Il nuovo logo del London Museum è un piccione che fa la cacca

E non una cacca qualsiasi, ma dorata: per il museo sulla storia della capitale inglese è un tentativo per rilanciarsi, in vista della riapertura nel 2026

Il nuovo logo del museo: un piccione bianco che fa una cacca dorata
(London Museum)
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I loghi delle aziende sono pieni di animali, dal coccodrillo della Lacoste alla volpe di Firefox al celebre panda del WWF, ma il nuovo logo del London Museum è in maniera piuttosto spiazzante un piccione che fa la cacca. “London Museum” è il nuovo nome del Museum of London, che racconta la storia della capitale inglese, chiuso dal 2022 e la cui riapertura è prevista per il 2026 dopo un rinnovamento. Se paragonato al British Museum, al museo di Storia naturale o alla Tate Modern non è tra i più noti della città, e la scelta del piccione fa parte di una più ampia operazione di “rebranding” per rilanciarsi e farsi conoscere di più.

Il nuovo logo è stato scelto grazie al confronto e alle discussioni (focus group) di 500 persone tra residenti di Londra e non. Quello precedente era una sovrapposizione di aree colorate che ricordava l’evoluzione della città nel tempo: a detta del gruppo di discussione era «impopolare» e «non rappresentava né la sua identità né le sue aspirazioni», ha fatto sapere il museo. Nils Leonard, cofondatore dello studio creativo che ha organizzato il focus group, ha detto che l’obiettivo era trovare «un nuovo simbolo per la stessa Londra… e dopo una ricerca approfondita abbiamo capito che la risposta era sempre stata lì davanti a noi».

I piccioni sono considerati animali infestanti e fastidiosi, che portano sporcizia, eppure secondo il museo «sono un simbolo che unisce la città. Un collegamento tra passato e presente». Citati da Charles Dickens, studiati da Charles Darwin e venduti nei mercati dove si trovavano quelli con il piumaggio migliore, selezionati per la domesticazione, loro «restano lì, a guardare Londra come hanno fatto per secoli», dice il museo, nonostante i tentativi di allontanarli. In questo senso il piccione del logo sarà «un osservatore umile e imparziale della vita di Londra»: Sharon Ament, la direttrice del London Museum, ha spiegato che i piccioni «a Londra sono ovunque», e che quello è anche un po’ l’obiettivo del museo.

Sempre Ament ha ricordato che un buon logo fa parlare la gente, ed è molto comprensibile che stia facendo discutere anche il logo con il piccione e la sua cacca, peraltro dorata. Per alcuni è una trovata ingegnosa, mentre per altri è «incomprensibile» e «poco edificante». Tra chi lo ha criticato c’è Maxwell Blowfield, che nella sua popolare newsletter sui musei ha scritto che «nessuno pensa, parla o ha mai opinioni sui piccioni», che ha definito «una delle cose meno eccezionali di Londra».

Il London Museum comunque ha rivendicato la scelta. Per Josh Green, capo del dipartimento del design del museo, il nuovo brand «è peculiare e pieno di carattere». Per Ament «il piccione e la sua cacca glitterata invitano la gente a riconsiderare la città» in costante cambiamento, che ha descritto come «un posto storicamente pieno di dualismi, in cui tempra e splendore sono coesistiti per millenni».

Al momento siamo più o meno a metà dell’imponente progetto di riqualificazione del museo, per cui verrà speso l’equivalente di oltre 500 milioni di euro. Il Museum of London era stato inaugurato in centro a Londra nel 1976 grazie a una fusione tra il  Guildhall Museum e il London Museum appunto, fondati rispettivamente nel 1826 e nel 1911. Come ha scritto il museo nel suo blog, tuttavia, il suo ingresso difficile da trovare «ne era sempre stato una caratteristica problematica». Così, per continuare a essere «interessante e rilevante», nel 2016 il museo aveva preannunciato la chiusura e la successiva riapertura all’interno del mercato di Smithfield, a poche centinaia di metri dalla vecchia sede, e in un’area da 27mila metri quadrati contro i 17mila di quella storica.

Con oltre 7 milioni di reperti archeologici, dipinti e oggetti decorativi, tra gli altri, quella del London Museum è la più grande raccolta di documenti di storia urbana al mondo, ed è incentrata in particolare sui cambiamenti e le trasformazioni della società inglese anche contemporanea. Tra le altre cose ospita un frammento del celeberrimo fatberg, la palla di grasso e rifiuti da 130 tonnellate trovata nelle fognature di Whitechapel nel 2017, e il “Trump Baby Blimp”, un dirigibile a forma di Donald Trump vestito da neonato che si era visto per la prima volta nel 2019, durante una protesta contro la visita dell’allora presidente statunitense nel Regno Unito.

In attesa dell’apertura, sul sito del museo si possono leggere centinaia di articoli sui posti, sulle persone e sugli eventi che hanno fatto la storia di Londra, molto spesso collegati a oggetti nella sua collezione. Per il 2028 è prevista anche l’apertura di uno spazio adiacente alla nuova sede dove una volta c’era proprio il mercato del pollame, che in futuro sarà destinato a eventi e mostre temporanee.

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