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  • Mercoledì 31 luglio 2024

In India sono morte almeno 150 persone a causa delle frane

E più di 180 sono disperse: i soccorritori sono al lavoro da martedì ma le operazioni procedono a rilento

Chooralmala, distretto di Wayanad, India, 31 luglio 2024 (AP Photo/Rafiq Maqbool)
Chooralmala, distretto di Wayanad, India, 31 luglio 2024 (AP Photo/Rafiq Maqbool)
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Nello stato indiano del Kerala, nel sud dell’India, le forti piogge monsoniche hanno causato una serie di frane in cui sono morte almeno 150 persone: più di 180 risultano ancora disperse. I soccorritori sono al lavoro da martedì, ma le operazioni procedono a rilento a causa delle piogge che non si fermano, della mancanza di elettricità, dei ponti che sono crollati, delle strade bloccate dal fango e dagli alberi che sono caduti.

Le frane hanno colpito in particolare le zone collinari del distretto di Wayanad, nella parte nord-orientale del Kerala, dove la maggior parte dei corpi è stata trovata nel fiume Chaliyar che sfocia nel vicino distretto di Malappuram. Qui i soccorsi sono complicati dal crollo di uno dei principali ponti a collegare le aree colpite dalle frane a Chooralmala, la città più vicina: «La situazione è grave», ha detto il ministro delle Foreste dello stato, A.K. Saseendran. Il ministro ha anche spiegato che l’esercito è al lavoro per costruire un ponte provvisorio. Finora, nelle operazioni di soccorso sono state salvate circa 1.000 persone. «Sono stati mandati anche degli elicotteri, ma il tempo è pessimo», ha detto la ministra della Salute dello stato del Kerala Veena George spiegando la difficoltà dei soccorsi.

Manoj Narayanan, medico al Moopens Medical College Hospital di Mepadi, ha detto alla CNN che un centinaio di pazienti sono stati portati in ospedale a partire dalle 3 del mattino, ora locale, di martedì, e che dieci di loro all’arrivo erano già morti. Alcuni corpi, ha aggiunto il medico, erano difficili da identificare a causa dell’entità delle ferite: «Le ferite comprendono fratture, abrasioni, lacerazioni e molte persone hanno del fango nei polmoni».

Negli ultimi mesi in tutta l’Asia meridionale ci sono state inondazioni e frane che hanno ucciso centinaia di persone, distrutto infrastrutture e causato milioni di sfollati. Le inondazioni sono piuttosto comuni in quest’area durante la stagione delle piogge, ma la climatologia segnala da tempo che il cambiamento climatico causato dalle attività umane sta peggiorando la portata di questi fenomeni naturali che sono sempre più irregolari e che hanno conseguenze particolarmente gravi. Anche in Cina sta piovendo da settimane e ci sono state frane e inondazioni in diverse province a causa dell’esondazione del fiume Yangtze.

In un post su X, il primo ministro indiano Narendra Modi ha detto di essere «addolorato», che i suoi pensieri «sono per tutti coloro che hanno perso i propri cari» e che le sue «preghiere sono per i feriti». Il suo governo ha annunciato che i familiari delle persone che sono morte riceveranno circa 200mila rupie (pari a 2.200 euro) e che i feriti saranno risarciti con circa 50mila rupie (550 euro circa).