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  • Domenica 28 luglio 2024

Due rare telefonate tra la Russia e il Pentagono

Nell’ultimo mese il segretario della Difesa americano ha parlato con il suo equivalente russo a proposito di una presunta operazione segreta ucraina, racconta il New York Times

Il ministro della Difesa russo Andrei Belousov mentre visita un centro d'addestramento a San Pietroburgo, il 26 luglio
Il ministro della Difesa russo Andrei Belousov mentre visita un centro d'addestramento a San Pietroburgo, il 26 luglio (EPA/RUSSIAN DEFENCE MINISTRY PRESS SERVICE HANDOUT)
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Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, i canali diplomatici con gli Stati Uniti sono rimasti aperti, ma non sono stati usati così spesso. Da febbraio 2022 a oggi il segretario della Difesa americano Lloyd J. Austin III ha parlato con il suo equivalente russo in tutto sei volte: e due soltanto nell’ultimo mese. Secondo il New York Times, nell’ultima telefonata – avvenuta il 12 luglio – i russi avrebbero chiesto agli americani di impedire una presunta operazione ucraina sotto copertura di cui il Pentagono (il ministero della Difesa statunitense) non sapeva niente.

Austin aveva preso l’iniziativa alcune settimane prima. Il 25 giugno aveva contattato Andrei Belousov per la prima volta da quando quest’ultimo, a metà maggio, era stato nominato ministro della Difesa al posto di Sergei Shoigu. L’intento del Pentagono è mantenere il dialogo con la Russia, ritenendolo un modo per evitare l’allargamento della guerra in Ucraina. Il 12 luglio è stato invece Belousov a chiedere di parlare con Austin.

Secondo le fonti del New York Times, in questa seconda occasione i russi avrebbero detto di aver scoperto una presunta operazione dei servizi segreti ucraini e hanno chiesto agli americani se ne fossero a conoscenza o la sostenessero. Austin ha detto di no, ma ha preso sul serio le parole di Belousov, tanto da far contattare i servizi segreti ucraini per dissuaderli qualora stessero effettivamente pianificando qualcosa.

Il segretario della Difesa americano Lloyd J. Austin III in visita a Tokyo, il 28 luglio

Il segretario della Difesa americano Lloyd J. Austin III in visita a Tokyo, il 28 luglio (EPA/YOSHIKAZU TSUNO)

Non si sa se l’operazione fosse reale: né, se lo era, quali fossero i suoi obiettivi. Le dichiarazioni dei portavoce del Pentagono sulla seconda chiamata si sono riferite genericamente all’«importanza di mantenere dei canali di comunicazione» con la Russia. Nella prima, secondo il New York Times, Austin avrebbe anche avvisato Belousov che gli Stati Uniti non avrebbero tollerato eventuali azioni di sabotaggio contro i loro soldati in Europa. Pochi giorni dopo nelle basi americane è stato alzato il livello d’allerta.

In passato i servizi segreti ucraini hanno condotto alcune operazioni di cui non avevano condiviso in anticipo i dettagli con gli alleati. Tra queste l’attacco alla base aerea di Saki nell’agosto 2022 e il camion-bomba che ha distrutto un pezzo del ponte di Kerch nell’ottobre 2022, entrambi in Crimea. La propaganda russa ha chiamato questi episodi «attacchi terroristici» e il presidente russo Vladimir Putin li ha usati per presentare come “difensiva” una guerra che in realtà è stata offensiva fin dall’inizio.

Nell’ottobre 2022, una decina di giorni dopo l’esplosione sul ponte di Kerch, c’erano state due chiamate tra Austin e Shoigu, che era in carica dal 2012. L’amministrazione di Joe Biden era determinata a fare pressioni sui russi dopo che era circolata la notizia che alcuni generali russi avevano discusso delle eventuali modalità dell’utilizzo di armi atomiche in Ucraina.