Chi è Noah Lyles, il nuovo campione olimpico dei 100 metri
È il velocista più famoso al mondo e quello più esposto mediaticamente dai tempi di Usain Bolt: alle Olimpiadi di Parigi punta ad altri due ori e al record del mondo nei 200 metri
Domenica 4 agosto lo statunitense Noah Lyles ha vinto in 9,79 secondi una finale olimpica dei 100 metri molto equilibrata e competitiva (l’italiano Marcell Jacobs è arrivato quinto in 9,85). Lyles ha 27 anni e oggi viene considerato il miglior velocista del mondo: era il favorito per vincere i 100 alle Olimpiadi di Parigi e lo è anche e soprattutto per i 200 metri. Alle qualificazioni olimpiche che si sono corse a Eugene, in Oregon, aveva vinto i 200 metri in 19,53 secondi, miglior tempo stagionale assoluto e record dei campionati statunitensi.
A Parigi oltre a quella vinta nei 100 metri punta ad altre due medaglie d’oro: nei 200 metri e nella staffetta 4×100. Oltre all’oro, non è impensabile che Lyles possa battere il record del mondo nei 200 metri, superando i 19,19 secondi con cui il giamaicano Usain Bolt vinse i Mondiali a Berlino nel 2009. Il suo record personale è di 19,31, terzo miglior tempo di sempre, e Lyles nei 200 metri ha vinto i Mondiali del 2019, del 2022 e del 2023 (quelli di Budapest, dove vinse anche i 100 metri).
La finale maschile dei 100 metri a Parigi
Alle Olimpiadi di Tokyo del 2021 Lyles era il favorito per vincere i 200 metri, ma arrivò in Giappone in un periodo per lui negativo a livello psicologico, nel quale aveva avuto problemi di depressione, e alla fine fu solo terzo. «L’ho detto tutta la stagione: non avere la depressione aiuta», aveva detto lo scorso giugno alla televisione statunitense NBC dopo aver vinto ai Trials, i campionati statunitensi che qualificano per le Olimpiadi. In questi tre anni Lyles si è ripreso e ha cominciato a correre molto velocemente anche i 100 metri: «Aveva solo bisogno di tempo per svilupparsi fisicamente e reggere carichi più pesanti in sala pesi per sostenere le aspettative dei 100 metri e continuare a vincere i 200», aveva spiegato il suo allenatore, Lance Brauman.
Lyles è molto visibile anche a livello mediatico e in questi anni è stato probabilmente il velocista più famoso e influente dai tempi di Bolt, anche perché lui si è mosso molto per proporsi in questo modo. Di recente ha prolungato il suo contratto con l’azienda di abbigliamento sportivo Adidas fino al 2030, un accordo di cui non sono stati resi pubblici i termini economici ma che è stato definito da Le Monde «il più ricco contratto nell’atletica leggera da quando Usain Bolt si è ritirato». Ha diverse collaborazioni nel mondo della musica e della moda, e in passato si è esposto spesso su alcuni temi sociali, in particolare i diritti delle persone afroamericane, su cui ha scritto e cantato la canzone A black life. «I titoli e le medaglie sono un modo per essere ascoltati e dare voce agli altri», disse sempre a Le Monde.
Dopo i Mondiali di Budapest del 2023, chiusi con tre ori, se la prese persino con la NBA, la principale lega professionistica nordamericana di basket, per l’abitudine di definire i suoi vincitori “campioni del mondo”: lo fanno ormai abitualmente anche gli stessi cestisti della NBA, nonostante il campionato comprenda solo squadre statunitensi e canadesi. «Campioni del mondo di cosa? Degli Stati Uniti? Non fraintendetemi, io amo gli Stati Uniti, a volte. Ma non sono il mondo». Diversi giocatori dell’NBA si erano abbastanza offesi e gli avevano risposto prendendolo in giro, in alcuni casi anche in modo piuttosto offensivo.