Shawn Levy è il regista giusto per la Marvel?

Il suo “Deadpool & Wolverine” è un successo e sembra probabile ne farà altri, provando a risollevare un franchise in crisi con uno stile più adulto

Un fermo immagine di Deadpool & Wolverine (Marvel)
Un fermo immagine di Deadpool & Wolverine (Marvel)

Nell’agosto di due anni fa il regista canadese Shawn Levy, famoso per aver ideato alcune commedie molto riuscite come Una notte al museo e Una scatenata dozzina e per essere il produttore della celebre serie di fantascienza Stranger Things, consegnò al presidente dei Marvel Studios Kevin Feige la sceneggiatura di Deadpool & Wolverine.

Scriverla fu molto difficile, un po’ per il controllo serrato che Feige tende a esercitare sui film dei Marvel Studios, e un po’ perché Levy lavorava su un soggetto inedito e per alcuni aspetti problematico. Deadpool e Wolverine infatti non avevano mai interagito nel Marvel Cinematic Universe (MCU), l’universo narrativo in cui sono ambientate le vicende dei supereroi della Marvel: fino al 2019 i loro diritti, come quelli di tutti gli X-Men, erano di proprietà della 20th Century Fox, e di conseguenza le storie che li riguardavano erano completamente slegate dalla continuity (la linea narrativa) del MCU.

L’altro ostacolo che Levy doveva superare aveva a che fare con il linguaggio. Deadpool è un personaggio con una parlantina molto audace, sboccata e ostentatamente irriverente, mentre Wolverine è famoso per il suo carattere rude e per i suoi modi violenti. Entrambi, insomma, sono stati concepiti come degli anti-eroi, ossia personaggi positivi che utilizzano però metodi non convenzionali e discutibili. Adattare le loro caratterizzazioni ai toni edulcorati e ostentatamente inoffensivi tipici del MCU era insomma un compito difficile, e anche superare l’esame preventivo a cui i Marvel Studios sottopongono tutte le sceneggiature.

In una recente intervista data a Vulture, Levy ha raccontato che il primo tentativo non andò a buon fine. Feige rifiutò e gli chiese di cambiare alcune parti della sceneggiatura, e in particolare i dialoghi. Anche se questi interventi ritardarono la realizzazione del film, Levy li accettò di buon grado. Questo perché era consapevole della necessità di bilanciare due esigenze: da un lato scrivere una storia di Deadpool che non risultasse artificiosa, e quindi «autentica, concreta, cruda, basata sul mondo reale»; dall’altro renderla adatta alle aspettative universalistiche dei Marvel Studios, che vogliono realizzare film epici e adatti al pubblico generalista.

Alla fine, Levy e Feige optarono per un compromesso: per evitare fraintendimenti ma intercettare il maggior numero possibile di spettatori classificarono il film come “R”, e quindi sconsigliato ai minori di 17 anni non accompagnati da un genitore: un buon modo per fare un film più adulto e meno ingenuo, ma adatto comunque alle famiglie.

In questo modo, Levy ha avuto la possibilità di impostare dialoghi più irriverenti e di superare i limiti che solitamente bisogna rispettare per adattare le proprie sceneggiature ai rigidi standard del MCU. Ha avuto ampia autonomia nell’inserire battute, parolacce, scene violente e momenti di rottura della quarta parete (ossia in cui Deadpool e Wolverine si rivolgono direttamente al pubblico, dimostrandosi consapevoli del fatto di essere personaggi di finzione).

In alcuni di questi momenti, Deadpool e Wolverine assumono il punto di vista dei fan della Marvel più critici e parlano male di alcuni elementi del MCU molto invisi agli spettatori, come per esempio la linea narrativa cervellotica, i frequenti camei (brevi apparizioni di personaggi famosi) e l’evidente attenzione alla sensibilità sui linguaggi da adottare e sulle parole da evitare. Insomma: è un film che si rivolge soprattutto ai fan che, negli ultimi anni, hanno mostrato una crescente insofferenza verso i cliché del MCU.

Alla fine, anche grazie a queste novità, il compromesso tra Feige e Levy ha funzionato: secondo Box Office Mojo, il sito di proprietà di Amazon che raccoglie dati sugli incassi cinematografici, nel suo primo fine settimana di programmazione Deadpool & Wolverine (che è uscito al cinema il 24 luglio) ha incassato più di 440 milioni di dollari, e attualmente si sta avvicinando ai 600 milioni.

Levy ha 56 anni, ed è un regista con una lunga esperienza nella realizzazione di film leggeri e di intrattenimento. Esordì al cinema come regista nel 1997 con Mittente sconosciuto e, dopo una serie di film di scarso successo, ottenne una certa popolarità grazie a una serie di commedie disimpegnate uscite agli inizi degli anni Duemila, come Big Fat Liar (2002), Oggi sposi… niente sesso e Una scatenata dozzina (2003).

Predilige storie incentrate su spunti narrativi molto semplici, ha un grande senso dell’azione e dà ai suoi film un ritmo veloce e piacevole: da questo punto di vista, l’esempio più immediato è quello dei film della saga Una notte al museo, che raccontano la storia di Larry Daley (Ben Stiller), un custode di un museo di storia naturale alle prese con scheletri di dinosauri che prendono vita. Negli ultimi anni Levy è stato associato soprattutto a Stranger Things, una delle serie tv di Netflix che hanno avuto più successo da quando esiste la piattaforma, e che racconta la storia di un gruppo di ragazzini alle prese con mostri e fenomeni soprannaturali in una cittadina dell’Indiana negli anni Ottanta.

