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  • Mercoledì 31 luglio 2024

Firenze riprova a limitare gli affitti brevi

La moratoria era stata approvata l'anno scorso ma il Tar aveva poi stabilito non fosse più valida a causa di un problema formale, che ora il Comune ha risolto

Firenze (REUTERS/Yara Nardi)
Firenze (REUTERS/Yara Nardi)
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Martedì il Consiglio comunale di Firenze ha approvato una nuova delibera per limitare gli affitti brevi nel centro storico della città. La norma era stata adottata a ottobre del 2023, ma lo scorso 10 luglio era stata dichiarata non più valida dal Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Toscana, a causa di un problema formale.

Inizialmente la norma era stata adottata come una variante al regolamento urbanistico e non era stata inserita direttamente nel nuovo piano operativo, come richiesto dalle procedure. Il piano operativo, o piano di governo territorio, è lo strumento utilizzato dai comuni per gestire lo sviluppo urbanistico delle città. Per questo il Tar, esprimendosi sui ricorsi contro la misura presentati da alcuni cittadini e associazioni di categoria, aveva dichiarato non valida la norma. La sindaca di Firenze, Sara Funaro, aveva però subito detto di voler correggere l’incongruenza, cosa avvenuta ieri. La norma, che non è retroattiva, vieta la registrazione di nuovi alloggi ad affitto breve, come ad esempio quelli su Airbnb, nell’area del centro storico riconosciuta patrimonio mondiale dall’Unesco.

La delibera è stata approvata dai consiglieri del Partito Democratico (di cui fa parte anche Funaro), della lista civica Funaro e di Alleanza Verdi e Sinistra. Il Comune sostiene che la norma sia necessaria per ridurre lo spopolamento del centro storico della città e migliorarne le condizioni di abilità per i residenti permanenti. A Firenze, come in molte altre città italiane ed europee con una forte vocazione turistica, trovare una sistemazione permanente sta diventando sempre più difficile dato che in molti casi i proprietari degli appartamenti preferiscono affittarli ai turisti, un’attività più redditizia. Negli ultimi anni il fenomeno degli affitti brevi si è sviluppato in modo incontrollato, causando rialzi dei prezzi delle case e degli affitti e quindi grossi problemi di spopolamento.

Le opposizioni hanno criticato la misura, sostenendo che non sia la soluzione giusta al problema dello spopolamento del centro storico e della gestione inadeguata dei flussi turistici. «L’emergenza abitativa non si risolve limitando la proprietà privata e le locazioni turistiche, che vengono utilizzate solo come capro espiatorio», hanno detto alcuni consiglieri di Fratelli d’Italia, secondo cui il provvedimento è «lesivo della libertà di godimento della proprietà privata nonché della libertà economica di tutti gli attori coinvolti».

– Leggi anche: A che punto è il “codice identificativo nazionale” per gli affitti brevi

Secondo Cecilia Del Re, della lista civica Firenze Democratica, la misura approvata dal Consiglio comunale sarebbe illegittima perché in contraddizione con le disposizioni contenute nel decreto “salva-casa”, convertito in legge la settimana scorsa: è quindi possibile, secondo Del Re, che la norma venga nuovamente bocciata dal Tar. Il Comune ha però fatto sapere di aver già considerato questo aspetto, e di avere ragioni per credere che la norma contro gli affitti brevi sia legittimamente applicabile. Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia (un’associazione che assiste gli imprenditori attivi nel settore degli affitti brevi), ha comunque detto che presenterà un nuovo ricorso al Tar.

Negli ultimi anni anche altre città italiane ed europee hanno annunciato o introdotto misure per limitare gli affitti brevi. Per esempio, nel 2022 il parlamento concesse a Venezia la possibilità di limitare gli affitti brevi offerti ai turisti da piattaforme online come Airbnb (il comune però non ha ancora approvato una normativa specifica), mentre a metà giugno è partita in Puglia e in Veneto la sperimentazione di un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi, che fu istituito nel 2023 e dovrebbe entrare in vigore in tutta Italia a partire da settembre.

A fine giugno il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni, ha annunciato che nei prossimi anni la città spagnola non rinnoverà le licenze degli oltre 10mila appartamenti che attualmente vengono affittati a breve termine ai turisti: se venisse approvata, la norma vieterebbe di fatto gli affitti brevi dal 2029.

– Leggi anche: Si può essere turisti responsabili?