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  • Lunedì 29 luglio 2024

Le proteste contro l’esercito israeliano fuori dalla prigione di Sde Teiman

La polizia militare ha arrestato nove soldati accusati di aver abusato di un detenuto palestinese: ne è nata una rivolta in loro sostegno

Alcune persone con bandiere israeliane durante la protesta
(AP Photo/ Tsafrir Abayov)
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Lunedì la polizia militare israeliana ha arrestato nove soldati che lavoravano a Sde Teiman, una base militare che si trova nel deserto, a 18 chilometri dalla Striscia di Gaza, ed è usata per la detenzione delle persone palestinesi arrestate durante la guerra contro il gruppo radicale di Hamas. I soldati sono stati accusati di aver abusato di un detenuto palestinese e adesso dovranno essere interrogati: non si sa ancora di che tipo di abusi si tratti, ma sono mesi che varie associazioni per i diritti umani e inchieste giornalistiche denunciano le pessime condizioni e le presunte torture a cui sono sottoposte le persone incarcerate a Sde Teiman, che è anche il più grande centro di detenzione d’Israele.

Finora l’esercito israeliano ha negato che i detenuti subiscano particolari maltrattamenti: nelle scorse settimane tuttavia il governo ultraconservatore del primo ministro Benjamin Netanyahu aveva detto di essere impegnato nel trasferimento di gran parte dei detenuti palestinesi in altre strutture, in modo da poter lavorare alla «riqualificazione» di Sde Teiman.

Dopo l’annuncio dell’arresto, lunedì pomeriggio circa duecento manifestanti si sono incontrati fuori dalla base per mostrare sostegno ai soldati accusati.

Fuori dalla base ci sono stati scontri con gli agenti della polizia militare e alcuni manifestanti hanno fatto brevemente irruzione nella struttura, sventolando bandiere israeliane e urlando «vergogna!». Molti erano mascherati e armati, e indossavano simboli vicini all’estrema destra israeliana. Tra di loro c’erano anche soldati in divisa.

Alcuni giornalisti presenti sono stati aggrediti: Ilana Curiel del sito di notizie Ynet ha raccontato: «Mi hanno spintonata, mi hanno sputato addosso e mi hanno chiamato puttana, puttana araba, traditrice. Mi hanno gettato due volte il cellulare a terra, sono in lacrime».

Secondo Haaretz tra i manifestanti c’erano anche vari parlamentari: Limor Son Har-Melech (del partito di estrema destra Potere Ebraico), ha detto che il procuratore generale di Israele, che ha approvato l’arresto, «è un criminale», e che «il popolo di Israele combatterà sia contro i nemici esterni che contro quelli che cercano di distruggerci dall’interno». Era presente anche Tally Gotliv, che appartiene al Likud, lo stesso partito di Netanyahu, mentre ha espresso posizioni vicine ai manifestanti sui social network il parlamentare Yuli Edelstein, sempre del Likud: «I nostri soldati non sono criminali e questa spregevole persecuzione nei loro confronti è inaccettabile», ha scritto.

Netanyahu ha detto di «condannare con forza» le proteste e ha chiesto che «gli animi all’interno della base si rasserenino immediatamente». Il presidente israeliano Isaac Herzog ha detto che «l’irruzione di civili in una base militare, peraltro fatta con l’incoraggiamento e il coinvolgimento di parlamentari eletti, è un atto grave, pericoloso, illegale e irresponsabile, che ci danneggia come popolo e come paese».

Anche il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha detto invece che «l’irruzione di civili nelle basi dell’IDF è un incidente grave che danneggia seriamente la democrazia israeliana e gioca a favore del nostro nemico durante la guerra». Gallant ha detto di aver chiamato il capo dell’esercito per dirgli che ha tutto il suo appoggio in caso volesse adottare misure per impedire l’ingresso non autorizzato di civili nella base.

Il Comitato pubblico contro la tortura in Israele, una delle più antiche e rispettate organizzazioni non governative che si occupano del tema nel paese, ha detto di aver accolto con favore l’apertura di un’indagine contro i nove militari. Ha aggiunto però che a Sde Teiman gli abusi contro i detenuti sono frequenti e sistematici, e che non si limitano al solo caso in esame. Da quando Hamas ha attaccato Israele lo scorso 7 ottobre, uccidendo più di 1200 persone e rapendone circa 250, l’esercito israeliano ha arrestato migliaia di cittadini palestinesi: quasi tutti sono passati da Sde Teiman.