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  • Lunedì 29 luglio 2024

Sono iniziate le primarie dei Conservatori britannici

Si sono candidati in sei per la leadership del partito e Kemi Badenoch è considerata la favorita: è un processo che finirà a novembre

La scorsa convention del Partito Conservatore britannico, a Manchester il 4 ottobre 2023
La scorsa convention del Partito Conservatore britannico, a Manchester il 4 ottobre 2023 (Ian Forsyth/Getty Images)
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Lunedì pomeriggio è scaduto il termine entro cui i parlamentari dei Conservatori britannici potevano candidarsi alle primarie per scegliere la prossima o il prossimo leader del partito, che ha perso nettamente le elezioni dello scorso 4 luglio. I sei nomi di chi alla fine si è candidato circolavano da settimane e l’unica sorpresa è stata la rinuncia di Suella Braverman, una delle esponenti più di destra dei Conservatori. Ora comincia un processo piuttosto articolato che si concluderà il 2 novembre: fino ad allora l’ex primo ministro Rishi Sunak resterà il capo dell’opposizione al governo dei Laburisti del primo ministro Keir Starmer.

Kemi Badenoch
L’ultima a candidarsi è stata Kemi Badenoch, ex ministra degli Affari economici e del Commercio, che i media britannici considerano la favorita. Domenica Badenoch ha annunciato le sue intenzioni con un intervento sul Times, il principale quotidiano conservatore del Regno Unito, in cui tra le altre cose ha detto che i Conservatori hanno meritato di perdere. «Troppo spesso ci siamo fatti guidare dai “focus group”. Abbiamo detto cose di destra ma governato come la sinistra», ha scritto Badenoch, facendo capire che vorrebbe spostare ancora più a destra un partito che negli anni di Brexit ha già abbracciato posizioni sempre più nazionaliste e xenofobe.

Tra l’altro lunedì è uscita la biografia di Badenoch scritta da Michael Ashcroft, ex vicepresidente del Partito Conservatore. È una biografia “non autorizzata”, ma probabilmente sarà utile a Badenoch in una fase in cui sta cercando di aumentare la sua popolarità (Ashcroft ha scritto libri simili su Sunak e sull’attuale primo ministro Starmer).

Badenoch è nata a Londra da genitori nigeriani, da piccola ha vissuto in Nigeria, Laos e negli Stati Uniti prima di tornare nel Regno Unito da adolescente. Nel 2017 Badenoch fu eletta per la prima volta alla Camera dei Comuni, la camera bassa britannica. Nel 2022 partecipò alle primarie dei Conservatori dopo le dimissioni di Boris Johnson, arrivando quarta dietro Rishi Sunak, Liz Truss e Penny Mordaunt.

Sunak e Truss sono stati gli ultimi due primi ministri espressi dai Conservatori in 14 anni consecutivi al potere (Truss per soli 49 giorni). Mordaunt era considerata una candidata forte per la leadership, ma alle ultime elezioni non è stata rieletta nella sua circoscrizione di Portsmouth North (anche Truss ha perso il suo seggio in parlamento). Per via del buon risultato alle primarie di due anni fa, e per il fatto che i tre che andarono meglio di lei oggi non sono in corsa, Badenoch è considerata la favorita.

Gli altri candidati
Tra gli altri candidati alla leadership, i media danno buone possibilità all’ex sottosegretario all’Immigrazione Robert Jenrick, per cui sono andate a lavorare alcune persone che hanno lasciato la campagna di Braverman.

Braverman piaceva soprattutto all’ala destra del partito, che probabilmente sosterrà Jenrick, ma domenica si è ritirata dalle primarie, a cui aveva accennato di volersi candidare subito dopo le elezioni. In un intervento sul Telegraph, domenica Braverman ha sostanzialmente detto di sentirsi isolata in un partito che non condivide le sue idee: «Sono stata bollata come matta, cattiva e pericolosa abbastanza da accorgermi che il Partito Conservatore non vuole sentire le verità che ho esposto», ha scritto.

I sei candidati alle primarie dei Conservatori britannici

Ai tempi dei ricorsi legali contro il piano per espellere i richiedenti asilo in Ruanda, Braverman e Jenrick avevano chiesto l’uscita del Regno Unito dalla giurisdizione della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU). A differenza di Jenrick, Badenoch punta a raccogliere consensi anche nella parte più moderata del partito. (Il piano è stato poi abrogato dai Laburisti).

