L’ong Carter Center ha detto che le elezioni in Venezuela non si sono svolte in modo trasparente 

(AP Photo/Fernando Vergara)
(AP Photo/Fernando Vergara)

Martedì il Carter Center, l’organizzazione non governativa statunitense che si occupa di diritti umani e di monitoraggio delle elezioni, ha detto che quelle che si sono svolte in Venezuela domenica non possono essere considerate democratiche. Il Carter Center è stata l’unica organizzazione autorizzata ad assistere alle elezioni venezuelane, mentre a tutti gli altri osservatori indipendenti era stato negato l’ingresso nel paese. Le elezioni, molto contestate per la loro mancanza di trasparenza, sono state vinte dal presidente uscente Nicolás Maduro, che governa in maniera autoritaria ed è al potere da undici anni, dopo settimane in cui tutti i sondaggi lo davano in forte svantaggio rispetto alla coalizione dell’opposizione unita.

Il Carter Center, che è stato fondato dall’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e da sua moglie Rosalynn Carter nel 1982, ha detto di non poter verificare o confermare i risultati dichiarati dal Consiglio elettorale del Venezuela, organo controllato dal governo venezuelano. Ha aggiunto che sono state attuate varie violazioni delle regole sulla trasparenza e che lo stesso Consiglio ha dimostrato di avere «un evidente pregiudizio a favore» di Maduro.

Sono giorni che organizzazioni di vario tipo e i governi di vari paesi contestano il risultato delle elezioni in Venezuela (anche l’Italia, in una dichiarazione congiunta con gli altri paesi del G7, il gruppo delle sette più influenti democrazie al mondo). Ma il parere del Carter Center è particolarmente rilevante: oltre al fatto che è stata l’unica organizzazione autorizzata ad assistere alle elezioni, è la stessa che in passato aveva lodato il sistema elettorale venezuelano per la sua trasparenza, parere che Maduro stesso ha in varie occasioni utilizzato come parte della propria propaganda.