• Sport
  • Lunedì 29 luglio 2024

In che senso la piscina delle Olimpiadi è “lenta”?

Se ne sta parlando perché a Parigi 2024 i nuotatori stanno facendo tempi superiori alle loro abitudini: ci sono alcune possibili spiegazioni

(Adam Pretty/Getty Images)
(Adam Pretty/Getty Images)
Caricamento player

Domenica sera il nuotatore italiano Nicolò Martinenghi ha vinto i 100 metri rana maschili, ottenendo così la prima medaglia d’oro per l’Italia alle Olimpiadi di Parigi. È stata una gara molto emozionante ed equilibrata: tra il primo e l’ultimo nuotatore c’è stato meno di un secondo di distacco (95 centesimi) e i secondi classificati a parimerito, il britannico Adam Peaty e lo statunitense Nic Fink, sono arrivati dopo Martinenghi per appena due centesimi (hanno preso entrambi l’argento). Martinenghi ha vinto la gara in 59 secondi e 3 centesimi, un tempo non eccezionale, se si considera che il suo primato è 58 secondi e 26 centesimi e il record mondiale sono i 56 secondi e 88 centesimi (decisamente eccezionali per la verità) con cui Adam Peaty gareggiò ai Mondiali di Gwangju nel 2019.

«Nessuno capisce perché, ma i tempi sono strani, forse la piscina è troppo bassa», ha detto Martinenghi in una delle interviste, quando gli hanno chiesto una possibile spiegazione di questi tempi sotto le aspettative (anche tutti i suoi avversari sono andati più lenti rispetto ai loro standard). In effetti, dopo i primi due giorni di gare di nuoto, si sta già parlando del fatto che la piscina della Defense Arena di Parigi sia lenta, cioè che non permetta ai nuotatori e alle nuotatrici di andare al massimo della velocità: per il momento non è stato battuto nessun record del mondo e anche nelle qualificazioni dei 100 rana femminili i tempi sono stati sotto le aspettative. Non ci sono prove definitive del fatto che sia così, ma sono state avanzate alcune ipotesi per provare a spiegare la cosa.

La tesi più citata sia dai media specializzati nel nuoto come SwimSwam, sia da quelli generalisti come The Independent, riguarda la profondità e in particolare il fatto che la piscina della Defense Arena è meno profonda del solito. In una piscina più bassa, si legge su SwimSwam, le onde generate dal passaggio dei nuotatori rimbalzano prima sul fondo e rendono l’acqua più mossa, rallentando la velocità di chi nuota: un’acqua più calma invece porta generalmente i nuotatori e le nuotatrici ad andare più veloci. Le differenze sono minime, però in gare che si decidono sui decimi e sui centesimi di secondo possono essere decisive.

La piscina di Parigi, installata dall’azienda italiana Piscine Castiglione (proprietaria del marchio Myrtha Pools), è profonda 2,15 metri, circa ottanta centimetri in meno rispetto a quella delle Olimpiadi di Tokyo, per esempio. Il regolamento della World Aquatics, la federazione mondiale del nuoto, stabilisce che una piscina dev’essere profonda non meno di due metri, ma raccomanda che lo sia almeno di tre metri, soprattutto nel caso in cui debba ospitare altre discipline come il nuoto artistico (che a Parigi però si fa da un’altra parte, all’Aquatics Centre).

Secondo un ricercatore in fluidodinamica del Politecnico di Milano sentito dal Post, è vero che una piscina meno profonda può rallentare la velocità dei nuotatori. Questo però non dipenderebbe dal fatto che il loro movimento rende l’acqua più mossa, ma anzi dal fatto che l’acqua ha meno spazio per spostarsi, e in questo modo finisce per rallentare i nuotatori. È un concetto che si può capire meglio con un esempio portato all’estremo: una pallina da ping pong in una vaschetta larga solo un millimetro in più del suo diametro fa fatica a spostarsi, perché sbatte contro le pareti; allo stesso modo l’acqua, spinta dai nuotatori in una piscina poco profonda, sbatte più spesso contro le pareti, si muove con più difficoltà rallentando così anche chi ci nuota dentro.