James Cleverly è un altro candidato che aspira a quest’area politica: è anche quello con maggiore esperienza, essendo stato presidente del partito e ministro dell’Interno e degli Esteri. Anche lui, come Badenoch, pensa di essere la persona giusta per unire un partito indebolito da anni di lotte di potere interne e uscito dalle elezioni con un terzo dei deputati rispetto alla scorsa legislatura (121 contro 365).

L’ex ministra dell’Interno Priti Patel è vista come una candidata un po’ trasversale. Ha sempre sostenuto Sunak ed era considerata vicina a Johnson, che è ancora molto influente nel partito, ma al tempo stesso non dispiace all’ala sinistra dei Conservatori perché ha posizioni un filo più moderate (ma giusto un filo) rispetto agli altri. Il più centrista dei candidati è Tom Tugendhat, ex presidente della commissione Esteri della Camera dei Comuni.

Tugendhat è probabilmente il più moderato, a parte nella politica estera, dove ha espresso più volte posizioni molto dure e ostili verso Russia e Cina. Tra l’altro, ha dovuto cambiare subito lo slogan della sua campagna perché “Together we can, Unite the party. Rebuild trust. Defeat Labour” risultava in un acronimo offensivo (TURD, cioè “stronzo”).

Tugendhat è probabilmente troppo moderato, però, per piacere alla maggioranza dei membri del Partito Conservatore, che mediamente ha posizioni più radicali di quelle dei soli deputati. Anche per questo, Tugendhat sta cercando di mostrarsi più radicale nelle interviste. L’ultimo dei sei candidati è Mel Stride, ex ministro del Lavoro, che però è considerato molto legato a Sunak e per questo sembra avere minori possibilità di andare più avanti della prima fase delle primarie.

I primi sondaggi suggeriscono che nessuno dei candidati abbia suscitato particolare entusiasmo tra gli elettori di destra, che addirittura riterrebbero Nigel Farage un leader più adatto dei sei candidati (lui però è concentrato sul suo nuovo partito, Reform UK). In questi primi sondaggi, da prendere con cautela proprio perché la campagna vera e propria non è ancora cominciata, Tugendhat risulta di poco il candidato con più consensi, Cleverly, Badenoch e Patel sono più o meno appaiati.

Come funzionano le primarie
Per partecipare alle primarie, ogni candidato aveva bisogno del sostegno di dieci deputati (ognuno dei quali può appoggiare un solo candidato). Adesso per i sei aspiranti leader comincia una campagna elettorale che consiste principalmente nel convincere i colleghi del cosiddetto “partito parlamentare”, cioè i deputati Conservatori. Tra il 4 e l’11 settembre i deputati infatti scelgono i quattro candidati che si qualificheranno per la fase successiva, con due giri di votazioni in cui ogni volta viene eliminato chi risulta ultimo.

Questi quattro potranno parlare alla convention del partito, che sarà dal 29 settembre al 2 ottobre a Birmingham.

La tabella con i tempi della selezione del nuovo leader diffusa dai Conservatori

La tabella con i tempi della selezione del nuovo leader diffusa dai Conservatori

Tra il 9 e il 10 ottobre, poi, ci sarà un secondo giro di votazioni sempre riservato ai deputati. Questo penultimo passaggio stabilirà i due candidati che si sottoporranno al voto online dei circa 172mila iscritti al partito (negli anni Cinquanta erano più di tre milioni).

Il voto online terminerà il 31 ottobre e il risultato sarà comunicato il 2 novembre. Quel giorno i Conservatori avranno una nuova o un nuovo leader.

L’ultima volta il voto degli iscritti ribaltò la classifica uscita dalla scrematura fatta dal “partito parlamentare”. Nelle primarie dopo le dimissioni di Johnson, Sunak ottenne infatti più consensi di Truss tra i deputati, ma quest’ultima vinse grazie al voto degli iscritti. La base dei Conservatori, ha scritto l’Economist, «non è rappresentativa del Regno Unito»: è costituita quasi esclusivamente da persone bianche della classe media. Secondo le ultime statistiche disponibili, quasi la metà degli iscritti ha più di 65 anni e il 71 per cento è maschio.

Per fare un paragone, i primi due partiti italiani, Fratelli d’Italia e Partito Democratico, hanno rispettivamente 204mila e 150mila iscritti.

– Leggi anche: Come mai i Conservatori britannici si sono ridotti così