Le polemiche sugli scambi d’acqua a favore di Taormina, in Sicilia

L'accordo che li regola è criticato da politici e cittadini, secondo i quali Messina ci starebbe perdendo: i due sindaci però dicono che non è vero

Il sindaco di Messina Federico Basile e quello di Taormina Cateno De Luca in conferenza stampa (Cateno De Luca via Facebook)
Il sindaco di Messina Federico Basile e quello di Taormina Cateno De Luca in conferenza stampa (Cateno De Luca via Facebook)
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Ieri a Gazzi, nel comune di Messina, si è tenuta una conferenza stampa con il sindaco della città, Federico Basile, e quello di Taormina, Cateno De Luca. Tra i due comuni da qualche settimana va avanti una polemica sulle forniture d’acqua, secondo cui Taormina starebbe usando l’acqua che spetterebbe a Messina, proprio mentre quest’ultima è in difficoltà a causa della grave siccità che sta interessando tutta l’isola. I due sindaci, che fanno entrambi parte del movimento Sicilia Vera (fondato proprio da De Luca), da giorni cercano di smentire questa tesi, sostenendo che si tratti di un malinteso.

Lo scorso aprile il Comune di Taormina, AMAM (la società che gestisce le forniture di acqua potabile a Messina) e Siciliacque (che gestisce il servizio idrico all’ingrosso in Sicilia) avevano fatto un accordo per evitare che Taormina rimanesse senz’acqua durante i mesi estivi, come già successo in passato. L’accordo prevede che AMAM faccia arrivare a Taormina una fornitura d’acqua aggiuntiva tramite la condotta Fiumefreddo. Quest’acqua però non viene “tolta” a Messina, perché una quantità di acqua pari a quella sottratta viene poi introdotta da Siciliacque nella condotta dell’Alcantara, che arriva a Messina, in un punto successivo dell’acquedotto (lo si vede nella foto qui sotto).

In base all’accordo quindi Taormina dovrebbe guadagnare dell’acqua, mentre la fornitura di Messina dovrebbe rimanere invariata. L’iniziativa era stata accolta positivamente sia da Basile che da De Luca, ed era stata presentata come un buon esempio di collaborazione tra diversi enti.

Le due condotte e lo scambio d’acqua tra Messina e Taormina (Cateno De Luca via Facebook)

Fin da subito AMAM aveva negato che ci sarebbe stato uno scambio iniquo di risorse: «Si smentisce seccamente l’interpretazione secondo la quale Taormina beneficerà di risorse idriche destinate alla città di Messina», aveva scritto l’azienda in un comunicato stampa ad aprile.

Ultimamente però alcuni esponenti politici, sia locali che nazionali, hanno espresso dei dubbi sul funzionamento degli scambi, sostenendo che in realtà Messina non riceverebbe indietro la stessa quantità di acqua prestata a Taormina, come concordato. La senatrice di Italia Viva Dafne Musolino ha detto per esempio che la faccenda è stata gestita in modo «poco trasparente», e che non tutte le autorità competenti sarebbero state coinvolte nella decisione. Alessandro Russo, consigliere comunale di Messina del Partito Democratico, ha anche chiesto di poter fare delle visite ispettive negli impianti in cui avvengono gli scambi d’acqua.

La questione è arrivata fino alla Camera: il 1° agosto quattro deputati del Partito Democratico hanno presentato un’interrogazione per verificare se la mancanza d’acqua a Messina fosse dovuta, almeno in parte, alle forniture aggiuntive date a Taormina.

Gli stessi dubbi sono stati avanzati da molti cittadini di Messina, che sui social hanno risposto ad alcuni messaggi del sindaco chiedendo spiegazioni sul rapporto tra la mancanza d’acqua nella città e l’accordo con Taormina. Messina sta effettivamente affrontando il problema della mancanza d’acqua: le forniture erano già razionate da tempo, e da qualche giorno la città è stata divisa in due zone nelle quali l’acqua viene erogata a giorni alterni.

Non è un problema solo di Messina. Da mesi la Sicilia è interessata da una grave siccità, a causa delle alte temperature e delle scarse precipitazioni: i razionamenti coinvolgono migliaia di persone, i laghi sono vuoti, molti fiumi sono in secca e gli agricoltori non riescono a irrigare i campi. La Regione ha attivato varie misure d’emergenza, tra cui la distribuzione dell’acqua con autobotti e anche l’uso di una nave cisterna della Marina Militare per rifornire la provincia di Agrigento. Questa soluzione, attivata a inizio luglio, si è però rivelata essere troppo costosa ed è stata sospesa a inizio agosto.

A Messina, il sindaco Basile ha ripetuto più volte che i razionamenti sono dovuti alla generale carenza d’acqua sul territorio, e non all’accordo fatto con Taormina. Secondo De Luca, sostenere il contrario sarebbe un atto di «sciacallaggio». Come detto, ieri i due sindaci hanno tenuto una lunga conferenza stampa, che però non è servita a eliminare i dubbi di tutti: il consigliere Russo ha ribadito la necessità di fare visite ispettive.