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  • Mercoledì 31 luglio 2024

50 anni fa una nube radioattiva raggiunse Tahiti

Fu generata da un test nucleare francese svolto a 1200 chilometri di distanza e arrivò proprio dove sono in corso in questi giorni le gare di surf delle Olimpiadi

Teahupo'o, Tahiti (AP Photo/Daniel Cole)
Teahupo'o, Tahiti (AP Photo/Daniel Cole)
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In questi giorni le gare di surf delle Olimpiadi di Parigi 2024 si stanno tenendo a Teahupo’o, piccola cittadina sulla costa sud-occidentale di Tahiti, territorio d’oltremare della Polinesia francese, e stanno offrendo diversi momenti sportivi spettacolari, oltre che incredibilmente fotogenici. Il rapporto di questa regione con la Francia continentale è però da sempre piuttosto complicato, per diverse ragioni storiche: una di queste è legata alla lentezza del governo francese nel riconoscere gli effetti nocivi dei test nucleari condotti in Polinesia francese per tre decenni, che hanno un grave impatto sull’ambiente e sulla salute dei suoi abitanti. Negli ultimi anni sono stati creati dei meccanismi di risarcimento considerati piuttosto inefficienti e che sottostimavano gli effetti dei test su Tahiti.

Dal 1966 al 1996 nelle acque della Polinesia francese, arcipelago di oltre 100 tra isole e atolli abitato da 280mila persone distribuite su una porzione di oceano grande 8 volte l’Italia, il governo francese svolse quasi 200 test nucleari. Negli ultimi anni la portata dei danni di questi test è stata riconosciuta essere molto più grande rispetto al passato, dopo la declassificazione nel 2013 di moltissimi documenti militari di quel periodo. Fino ad allora quasi nessuno sapeva della nube radioattiva che il 19 luglio 1974 raggiunse Tahiti e i suoi ignari abitanti.

Secondo i documenti militari declassificati proprio a Teahupo’o furono registrati alcuni dei valori di radiazioni più alti in seguito all’arrivo della nube. La sindaca di Teahupo’o, Roniu Tupana Poareu, che ha diversi fratelli e parenti morti o malati di cancro, ha detto ad Hannah Beech del New York Times: «Sono felice di avere il surf olimpico e sono orgogliosa del fatto che tutti nel mondo conosceranno Teahupo’o, ma a volte, quando vedo la sofferenza della mia famiglia, odio la Francia».

La Francia iniziò i suoi test nucleari nel 1960, nel contesto della Guerra fredda, e negli anni successivi fu il paese che condusse più test dopo Stati Uniti e Russia: dopo l’utilizzo di due bombe atomiche da parte degli Stati Uniti sul Giappone alla fine della Seconda guerra mondiale, nel 1945 diversi stati si munirono di ordigni nucleari e condussero esperimenti per testarne la potenza. Come fecero altri governi, quello francese scelse di condurre questi test in aree isolate dei suoi territori coloniali: per i primi sei anni ebbero luogo nel deserto del Sahara dell’Algeria, dove si stava svolgendo una guerra che si concluse con l’indipendenza dell’Algeria nel 1962. I francesi rimasero per altri quattro anni, per poi spostarsi in Polinesia francese nel 1966, già indicata come luogo migliore per i test data la sua distanza dalla Francia continentale e la presenza di aree poco abitate.

Quando i militari francesi arrivarono in Polinesia furono accolti con gioia dalla popolazione locale, ma presto nelle isole più vicine a Mururoa, l’atollo in cui fu condotta la maggior parte dei test, iniziarono a morire i primi animali.

Le malattie della tiroide, che secondo i residenti di Mangareva (l’isola più vicina a Mururoa) non avevano mai colpito l’isola prima dei test, divennero comuni. Mentre i militari francesi stanziati in Polinesia francese consumavano principalmente cibo importato dalla Francia continentale, i residenti bevevano acqua piovana e mangiavano le verdure coltivate sul suolo dell’isola, altamente radioattivo. Secondo i documenti militari declassificati, nel luglio del 1966 a Mangareva il livello di radiazioni nell’acqua piovana era 11 milioni di volte superiore al normale.

