Il rifornimento d’acqua alla Sicilia con una nave della Marina Militare è stato sospeso

Era stato chiesto dalla Regione per far fronte all'emergenza dovuta alla grave siccità degli ultimi mesi, ma è ritenuto troppo costoso

Il lago di Piana degli albanesi, Palermo, 29 luglio 2024 (ANSA/IGOR PETYX)
Il lago di Piana degli albanesi, Palermo, 29 luglio 2024 (ANSA/IGOR PETYX)
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La Regione Sicilia ha chiesto la sospensione temporanea del servizio di rifornimento d’acqua attraverso una nave cisterna della Marina Militare, perché l’operazione non è sostenibile da un punto di vista economico. L’uso di una nave cisterna, un mezzo finora utilizzato solo per rifornire le piccole isole, era uno degli ultimi tentativi fatti dalla Regione per cercare di alleviare i problemi dovuti alla mancanza di pioggia e alla conseguente grave siccità.

La nave era stata messa a disposizione a inizio luglio e il primo carico d’acqua, partito da Augusta, vicino a Siracusa, era arrivato a Licata, nell’agrigentino, a metà mese. I due centri si trovano a circa 150 chilometri di distanza e l’operazione di trasporto, tra carico, partenza, arrivo, scarico e ritorno, aveva richiesto quasi cinque giorni: «Ogni viaggio costa circa 50mila euro, per una spesa pari a 43 euro a metro cubo», ha detto il capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina. Cocina ha aggiunto che il rifornimento di acqua «è risultato caro rispetto al quantitativo fornito» e che dunque è stata chiesta «una doverosa verifica dei costi ed eventuali soluzioni alternative, in quanto la nave è comunque utile per affrontare l’attuale fase di emergenza».

In attesa dei chiarimenti richiesti il servizio è stato sospeso per qualche giorno. Cocina ha rassicurato cittadine e cittadini dicendo che la Regione si sarebbe adoperata per individuare altre fonti di approvvigionamento, «di capacità anche superiore», ma non ha specificato quali.

Repubblica ha spiegato che il prezzo di mercato imposto dalla giunta regionale nella scorsa legislatura guidata fino al maggio del 2023 da Nello Musumeci, oggi ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, era pari a 0,69 euro al metro cubo. Significa che il costo dell’acqua trasportata dalla nave cisterna è più caro del 6.131% rispetto a quello dell’acqua pubblica, e quasi 4 volte superiore al costo dell’acqua fornita dal ministero dell’Interno alle isole minori come le Eolie, sempre con le navi cisterna: 11 euro al metro cubo.

Nell’ultimo anno, fino a maggio, la media delle precipitazioni in Sicilia era stata di 453 millimetri, mai così bassa dal 2002. La provincia di Agrigento è quella dove ha piovuto meno, ma l’acqua manca in quasi tutta l’isola. Lo stato di calamità naturale chiesto e ottenuto dalla Regione ha permesso di introdurre misure piuttosto drastiche come il razionamento dell’acqua potabile in oltre 200 comuni, in particolare nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani: in totale sono oltre 1,6 milioni le persone a cui è stata razionata l’acqua. Grazie ai 20 milioni di euro stanziati dal governo per finanziare interventi d’emergenza è iniziato anche lo scavo di alcuni pozzi: l’azienda pubblica Siciliacque ne sta realizzando tre nuovi a Caltabellotta e Favara, in provincia di Agrigento, e in contrada Zacchia, a Prizzi, in provincia di Palermo. Inoltre sono in corso ricerche in provincia di Palermo, in particolare sul monte Carcaci fra Prizzi e Castronovo.

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