le forze dell’ordine e ha velocizzato le loro udienze, che hanno già portato alle prime condanne. È possibile che questo fine settimana ci siano nuove proteste, ma il governo ha detto di essere pronto.

Dall’inizio delle rivolte il primo ministro ha convocato tre riunioni d’emergenza (che i media chiamano COBRA dal nome delle stanze dove si tengono, Cabinet Office Briefing Rooms). Starmer e i suoi ministri hanno chiarito che i rivoltosi violenti risponderanno penalmente delle loro azioni: sentiranno «tutta la forza della legge», ha detto il primo ministro. Oltre ai provvedimenti e alle dichiarazioni del governo, in questi giorni ci sono state poi grandi manifestazioni antirazziste in tutto il paese, spesso negli stessi posti in cui i gruppi di estrema destra intendevano tornare.

L’estrema destra ha aizzato le rivolte sia online sia, per così dire, offline. Questi gruppi – e soprattutto gli influencer politici che li guidano – hanno inondato i social di falsità sull’uccisione di tre bambine lunedì 29 luglio a Southport, il fatto diventato il pretesto delle rivolte, inventandosi che il diciassettenne accusato del pluriomicidio fosse arrivato nel paese con un barcone (invece è nato in Galles da genitori provenienti dal Ruanda).

Oltre a questa campagna di disinformazione su internet, a cui hanno probabilmente partecipato anche account russi, i gruppi hanno mandato i loro attivisti a infiltrarsi negli eventi pacifici organizzati in varie città.

Due agenti di polizia durante una ronda a Liverpool, il 7 agosto

Due agenti di polizia durante una ronda a Liverpool, il 7 agosto (Ryan Jenkinson/Getty Images)

In molti casi questi attivisti abitavano da tutt’altra parte rispetto alla «comunità» che erano andati a «difendere», parole loro, e si sono spostati con treno, autobus o mezzi propri. Adesso le indagini si stanno concentrando sui legami tra l’estrema destra e alcuni hooligans, cioè le frange più violente del tifo calcistico organizzato. «Per quelli di noi che hanno assistito all’ascesa degli hooligans nel secolo scorso, è impossibile non notare le somiglianze», ha scritto il Financial Times citando il modo di vestire, lo stato d’alterazione dovuto all’alcol e i cori razzisti che riprendono quelli fatti allo stadio.

Finora la polizia ha arrestato 595 persone, 149 delle quali sono state poi incriminate. Tre persone sono state già condannate per gli scontri con la polizia: rispettivamente a tre anni, trenta mesi e venti mesi di carcere.

Per identificare chi ha attaccato i poliziotti e ha partecipato alla guerriglia urbana, le autorità hanno analizzato i filmati delle telecamere di sicurezza, delle bodycam indossate dagli agenti, quelli dei media e le fotografie e i video pubblicati sui social network. Giovedì invece la polizia ha arrestato un consigliere comunale Laburista di Dartford, subito sospeso dal partito, con l’accusa di istigazione all’omicidio perché avrebbe detto che bisognerebbe «tagliare la gola» ai «nazifascisti».

Come durante le proteste del 2011 a Londra – che avevano tutt’altre motivazioni, l’uccisione di un 29enne nero da parte della polizia – sono state velocizzate le udienze nei tribunali. Anche questo ha l’obiettivo di fare da deterrente. Allungare l’orario dei tribunali, se necessario senza interruzioni, era stato uno dei provvedimenti adottati nel 2011 da Starmer, che all’epoca era procuratore generale del Crown Prosecution Service di Inghilterra e Galles (in sostanza coordinava i vari pubblici ministeri).

Quell’anno il numero di persone in carcere nel Regno Unito salì da 85mila a 88mila. Potrebbe essere complicato trovare un posto in carcere per le persone arrestate in questi giorni, vista la situazione di sofferenza del sistema penitenziario, tanto che uno dei primi provvedimenti del nuovo esecutivo era stato cercare di ridurre il sovraffollamento concedendo la libertà vigilata a più di 5mila persone. Non è chiaro se ne potranno beneficiare anche le persone che saranno condannate per gli scontri, ma il governo ha fatto sapere di aver liberato 500 posti in carcere.

Come detto, la strategia dei Laburisti sembra avere al momento funzionato. Mercoledì delle 160 possibili rivolte temute dalle autorità ce ne sono state solo 36, senza problemi di ordine pubblico; giovedì le località “a rischio” erano solo 23.

È stato importante, secondo BBC News, evitare che ci fosse un numero insufficiente di poliziotti a gestire manifestanti molto più numerosi, come era invece accaduto la settimana scorsa a Southport. Un’ulteriore opzione, che per ora non è stata necessaria, sarebbe schierare l’esercito: lo aveva chiesto nel 2015 Boris Johnson, all’epoca sindaco di Londra, ma l’allora ministra dell’Interno Theresa May gli impedì di usare i cannoni ad acqua contro i manifestanti.

– Leggi anche: L’estrema destra che sta aizzando le rivolte anti migranti nel Regno Unito