Una canzone di Richie Havens
E pensieri da inizio vacanza
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Oggi ascoltavo in viaggio una canzone registrata durata un concerto, mi sono dimenticato quale fosse, e il cantante diceva due cose prima, e il pubblico rideva. Non c’era niente da ridere. Ma avete fatto caso che ai concerti tutti ridono a ogni cosa più futile (non a quelle tristi o drammatiche, certo) che il cantante dice tra una canzone e l’altra? È una specie di riflesso condizionato, e mi chiedevo a cosa si debba: a un’emozione di essere lì? A un affetto per il cantante da dimostrare? Alla tentazione inconsapevole di sentirsi complici con lui (o con lei), di essere quelli che capiscono cosa sta dicendo? O di non sembrare quelli che non hanno capito un’allusione, una battuta, anche quando la battuta non c’è?
Uf, Bryan Ferry ha pubblicato un’altra cover inutile di Bob Dylan.
Esce un disco dal vivo dei Fleetwood Mac, visto che ultimamente sono tornati molto, registrato nel 1982.
Il procuratore generale del District of Columbia ha aperto un’inchiesta contro Stubhub – il servizio di vendita di biglietti di seconda mano – per pratiche scorrette nei confronti dei clienti.
Ricordo, per soprammercato, che domani arriva Le Canzoni (la replica del giovedì, ma coi saluti e le Altre cose, prima), e poi andiamo in vacanza fino a settembre.
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