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  • Lunedì 5 agosto 2024

I licenziamenti per i presunti legami tra l’UNRWA e Hamas

L'ONU ha licenziato nove dipendenti della sua agenzia che si occupa di fornire assistenza ai profughi palestinesi: è una storia complicata e molto discussa da tempo

Alcune persone tra i detriti di una scuola gestita dall'UNRWA distrutta da un bombardamento israeliano a Nuseirat, nella Striscia di Gaza, lo scorso 14 maggio (AP Photo/ Abdel Kareem Hana, file)
Alcune persone tra i detriti di una scuola gestita dall'UNRWA distrutta da un bombardamento israeliano a Nuseirat, nella Striscia di Gaza, lo scorso 14 maggio (AP Photo/ Abdel Kareem Hana, file)
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Lunedì l’ONU ha detto di aver licenziato nove dipendenti dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi, sostenendo che «potrebbero essere stati coinvolti» negli attacchi compiuti lo scorso 7 ottobre da Hamas contro i civili israeliani. I licenziamenti sono stati decisi durante la discussa indagine, in corso da diversi mesi, su presunti legami tra alcuni dipendenti dell’agenzia e Hamas: riguarda 19 dipendenti ed è condotta dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi interni (OIOS).

L’indagine è ancora in corso e al momento non sono state presentate pubblicamente conclusioni definitive. Il tema è molto dibattuto da mesi e le accuse iniziali ipotizzate contro l’UNRWA, che avevano generato un grande scandalo e avevano spinto diversi paesi occidentali a sospendere i finanziamenti all’agenzia, sono state nel frattempo un po’ ridimensionate.

Il primo ad accusare l’agenzia dell’ONU di avere legami con Hamas, e di avere avuto un qualche ruolo negli attacchi del 7 ottobre, era stato Israele. Le accuse avevano però assunto maggiore concretezza dopo la pubblicazione lo scorso gennaio di un’inchiesta del Wall Street Journal, che sosteneva – citando fonti anonime – che 12 dipendenti dell’agenzia erano sospettati di essere stati coinvolti negli attacchi. L’inchiesta sosteneva inoltre che il 10 per cento dei dipendenti a Gaza di UNRWA, cioè circa 1.200 persone, avesse legami con gruppi radicali della Striscia. Il giorno prima il New York Times aveva pubblicato un altro articolo che parlava dei presunti legami tra l’agenzia e Hamas.

L’articolo del Wall Street Journal citava come fonte alcuni «documenti d’intelligence», riferendosi all’intelligence israeliana: ma dopo la sua pubblicazione la caporedattrice del giornale Elena Cherney, responsabile dell’affidabilità e verificabilità di quanto pubblicato, aveva ammesso di non sapere se le accuse contenute nei documenti dell’intelligence israeliana fossero effettivamente vere, difendendo comunque quello che lei riteneva essere un articolo affidabile.

In uno scambio via email con Semafor, Cherney aveva detto che «Il fatto che le affermazioni israeliane non siano state corroborate da prove solide non significa che il nostro reportage fosse impreciso o fuorviante, che abbiamo cambiato idea o che ci sia un errore da correggere». Cherney, in sostanza, diceva che il suo giornale si era limitato a citare correttamente dei documenti, e che la notizia che stava dando era quindi vera, dato che la notizia non erano i legami tra Hamas e l’UNRWA, ma le accuse dell’intelligence israeliana.

Il fatto che una delle storie più importanti e di maggiore impatto del Wall Street Journal sulla guerra in corso si basasse su affermazioni di fatto non verificabili aveva generato fin da subito forti dubbi sulla solidità delle accuse rivolte all’UNRWA.

Nel frattempo, però, quell’articolo e altri usciti nei giorni successivi sui presunti legami tra Hamas e l’UNRWA, organizzazione con una storia lunga e complicata avevano provocato uno scandalo che ha avuto fin da subito dirette conseguenze sull’operato dell’agenzia e quindi sulla vita dei palestinesi nella Striscia.

Il Wall Street Journal non è ancora riuscito a verificare la solidità delle affermazioni contenute nei documenti d’intelligence israeliani: secondo tre fonti di Semafor, anonime ma informate dei fatti, da quando l’articolo è stato pubblicato i giornalisti del Wall Street Journal hanno tentato in diverse occasioni di verificare la veridicità di una parte delle affermazioni contenute nel rapporto, per ora senza riuscirci.

La decisione dei licenziamenti dei nove dipendenti dell’UNRWA è stata annunciata con un comunicato condiviso sul sito dell’ONU. Farhan Haq, un portavoce, ha aggiunto che «abbiamo informazioni sufficienti per prendere le decisioni che stiamo prendendo – ovvero di licenziare queste nove persone». Al momento comunque non è chiaro cosa abbiano fatto per essere ritenute potenzialmente coinvolte negli attacchi, né che ruolo avessero nell’agenzia.

Agli attacchi dello scorso 7 ottobre è seguita l’invasione israeliana della Striscia di Gaza, in cui sono state uccise decine di migliaia di civili palestinesi. L’UNRWA impiega circa 30mila dipendenti, quasi tutti profughi palestinesi, e si sostiene perlopiù grazie a finanziamenti di paesi stranieri. In questi mesi di guerra si è occupata di fornire cibo, acqua, farmaci e altri servizi alla popolazione della Striscia, oltre che di curare parte delle infrastrutture dei campi profughi.

– Leggi anche: Cos’è e cosa fa l’UNRWA