Il “decreto carceri” è stato convertito in legge

un campo da calcio all'interno delle mura di una prigione
La casa circondariale di Civitavecchia, in provincia di Roma (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Mercoledì sera la Camera dei deputati ha approvato la conversione in legge del “decreto carceri”, che contiene una serie di misure volute dal governo per contrastare il problema del sovraffollamento delle prigioni italiane. Il testo è stato approvato con 153 voti a favore, 89 contrari e un astenuto. Il 31 luglio scorso risultavano in Italia 61.133 detenuti, a fronte di una capienza effettiva delle carceri di poco più di 51mila posti letto.

Negli ultimi mesi si era parlato molto del provvedimento, ma nonostante le aspettative nei fatti il decreto si è rivelato meno incisivo del previsto, anche perché è frutto di un compromesso fra le diverse posizioni dei partiti della maggioranza. Prevede l’assunzione di mille nuovi agenti penitenziari tra il 2025 e il 2026, e una semplificazione delle procedure burocratiche per riconoscere ai detenuti che ne hanno diritto gli sconti di pena e per permettere ad alcuni di loro, in particolare persone con tossicodipendenze o disturbi psichici, di seguire percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale in strutture residenziali alternative al carcere per un periodo della loro pena.

Il decreto-legge era stato approvato dal governo a luglio, e la sua conversione in legge era già stata votata dal Senato giovedì scorso. Teoricamente i decreti-legge sono misure di emergenza, e dopo essere stati approvati dal Consiglio dei ministri vanno convertiti in legge dal parlamento entro 60 giorni: se questo non succede decadono.

– Leggi anche: Il difficile compromesso di Carlo Nordio sulle carceri