Venerdì 9 agosto ci sarà uno sciopero di due ore dei balneari

Veduta di una spiaggia di Sirolo, Ancona (ANSA / GIUSEPPE GIGLIA)
Veduta di una spiaggia di Sirolo, Ancona (ANSA / GIUSEPPE GIGLIA)

La Federazione Italiana Pubblici Esercizi, l’associazione della Confcommercio che rappresenta le imprese del turismo, e la Federazione sindacale della Confesercenti, che rappresenta i balneari, hanno indetto uno sciopero di due ore per venerdì 9 agosto: gli stabilimenti e le attività in concessione su spiagge e aree demaniali che aderiranno alla protesta apriranno due ore dopo, non alle 7:30 del mattino, ma alle 9:30.

Lo sciopero è stato organizzato contro il governo Meloni, che si è sempre dichiarato contrario alle gare delle concessioni balneari ma che non è riuscito a bloccarle, e contro la scadenza delle stesse prevista per la fine del 2024. A gennaio 2025 dovrebbero tenersi le prime gare e alcuni enti locali e regioni, come la Toscana, hanno già iniziato a organizzarle. I balneari denunciano il fatto che manchino dei criteri nazionali sulle gare e che ogni ente locale possa dunque stabilire le regole in autonomia con conseguenti disparità di trattamento tra una località e l’altra. Inoltre, le associazioni di categoria pretendono il riconoscimento di un indennizzo economico per i concessionari uscenti.

In Italia gli stabilimenti si tramandano in molti casi di generazione in generazione, in violazione di una direttiva europea del 2006, la cosiddetta “Bolkestein”, che impone all’Italia di fare dei bandi per mettere a gara le concessioni e aprire così il mercato alla concorrenza. Dal 2006 a oggi, però, governi italiani di vario orientamento politico, nel timore di inimicarsi la categoria dei balneari che è piuttosto influente, hanno rinviato in maniera straordinaria la scadenza di queste concessioni, prorogandole. L’ultima proroga era stata quella voluta dall’attuale governo di Giorgia Meloni, che nella legge di bilancio approvata nel dicembre del 2022 aveva prorogato le concessioni fino alla fine del 2024.

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