La Borsa di Tokyo ha perso il 12,4 per cento: è il peggior calo dal 1987
Lunedì l’indice Nikkei 225, il più importante della Borsa di Tokyo, è andato molto male e ha chiuso in perdita del 12,4 per cento: il calo più grande in un singolo giorno dal 1987.
Tra le cause ci sono i dati deludenti sul mercato del lavoro degli Stati Uniti, che molti hanno interpretato come l’inizio del rallentamento dell’economia statunitense e che negli ultimi giorni hanno influenzato in negativo l’andamento dei mercati finanziari in Europa e negli Stati Uniti. C’entra anche il crollo del valore delle azioni delle più grandi aziende tecnologiche statunitensi, che da qualche settimana risentono di un generale clima di scetticismo intorno alla loro capacità di essere redditizie.
C’è poi da considerare che la scorsa settimana la Banca centrale giapponese aveva deciso di aumentare i tassi di interesse di un decimo di punto percentuale (i tassi d’interesse vengono aumentati dalle banche centrali per tenere l’inflazione sotto controllo, perché aumentando il costo del denaro si riducono i fenomeni che fanno aumentare i prezzi). Ne era conseguito un aumento del valore dello yen, la moneta giapponese, che ha spinto gli investitori a vendere le proprie azioni in Giappone: negli ultimi anni per gli investitori stranieri era stato molto vantaggioso investire sul mercato giapponese, dato che chi compra azioni o obbligazioni partendo da dollari o euro trovava conveniente farlo in Giappone, dove gli ci volevano relativamente meno soldi per comprare titoli in yen.
È comunque un periodo di forte instabilità per la Borsa in Giappone: meno di sei mesi fa l’indice Nikkei aveva superato un record storico di più di 34 anni fa.
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