I trolley motorizzati sono tra noi

Ci si siede sopra e li si guida come dei tricicli elettrici: si cominciano a vedere in stazioni e aeroporti asiatici, dove in alcuni casi sono diventati un problema

(Airwheel/YouTube)
(Airwheel/YouTube)

Spesso viaggiare in treno o in aereo comporta fare lunghi spostamenti nelle stazioni o tra un terminal e l’altro, con la conseguenza di dover mettere in conto una certa quantità di tempo ed energie, specie se si hanno con sé bagagli. Per ovviare a questo problema da diversi anni sono stati messi in commercio delle specie di trolley motorizzati, che ultimamente hanno cominciato a vedersi più spesso negli aeroporti: ricordano un po’ dei tricicli elettrici e permettono di andare in giro seduti sulla propria valigia.

Sono oggetti abbastanza costosi, pensati per persone che viaggiano molto e possono spendere anche mille euro per un trolley, ma si cominciano a vedere facilmente in aeroporti e stazioni di paesi come Thailandia, Indonesia e Giappone, dove ultimamente hanno anche cominciato a creare qualche problema di sicurezza. Negli Stati Uniti ne ha da poco pubblicizzato uno Paris Hilton.

I trolley elettrici, o motorizzati, sono solitamente piccoli come dei bagagli a mano e per questo non comodissimi, soprattutto per persone alte. Sono dotati di un motore interno con una batteria al litio estraibile e di un manubrio telescopico agganciato a una struttura simile a quella di un monopattino: per usarli ci si siede sopra a cavalcioni e si appoggiano i piedi sotto al manubrio o su due pedalini laterali. Raggiungono una velocità massima tra i 10 e i 13 chilometri all’ora. La batteria è ricaricabile e può servire anche a caricare il telefono quando si è in giro grazie a una o più prese USB. La gran parte delle compagnie aeree permette di imbarcarli in cabina, purché rientrino nei limiti di volume previsti per i bagagli a mano e purché prima dell’imbarco si rimuova loro la batteria.

Non è chiaro quanto i trolley elettrici siano effettivamente diffusi, ma in Giappone lo sono abbastanza da diventare oggetto di attenzione degli addetti alla sicurezza negli aeroporti ed essere regolamentati. L’aeroporto di Narita, vicino a Tokyo, ha fatto sapere di aver raccolto le lamentele di vari passeggeri secondo cui questi trolley danno fastidio e rischiano di creare incidenti tra le migliaia di persone che si spostano ogni giorno nello scalo. Altri due aeroporti nelle province di Aichi e di Kansai (cioè quella in cui si trova Osaka) hanno chiesto di non usarli all’interno delle loro strutture. Al contempo la polizia giapponese ha invitato i commercianti a rendere note le regole per il loro utilizzo nel paese.

In Giappone i trolley elettrici sono infatti stati classificati come veicoli motorizzati e non possono quindi essere usati in strada liberamente. L’agenzia di stampa Kyodo News spiega che, in base alla legge giapponese, questi speciali bagagli rientrano nella stessa categoria delle bici elettriche e dei motocicli con potenza massima fino a 50 cavalli: per questo devono essere registrati e possono essere usati in strada solo con gli appositi dispositivi di sicurezza, come frecce laterali e uno specchietto retrovisore, e soprattutto con una patente. In più chi li guida deve indossare un caschetto e avere un’assicurazione per tutelarsi da eventuali danni.

A volte però i turisti stranieri non sono al corrente di queste regole e li usano in maniera illegale. A giugno una donna cinese è stata la prima a essere stata denunciata in Giappone per aver “guidato” una di queste valigie su un marciapiede a Osaka il 31 marzo scorso. La polizia giapponese ha detto che, in base a quanto riferito, la donna lo aveva comprato su un sito cinese e non sapeva che in Giappone servisse una patente per usarlo in strada. A luglio un ragazzino indonesiano è stato visto sfrecciare sulla sua valigia elettrica in mezzo ai passanti in una delle principali zone commerciali della città, e tra le più frequentate del paese: la sua famiglia è rimasta sorpresa quando le era stato fatto notare che in Giappone è illegale guidarli in strada, anche perché in Indonesia si possono usare ovunque, scrive sempre Kyodo News.

A fabbricare i trolley elettrici sono alcune aziende che di norma producono biciclette, monopattini o monoruota elettrici, ma anche altri tipi di bagagli “smart”, come quelli che seguono i loro proprietari senza bisogno di trascinarseli dietro. Per esempio la cinese Airwheel ha modelli da 20, 26 o 48 litri; al momento i due più capienti sul sito di Airwheel risultano esauriti, mentre il primo modello, l’SE3S, classificato come bestseller, è disponibile per 899 dollari, circa 830 euro. La statunitense Modobag invece ha un modello da 32 litri, che arriva quasi a 13 chilometri orari e secondo l’azienda può coprire una distanza di oltre 9,5 chilometri con una sola carica della batteria: costa 1.295 dollari, cioè 1.200 euro.

Se ne trovano anche su Amazon, con caratteristiche simili e prezzi che vanno dagli 800 ai 1.850 euro: costano insomma almeno dieci volte in più rispetto al costo di un buon trolley delle stesse dimensioni.

Sul suo sito Modobag dice che il suo trolley «sta cambiando il modo in cui il mondo viaggia», e secondo chi lo ha provato può essere in effetti pratico e divertente, una volta superato l’imbarazzo di farsi vedere a bordo di una specie di triciclo per adulti.

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