Il direttore artistico delle Olimpiadi ha detto che la scena più discussa della cerimonia non era ispirata all’Ultima cena
Aveva suscitato reazioni polemiche e scandalizzate in ambienti cattolici e conservatori di mezzo mondo perché tra gli interpreti c'erano tre drag queen
Domenica sono continuate le discussioni su una parte della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, interpretata da gran parte degli spettatori e dai media internazionali (a partire da quelli francesi) come una reinterpretazione dell’Ultima cena, un episodio dei Vangeli, con una dj al posto di Gesù e dei ballerini, tra cui tre drag queen, al posto degli apostoli. Questo momento della cerimonia aveva suscitato reazioni molto polemiche e scandalizzate in ambienti cattolici e conservatori di mezzo mondo, a partire da vari politici di destra, secondo cui sarebbe stato offensivo per le persone cristiane.
Intervistato da BFM TV, una rete televisiva francese, il direttore artistico della cerimonia Thomas Jolly ha detto però che l’Ultima cena «non era l’ispirazione» di quel momento. «Innanzitutto, penso fosse chiaro, c’era Dioniso che arrivava su questa tavola», ha aggiunto Jolly, facendo riferimento a un uomo mezzo nudo, con il corpo dipinto di blu e una corona di fiori e frutti in testa (il cantante e comico Philippe Katerine), comparso a un certo punto davanti agli altri interpreti:
Perché era lì? Perché è il dio delle feste nella mitologia greca e la scena si chiamava “Festività”. È anche dio del vino e il padre di Sequana, la divinità che rappresenta il fiume, la Senna. L’idea era di rappresentare una grande festa pagana legata agli dei dell’Olimpo. Non troverete mai né in me né nel mio lavoro un desiderio di ridicolizzare o denigrare qualcuno o qualcosa.
La disposizione dei ballerini ricordava effettivamente l’Ultima cena, così come l’aureola sulla testa della dj al centro della scena. Lo stesso account su X (Twitter) di France Télévisions, l’azienda televisiva pubblica francese che trasmetteva la cerimonia, aveva definito la scena una «Cène LÉ-GEN-DAIRE», che significa “Ultima cena leg-gen-da-ria” dato che in francese la parola “cène” si usa appunto solo per fare riferimento all’Ultima cena. Il tweet in questione era poi stato eliminato dopo le polemiche sul momento della cerimonia.
Anche Barbara Butch, la dj che ha partecipato alla rappresentazione, aveva condiviso sul proprio profilo su Instagram una storia in cui la scena veniva paragonata all’Ultima cena, in particolare nella celebre versione di Leonardo da Vinci. Nella storia, condivisa da Butch insieme a Flávio Juán Núñez, il designer che ha disegnato e realizzato il copricapo simile all’aureola, c’è scritto in inglese: «Oh sì! Oh sì! Il Nuovo Testamento gay!».
In un’intervista con Repubblica pubblicata domenica lo storico Patrick Boucheron, che è professore al Collège de France ed è uno degli autori che hanno lavorato con Jolly per ideare la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi, ha detto che il riferimento all’Ultima cena era «subliminale» e che nel copione della cerimonia l’episodio dei Vangeli non era menzionato.
Parlando con Radio France invece Damien Gabriac, regista della scena, ha sottolineato che la scena contestata non poteva essere considerata «queer» perché oltre alle drag queen c’erano varie altre persone con identità molto diverse tra loro, compresi dei ballerini di danze tradizionali francesi, che poi hanno ballato tutte insieme sulla stessa musica messa da Butch, proprio per rappresentare l’unità delle Olimpiadi.