Una canzone di Philip Aaberg

E uno dei più famosi disastri della storia del cinema

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Un creativo e spiritoso utente di Twitter ha prodotto un software che colloca tra le mani di Kamala Harris (in un’immagine della scena che avevamo linkato la settimana scorsa, quella in cui lei ha comprato dei dischi) la copertina del disco che preferite.
Philip Glass ha protestato per l’uso non autorizzato della sua musica da parte del teatro di Sebastopoli, nella “Crimea occupata”.
Aderisco per antica convinzione alla definizione di Filippo che mi ha scritto di avere acquistato “la monumentale (e un po’ inutile) edizione del quarantesimo di Synchronicity dei Police”, e che “in ogni caso Mother resta comunque la canzone skippabile per definizione”.
Billy Joel ha concluso la sua leggendaria residency al Madison Square Garden (con Axl Rose ospite, stavolta): con Emilia andammo nel 2016. Il 9 agosto sarà a Cardiff, in Galles, per un’unica data europea.
Mi prendo la consueta vacanza dalla settimana prossima: la newsletter arriva fino a questo giovedì e poi ci rivediamo qui lunedì 2 settembre. E staccare, senza tutta la retorica dello “staccare”, male non fa: vi confesso volentieri che già da una settimana ho smesso con gran sollievo di leggere i sei-sette quotidiani che leggo ogni giorno (ogni notte, in realtà) e sarà doloroso riprendere. Certo, avete ragione, non paragonerei i sentimenti generati dalla lettura dei giornali a quelli prodotti dall’ascolto delle canzoni: ma di quelle ne avete, godetevele tutte.

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