Le conseguenze delle notizie false sull’accoltellamento a Southport
Il ragazzo accusato di tre omicidi è nato nel Regno Unito, ma la bufala che fosse arrivato su un barcone, diffusa da account razzisti, ha provocato disordini e feriti
Alcune notizie false circolate online sull’identità del ragazzo che lunedì ha ucciso tre bambine e ne ha feriti diversi altri in un accoltellamento a Southport, nel nord-ovest dell’Inghilterra, hanno provocato disordini, violenze e proteste contro l’immigrazione e contro la popolazione musulmana, in cui sono rimasti feriti circa 50 poliziotti. La disinformazione sull’attacco è stata alimentata da vari politici e personaggi famosi vicini all’estrema destra britannica, che ne hanno approfittato per insinuare il dubbio che l’accoltellatore fosse arrivato illegalmente nel paese, e che la polizia britannica avesse sostanzialmente sottovalutato il rischio che rappresentava. Non sono serviti a molto i tentativi della polizia di smentire queste falsità.
L’accoltellamento è avvenuto durante un evento di danza e yoga. Due bambine accoltellate, di sei e sette anni, sono morte lunedì; la terza è morta nelle prime ore di martedì in ospedale. Sui social network hanno cominciato presto a circolare informazioni false sull’identità del ragazzo che aveva compiuto l’attacco: un profilo sul social network X con un nome simile a quello di un’emittente televisiva vera e propria, Channel 3 Now, è stato il primo a sostenere si chiamasse Ali Al-Shakati, che fosse arrivato nel Regno Unito su un barcone e che fosse già stato considerato potenzialmente pericoloso dalle forze dell’ordine.
Inizialmente la polizia non aveva diffuso l’identità del ragazzo per via della legge britannica che lo vieta, ma aveva assicurato che è nato nel Regno Unito, aggiungendo che ha 17 anni, che viveva a Banks, poco lontano da Southport, e che era nato a Cardiff, sempre nel Regno Unito, ma in Galles. Giovedì poi il tribunale di Liverpool ne ha invece rivelata l’identità, riconoscendo che tenerla nascosta in questo caso avrebbe continuato ad alimentare la disinformazione. Il ragazzo è quindi stato identificato come Axel Muganwa Rudakubana, nato nell’agosto del 2006 a Cardiff, da genitori provenienti dal Ruanda.
Nella sera di martedì a Southport c’è stata una protesta rumorosa e violenta contro l’immigrazione e contro le persone di origine musulmana che vivono nel Regno Unito, come reazione alle notizie false sull’accoltellamento. «Centinaia di persone sono arrivate a Southport da fuori, intenzionate a causare problemi con la speranza di provocare divisioni nella comunità, che sia perché credono a quello che hanno letto online, oppure perché sono loro le persone che hanno scritto quelle cose in malafede», ha detto Patrick Hurley, parlamentare del partito Laburista che rappresenta la zona di Southport.
I manifestanti hanno cantato cori come «Rivogliamo il nostro paese!» e «Inghilterra fino alla morte!». Hanno lanciato oggetti alla polizia, saccheggiato un negozio e sfondato le finestre di una moschea. Poi hanno dato fuoco a bidoni della spazzatura e a un furgone della polizia: l’incendio è stato estinto soltanto dopo varie ore. Più di 50 poliziotti sono stati feriti: ci sono state varie fratture e una commozione cerebrale.
Mercoledì sera a Londra, vicino al parlamento, c’è poi stata un’altra manifestazione simile: anche in questo caso ci sono stati scontri con la polizia, e i cori erano molto simili a quelli fatti a Southport. La polizia metropolitana di Londra ha detto che più di 100 persone sono state arrestate per reati tra cui disordini violenti e aggressione a un operatore dei servizi di emergenza. Alcuni agenti hanno riportato ferite lievi. Nelle stesse ore c’è stata una protesta molto violenta anche nella città di Hartlepool, nel nord dell’Inghilterra: anche in quel caso sono stati tirati oggetti alla polizia e ci sono stati otto arresti.
La polizia, i politici locali e vari esperti di estremismo online hanno detto che la violenza è stata provocata da personaggi famosi di estrema destra che hanno approfittato della disinformazione attorno all’accoltellamento per agitare i propri follower. «Esiste un universo parallelo in cui le voci circolate online coincidevano con la realtà dei fatti», ha detto Sunder Katwala, direttore di British Future, un think tank che studia le posizioni dei britannici a temi come l’integrazione e l’identità nazionale. «Alcuni dei personaggi [che le hanno fatte circolare di più] probabilmente lo fanno solo per generare visualizzazioni, forse perché sperano di poterle monetizzare».
Per esempio il profilo Channel 3 News, da cui sono partite le prime notizie false sull’identità dell’accoltellatore, rimanda a un sito web che fa “traffic farming”: attira i lettori con titoli fuorvianti e allarmisti e poi mostra loro articoli privi di alcuna fonte, generati molto spesso con software di intelligenza artificiale. Channel 3 Now si è poi scusato per aver condiviso «informazioni fuorvianti» sull’attacco.
A loro si sono aggiunte le persone «impegnate a diffondere le idee dell’estrema destra» nel paese, ha detto Katwala. Nelle ore precedenti sui social network erano circolati moltissimo video e post in cui Tommy Robinson, fondatore dell’organizzazione islamofobica di estrema destra English Defence League, chiedeva «perché il nostro governo ha permesso a questo tizio siriano di entrare nel nostro paese e pugnalare bambini innocenti?». Varie persone nel gruppo che ha attaccato la moschea di Southport martedì erano noti membri dell’English Defence League.
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Un altro video di Andrew Tate, personaggio noto soprattutto per le sue posizioni misogine online, ha ottenuto milioni di visualizzazioni: diceva che «qualcuno è arrivato nel Regno Unito su una barca e nessuno sapeva chi era, nessuno sa da dove venga».
Durante le proteste Alex Gross, vicecapo della polizia della regione del Merseyside, dove si trova Southport, ha detto che «ci sono state molte speculazioni e ipotesi sull’identità di un maschio di 17 anni che è attualmente sotto custodia cautelare della polizia, e alcuni individui le stanno sfruttando per portare violenza e disordine nelle nostre strade. Abbiamo già detto che la persona arrestata è nata nel Regno Unito e le speculazioni in questo momento non aiutano nessuno». Gross ha aggiunto che molte delle persone coinvolte nelle proteste non venivano dal Merseyside, ma da fuori.
La legge britannica dice che le autorità non possono condividere pubblicamente il nome di un sospettato fino a quando non viene formalmente accusato di qualcosa, e in generale non viene normalmente rivelata l’identità dei minori di 18 anni. Il diciassettenne è finora stato accusato di tre capi di omicidio e 10 di tentato omicidio.
«Coloro che hanno disturbato la veglia in memoria delle vittime con violenza e delinquenza hanno insultato una comunità che soffre», ha commentato il primo ministro britannico Keir Starmer. Oltre alle tre bambine uccise, altri otto bambini si trovano ancora in ospedale per le ferite: cinque di loro sono in gravi condizioni. Anche due adulti che hanno cercato di proteggerli sono stati feriti. I manifestanti violenti «subiranno tutta la forza della legge», ha aggiunto Starmer.
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