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  • Lunedì 29 luglio 2024

Maduro è stato dichiarato vincitore in Venezuela, dopo un voto contestato

L'autorità elettorale, controllata dal governo, ha detto che il presidente uscente ha vinto con il 51,2% dei voti, nonostante i sondaggi dessero l'opposizione in netto vantaggio

Nicolas Maduro dopo l'annuncio che ha vinto le elezioni presidenziali, Caracas, 29 luglio
Nicolás Maduro dopo l'annuncio che ha vinto le elezioni presidenziali, Caracas, 29 luglio (AP Photo/Fernando Vergara)
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Il Consiglio elettorale del Venezuela, organo controllato dal governo venezuelano, ha detto che il presidente uscente Nicolás Maduro ha vinto le elezioni presidenziali che si sono svolte domenica nel paese. Secondo il Consiglio elettorale su circa l’80 per cento dei voti contati Maduro avrebbe preso il 51,2 per cento, mentre il suo principale rivale, Edmundo González, il 44,2 per cento dei voti. L’affluenza è stata del 59 per cento. Prima e dopo la chiusura dei seggi, l’opposizione, che nei sondaggi indipendenti era data avanti di oltre 20 punti percentuali, aveva parlato di diffusi brogli elettorali in tutto il paese, e aveva detto che avrebbe contestato un’eventuale vittoria di Maduro.

Maduro, che ha 61 anni, governa il Venezuela in modo autoritario dal 2013: è a capo del Partito Socialista Unito del Venezuela e nel corso degli anni ha aumentato molto la repressione del dissenso, ha arrestato oppositori politici e dissidenti e ha quasi azzerato la libertà di stampa. Da tempo sta attraversando una grossa crisi di consensi, a causa soprattutto del pessimo stato dell’economia nazionale.

Proprio per questo fino a pochi giorni fa i sondaggi davano in vantaggio il candidato di opposizione González, un ex ambasciatore di 74 anni che non era molto conosciuto. González è a capo della Piattaforma Unitaria Democratica (PUD), un’ampia coalizione che unisce quasi tutti i partiti dell’opposizione, sia di centrodestra che di centrosinistra.

Una sostenitrice di Nicolas Maduro festeggia i risultati delle elezioni presidenziali

Una sostenitrice di Nicolas Maduro festeggia i risultati delle elezioni presidenziali, Caracas, 29 luglio (REUTERS/Maxwell Briceno)

La coalizione a sostegno di González ha schierato migliaia di osservatori ai seggi di tutto il paese per poter controllare il corretto svolgimento del voto. Tuttavia un portavoce dell’opposizione ha detto che in molti seggi gli osservatori sono stati «costretti a andarsene», ed è stato quindi impossibile verificare che non ci fossero brogli.

Per questa ragione, la leader dell’opposizione María Corina Machado – a cui a marzo il regime aveva impedito di partecipare alle elezioni – ha detto che non riconoscerà il risultato ufficiale. «È un oltraggio alla verità», ha detto Machado, che ha indicato invece González come “presidente eletto”, sulla base dei dati a cui ha avuto accesso l’opposizione secondo cui González avrebbe ottenuto il 70 per cento dei consensi. Non è ancora chiaro come l’opposizione potrà fare ricorso: per il momento i suoi leader hanno chiesto di ricontare manualmente le ricevute dei voti (espressi col voto elettronico).

Tra gli altri il presidente cileno Gabriel Boric, il segretario di stato degli Stati Uniti Antony Blinken, l’alto rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell e il ministro italiano degli Esteri Antonio Tajani hanno espresso dubbi sulla trasparenza del processo elettorale, chiedendo a loro volta una verifica indipendente dei voti. La vittoria di Maduro è stata invece subito riconosciuta dai suoi alleati regionali, i presidenti di Cuba, Nicaragua, Bolivia e Honduras, che sono vicini ideologicamente al presidente.

Nelle prime dichiarazioni dopo l’annuncio dei risultati, Maduro ha detto: «Non permetteremo una spirale di violenza, il popolo ha scelto la pace e in Venezuela ci saranno pace e democrazia». Maduro ha anche riferito di un presunto «grande attacco hacker» ai sistemi del Consiglio elettorale del Venezuela. Le elezioni erano state convocate da Maduro nel settantesimo anniversario della nascita di Hugo Chávez, che ha guidato il Venezuela prima di Maduro per quattordici anni fino alla sua morte nel 2013. Domenica Maduro è andato a rendergli omaggio al mausoleo di Cuartel de la Montaña.

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