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  • Giovedì 1 agosto 2024

Il comunicato del Comitato Olimpico Internazionale sul caso di Imane Khelif

Ha difeso la pugile algerina e la decisione di ammetterla alla categoria femminile, criticando duramente l'aggressione in corso nei suoi confronti

Imane Khelif, dell'Algeria (Richard Pelham/Getty Images)
Imane Khelif, dell'Algeria (Richard Pelham/Getty Images)

Giovedì sera il Comitato Olimpico Internazionale ha pubblicato un comunicato per difendere la decisione di includere la pugile algerina Imane Khelif alle Olimpiadi, criticando duramente «l’aggressione» in corso contro di lei dopo l’incontro contro l’italiana Angela Carini, che si era ritirata dopo meno di un minuto. Il CIO ha definito invece «arbitraria» e «presa senza una procedura adeguata» la decisione di escluderla dai Mondiali del 2023 dell’IBA, la federazione internazionale di boxe, che è un’organizzazione controversa e da alcuni anni non più riconosciuta dal CIO.

Il CIO comincia dicendo che «tutte le persone hanno il diritto di fare sport senza essere discriminate». Ribadisce poi che Khelif rispettava i criteri per l’ammissione alle competizioni femminili delle Olimpiadi, che sono stati gli stessi fin da Tokyo 2021 e per tutte le fasi di qualificazione a Parigi 2024. Il CIO dice di aver visto circolare «informazioni ingannevoli» su Khelif e un’altra pugile che era stata esclusa insieme a lei ai Mondiali del 2023.

– Leggi anche: Cos’è il caso che riguarda la pugile algerina Imane Khelif

In quell’occasione Khelif fu estromessa dal torneo poco prima della finale a cui si era qualificata, per via di una decisione che secondo il CIO fu presa inizialmente da amministratore delegato e segretario generale dell’IBA, e soltanto in seguito ratificata dal consiglio di amministrazione che chiese comunque di rendere più chiaro in futuro il protocollo da seguire in casi simili. Il comportamento dell’IBA fu «pessima governance», ha detto il CIO: «i criteri di ammissibilità non dovrebbero essere cambiati durante le competizioni, e le loro modifiche dovrebbero seguire procedure adeguate ed essere basate sulle prove scientifiche».

«Il Comitato Olimpico Internazionale è rattristato dal maltrattamento che queste due atlete stanno subendo», dice il comunicato, che avverte che le federazioni nazionali di boxe dovranno mettersi d’accordo su una nuova federazione internazionale affinché la boxe sia ammessa come sport olimpico a Los Angeles 2028.

L’IBA non è più riconosciuta dal CIO da quando alcuni anni fa fu coinvolta in una serie di gravi scandali di corruzione. Da allora l’IBA ha sede in Russia – il suo presidente Umar Kremlev è un imprenditore vicino a Vladimir Putin – ed è finanziata principalmente da Gazprom, la compagnia petrolifera di stato russa.

Dopo che giovedì Angela Carini si era ritirata dopo meno di un minuto nell’incontro di giovedì degli ottavi di finale nella categoria 66 kg contro Khelif, la pugile algerina è stata oggetto di una enorme attenzione mediatica, di estesa disinformazione e di violenti attacchi verbali da parte di commentatori e politici specialmente di destra o di estrema destra, in Italia e in tutto il mondo.

Khelif, che ha un fisico imponente e un aspetto considerato mascolino, è stata anche erroneamente identificata da moltissime persone come pugile trans, anche se non risulta in nessun modo che sia così. Al momento non sono pubblici e confermati elementi sufficienti nemmeno per dire se Khelif abbia semplicemente livelli di testosterone alti o se rientri nello spettro dell’intersessualità, la condizione di chi presenta dalla nascita caratteristiche biologiche sia maschili sia femminili. Quest’ultima è tuttavia l’ipotesi che tutti stanno dando per corretta.