Al tempo si riteneva che gli effetti dei test fossero minimi e comunque circoscritti intorno all’area di Mururoa, che dista più di 1200 chilometri da Tahiti, come Monaco di Baviera e Siracusa. Queste idee erano però errate. Inoltre per precauzione i test venivano comunque condotti in presenza di determinate condizioni atmosferiche che si pensava rendessero meno probabile la dispersione di prodotti radioattivi.

Il 17 luglio 1974 però la nube radioattiva provocata dal test Centaur a Mururoa non salì a 8mila metri come era stato previsto ma rimase molto più bassa, intorno ai 5mila. Inoltre invece di dirigersi verso sud est si diresse a nord ovest, verso Tahiti: la nube ci mise due giorni a raggiungere l’isola, ma in quel tempo i residenti non furono messi al corrente del pericolo e l’isola non fu evacuata.

Nello stesso anno, in seguito a forti pressioni internazionali, in particolare del governo della Nuova Zelanda, la Francia interruppe i test condotti in superficie, e si concentrò su quelli sotterranei, che in teoria dovevano essere meno nocivi perché escludevano la possibilità che le nubi tossiche viaggiassero per molti chilometri. La Francia ha poi continuato a condurre e definire sicuri questi test per altri vent’anni, anche quando le prime ricerche iniziarono ad affermare che fossero comunque problematici.

Nonostante i test nucleari francesi siano stati interrotti nel 1996, il governo continuò poi a negarne gli effetti sulla Polinesia francese fino al 2010, quando fu approvata una legge che permetteva di risarcire il personale militare e i civili polinesiani che si erano ammalati a causa dei test. La legge però chiedeva che fosse dimostrato che le loro malattie fossero causate dall’esposizione alle radiazioni, cosa che limitò notevolmente le possibilità di ricevere un risarcimento.

In questo periodo fu stabilito che anche i residenti di Tahiti potessero chiedere un risarcimento, ma solo quelli che abitavano in alcune precise zone dell’isola. La decisione si basava su un rapporto della commissione francese per l’energia atomica del 2006 che sosteneva che i livelli di radioattività fossero superiori al normale solo in una parte di Tahiti, escludendone un’altra in cui era compresa anche Teahupo’o.

Secondo un’analisi dei documenti disponibili, redatti precedentemente al rapporto ma declassificati solo successivamente, il rapporto avrebbe però minimizzato in modo significativo l’esposizione alle radiazioni sull’isola. Qualche anno fa Poareu, la sindaca di Teahupo’o, andò casa per casa a chiedere ai suoi circa 1.500 residenti quanti fossero malati di cancro e ne trovò 60.

Nel 2021, dopo alcune modifiche alla legge, le persone che furono riconosciute come aventi diritto a un risarcimento erano state 217 su circa 1500 richieste. Secondo diverse ricerche però le persone direttamente colpite potrebbero essere oltre 100mila, quasi il 90% della popolazione negli anni Settanta. Molti abitanti dell’arcipelago sostengono che il numero delle persone polinesiane che si sono ammalate sia sottostimato anche a causa del fatto che molte sono morte senza essersi curate o prima di ricevere una corretta diagnosi. In più, per anni molti malati di cancro sono andati a curarsi fuori dalla Polinesia francese, in paesi dove avrebbero potuto ottenere cure migliori, ma non necessariamente nella Francia continentale. Questi pazienti non rientrano quindi nel conteggio ufficiale del governo francese sulle persone malate di cancro nell’arcipelago.

Nel 2021, durante una storica visita in Polinesia francese, il presidente francese Emmanuel Macron parlò per la prima volta chiaramente del fatto che lo Stato francese avesse un «debito» con l’arcipelago per via dei test nucleari. Nel 2024 è stata aperta una nuova inchiesta parlamentare sugli effetti nocivi dei test.

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