Finora anche la critica è rimasta piacevolmente stupita da Deadpool & Wolverine: al netto di alcune eccezioni, le recensioni uscite nella prima settimana sono state prevalentemente positive e lo hanno descritto come un film ben sceneggiato e che riesce in ciò che ci si attende da un prodotto di intrattenimento, ossia alternare in modo convincente momenti comici e di azione. Su CNN Brian Lowry lo ha definito un film «rumoroso, orgogliosamente volgare e che infrange ripetutamente la quarta parete con allegra cattiveria» e ha lodato la regia di Levy, che con la sua sceneggiatura ha dimostrato che «anche i Marvel Studios hanno il potere di ridere di se stessi».

Secondo il critico cinematografico di Vulture Bilge Ebiri, che di solito riserva ai cinecomic (i film sui supereroi) giudizi poco lusinghieri, Deadpool & Wolverine «non è un film particolarmente bello», ma «è così determinato a prenderti con la sua incessante irriverenza che alla fine potresti esserne conquistato». David Ehrlich di IndieWire, un altro critico che solitamente non apprezza troppo i film di questo tipo, ha scritto che Deadpool & Wolverine «salva qualcosa di bello dalla bruttezza che i film sui supereroi hanno perpetuato per così tanto tempo».

Era da tempo che un film della Marvel non otteneva dei riconoscimenti di questo tipo. Negli ultimi due anni i film del MCU hanno deluso moltissimo in termini di incassi e sono stati criticati per via di un sempre minore coinvolgimento da parte degli spettatori rispetto alle nuove uscite, che critici e addetti ai lavori hanno ricondotto principalmente alla grande quantità di nuovi film e serie tv che l’azienda produce ogni anno, all’eccessiva complessità raggiunta dalle singole trame e al modo cervellotico in cui sono collegate tra loro.

The Marvels, il film uscito a novembre e l’ultimo del MCU prima di Deadpool & Wolverine, aveva ottenuto risultati molto deludenti, ed era stato considerato il simbolo della crescente disaffezione degli spettatori per questo universo narrativo.

Secondo Box Office Mojo, nel 2023 per il secondo anno di fila nessun film del MCU era riuscito a occupare le prime tre posizioni per incassi globali, mentre nel 2022 il film Marvel che aveva incassato di più al mondo era stato Doctor Strange nel multiverso della follia, superato da Jurassic World Dominion, Top Gun: Maverick e Avatar 2: La via dell’acqua. L’ultimo film della Marvel a superare il miliardo di dollari di incassi in tutto il mondo (un risultato che, prima dell’inizio della pandemia da coronavirus e della conseguente diminuzione delle presenze nei cinema, era alla portata di quasi tutti i film del MCU) era stato, nel 2021, Spider-Man: No Way Home.

– Leggi anche: La Marvel si è impantanata?

Il successo di Deadpool & Wolverine è stato così inaspettato che, dopo gli ottimi risultati del primo fine settimana, Feige ha chiesto a Levy di dirigere il quinto film della saga di Avengers, che uscirà nel 2026. Levy ha dovuto rifiutare per via di impegni assunti precedentemente con Lucasfilm, la società che produce i film di Star Wars, e che come Marvel appartiene a Disney. Levy è infatti in una fase avanzata della produzione del nuovo film di Star Wars, un’altra saga che negli ultimi anni ha deluso grandemente i fan e che secondo molti critici è stata infantilizzata e resa meno rilevante di un tempo dall’ingombrante controllo creativo della Disney. La Lucasfilm non distribuisce nelle sale un film di Star Wars da cinque anni, e secondo Vulture la Disney «vede Levy come una forza stabilizzatrice», ossia un regista capace di risollevare la saga. Alla fine la direzione del nuovo film degli Avengers è stata affidata ai fratelli Russo.

Tuttavia, secondo diversi addetti ai lavori è praticamente certo che Levy tornerà a dirigere altri film del MCU. La considerazione di cui gode presso i Marvel Studios è altissima. Come ha scritto il critico cinematografico Chris Lee, Levy ha convinto al punto di aver stabilito un nuovo record: è il primo regista a essere accreditato come co-sceneggiatore, regista e co-produttore di un film Marvel, un riconoscimento che neppure registi coinvolti in moltissimi film del MCU, come James Gunn e i fratelli Anthony e Joe Russo, hanno mai ottenuto. Lo stesso Feige ha detto di avere apprezzato la professionalità di Levy e il suo grande entusiasmo per l’universo narrativo della Marvel. La stima è reciproca: in un’intervista data a Esquire, Levy ha definito l’inizio della sua collaborazione con Feige l’opportunità più importante della sua intera carriera.

Bela Bajaria, la responsabile dei contenuti di Netflix, ha detto che Levy è il regista perfetto per la Marvel, perché «vuole entrare in contatto con un vasto pubblico» e «ha occhio e passione per quelle storie che possono essere apprezzate in tutto il mondo», proprio come i film del MCU hanno fatto negli ultimi anni.

C’è anche chi ritiene che il successo di Deadpool & Wolverine sia legato principalmente alla sua classificazione “R”, e che Levy dovrà essere giudicato quando inizierà a lavorare a film classificati come PG-13 (sigla che identifica film che possono essere visti dai minori di 13 anni solo se accompagnati), dovendo quindi sottostare a un maggior numero di limitazioni.