C’è stato un grande scambio di prigionieri tra la Russia e gli Stati Uniti
È avvenuto ad Ankara, in Turchia, e ha riguardato decine di persone, tra cui il giornalista statunitense Evan Gershkovich
Giovedì c’è stato ad Ankara, in Turchia, un grande scambio di prigionieri tra Stati Uniti, Russia e vari paesi europei, «il più complesso nella storia statunitense», come ha scritto Politico. Sono state liberate in tutto 24 persone, fra cui il giornalista statunitense Evan Gershkovich e l’ex marine statunitense Paul Whelan, accusati in modo strumentale di spionaggio dal governo russo. La Russia ha liberato 16 persone detenute nelle sue carceri e ha ottenuto in cambio la liberazione di 8 persone detenute negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei: Germania, Slovenia, Norvegia e Polonia.
Il complicato scambio è avvenuto nella capitale della Turchia, paese che ha da tempo un ruolo di mediazione tra Russia e Occidente. Il MIT, i servizi segreti turchi, in un comunicato hanno definito lo scambio «il più grande della storia recente» e hanno fatto sapere che tutti i prigionieri sono arrivati all’aeroporto di Ankara usando sette diversi aerei. Una volta atterrati sono stati spostati in una località sicura, dove hanno ricevuto controlli medici e di sicurezza. Dopo aver verificato che tutti i prigionieri concordati erano arrivati, sarebbe avvenuto lo scambio.
Le identità di tutti i prigionieri liberati sono state rese note (ne abbiamo scritto qui). Oltre a Gershkovich e Whelan sono stati liberati anche la giornalista con doppia cittadinanza statunitense e russa Alsu Kurmasheva, detenuta dal 2023; due noti oppositori di Vladimir Putin, Vladimir Kara-Murza e Ilya Yashin; e diversi collaboratori di Alexei Navalny. È stata confermata anche la liberazione di Rico Krieger, cittadino tedesco che a luglio era stato condannato a morte e poi graziato dalla Bielorussia, strettissimo alleato della Russia. La Russia ha ottenuto la liberazione di otto persone accusate a vario titolo di spionaggio e di altre attività illegali negli Stati Uniti e in Europa: tra di loro c’è anche Vadim Krasikov, che dal 2021 stava scontando l’ergastolo in Germania per l’omicidio dell’ex comandante dei separatisti ceceni Zelimkhan Khangoshvili.
Gli otto prigionieri russi liberati sono già arrivati in Russia e sono stati ricevuti dal presidente Putin. Quelli statunitensi sono in volo e arriveranno negli Stati Uniti venerdì mattina (ora italiana). Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha pubblicato una foto di Gershkovich, Kurmasheva e Whelan sull’aereo. Vladimir Kara-Murza, che ha un permesso di soggiorno statunitense, ha detto che andrà prima in Germania insieme ad altri prigionieri liberati, dove incontrerà la sua famiglia, e poi andrà anche lui negli Stati Uniti per incontrare Biden.
Evan Gershkovich ha 32 anni ed era il corrispondente dalla Russia per il Wall Street Journal, quotidiano statunitense per cui raccontava tra le altre cose la guerra in Ucraina. Era stato fermato dai servizi segreti russi mentre lavorava a un articolo sulle operazioni del gruppo di mercenari russi Wagner, diventando il primo giornalista statunitense arrestato in Russia dai tempi della Guerra fredda.
Dopo più di un anno in detenzione preventiva nella prigione di Lefortovo, a Mosca, nota per essere uno dei principali luoghi di detenzione di oppositori politici e giornalisti critici del governo russo, lo scorso giugno Gershkovich era stato incriminato per aver «raccolto informazioni segrete» su una struttura che costruisce e ripara attrezzature militari nella parte sud-occidentale del paese. Lo scorso 19 luglio era stato condannato a 16 anni di carcere dopo un processo svolto a porte chiuse. Le accuse contro di lui sono considerate false e pretestuose.
Paul Whelan invece ha 54 anni, è cittadino di quattro diversi paesi (Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Irlanda) e aveva fatto parte del corpo dei marine fino al 2008, quando era stato congedato per quello che i giornali americani avevano descritto come “un caso di furto”. Era stato arrestato il 28 dicembre del 2018 in un albergo di Mosca, dove aveva detto di trovarsi per un matrimonio: i servizi segreti russi invece avevano sostenuto che fosse in possesso di una chiavetta USB contenente informazioni riservate, in particolare la lista dei nomi dei dipendenti di un’agenzia di intelligence russa. Due anni dopo era stato condannato a 16 anni di carcere, e di lui non si era saputo niente fino all’agosto del 2023. Il processo si era svolto completamente in russo, in modo segreto e senza le necessarie garanzie per la difesa.
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