Il social network X ha fatto causa a un gruppo di inserzionisti che si erano organizzati per smettere di pubblicizzare i propri prodotti sulla piattaforma
Martedì l’azienda che gestisce il social network X (che molti chiamano ancora Twitter) ha fatto causa al Global Alliance for Responsible Media (GARM), un gruppo di importanti inserzionisti. L’obiettivo centrale di GARM è quello di spingere le grandi piattaforme social ad adottare politiche di moderazione dei contenuti più efficaci e attente nei confronti dei propri utenti più vulnerabili, per esempio eliminando o sanzionando i post che incitano all’odio o diffondono disinformazione: per farlo, spesso convincono un grande numero di aziende e marchi a smettere di investire soldi in pubblicità su specifiche piattaforme che si mostrano poco attente alla moderazione. Era successo anche con Twitter dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk nel novembre del 2022.
Secondo la causa intentata da X, GARM avrebbe violato le leggi antitrust americane, che tutelano la libera concorrenza e impediscono pratiche monopolistiche, «cospirando contro l’azienda» in modo da «bloccare collettivamente miliardi di dollari di entrate pubblicitarie» che altrimenti sarebbero state spese su X. Linda Yaccarino, amministratrice delegata di X, ha definito l’operazione di GARM «un boicottaggio illegale» che «indebolisce il libero mercato delle idee» e che impedisce ad alcuni punti di vista di ottenere la stessa visibilità di altri.
Le entrate pubblicitarie di X hanno effettivamente risentito molto dell’acquisto del social network da parte di Musk, che tra le altre cose ha licenziato quasi tutto il team preesistente dedicato alla sicurezza e alla moderazione dei contenuti sulla piattaforma. Se nel 2022 X generava circa un miliardo di dollari in entrate pubblicitarie ogni trimestre, la quota è scesa molto nel 2023, assestandosi in media sui 600 milioni di dollari a trimestre. Musk nell’ultimo anno e mezzo si è molto lamentato di questa cosa: ha più volte accusato gli inserzionisti di volerlo ricattare perché non sono d’accordo con le sue opinioni politiche, che nel tempo si sono spostate sempre più a destra, portandolo a condividere teorie del complotto razziste e antisemite.