Altri due dirigenti della società tedesca di pagamenti online Wirecard sono stati incriminati per lo scandalo finanziario del 2020
La procura di Monaco, in Germania, ha accusato formalmente altri due dirigenti della società di pagamenti online Wirecard per il grave scandalo finanziario emerso nel 2020. Nell’estate di quell’anno Wirecard dichiarò fallimento in seguito alla scoperta di un ammanco di 1,9 miliardi di euro che si pensava fossero depositati come fondi fiduciari in due banche delle Filippine, ma che in realtà non erano mai esistiti. La vicenda sollevò critiche e accuse anche contro l’Autorità federale di vigilanza finanziaria tedesca, contro la società di consulenza e revisione dei conti Ernst&Young e contro il governo della cancelliera Angela Merkel.
Un comunicato diffuso martedì dice che le persone coinvolte sono Alexander von Knoop e Susanne Steidl, rispettivamente ex responsabile dell’area finanziaria dell’azienda e responsabile dello sviluppo dei prodotti. I due sono stati incriminati per diversi capi d’accusa legati al reato di appropriazione indebita: secondo la procura i due avrebbero approvato prestiti e garanzie senza gli opportuni controlli; von Koop è stato accusato anche di favoreggiamento.
La procura di Monaco aveva già accusato l’amministratore delegato di Wirecard Markus Braun e altri dirigenti di falso in bilancio e manipolazione di mercato. Braun, che si era dimesso pochi giorni dopo lo scandalo, fu arrestato, liberato su cauzione e poi nuovamente arrestato: al momento è sotto processo da quasi due anni assieme al vice responsabile dell’area finanza, Stephan von Erffa, e al dirigente di Wirecard Asia, Oliver Bellenhaus. Nessuno sa invece dove si trovi Jan Marsalek, l’ex direttore operativo della società, accusato di truffa e appropriazione indebita e latitante dal 2020.