In Sicilia l’acqua è sempre più razionata

La siccità che va avanti da più di un anno e mezzo non è solo un problema grave per l'agricoltura ma anche un disagio per chi vive in città

Fotografia satellitare dei dintorni del lago di Pergusa (privo d'acqua) in provincia di Enna: i colori dominanti sono il giallo e il marrone
Fotografia satellitare dei dintorni del lago di Pergusa, privo d'acqua, in provincia di Enna, il 25 luglio 2024 (Sentinel 2 Copernicus)
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La siccità in Sicilia che va avanti da circa un anno è così grave che venerdì la Conferenza Stato-Regioni, quella in cui rappresentanti del governo e delle regioni si esprimono su materie di interesse condiviso, ha riconosciuto le «condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali» per tutta l’isola dal luglio dello scorso anno allo scorso maggio. Così le aziende agricole siciliane potranno continuare a ricevere forme di sostegno economico e a rinviare pagamenti e sanzioni previste dalle regole europee mentre cercano di far fronte alla carenza d’acqua. Manca solo la firma del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.

Per la Sicilia era già stato dichiarato lo stato di emergenza di rilievo nazionale, ma la Regione ha chiesto anche quest’altro intervento normativo per l’ulteriore riduzione delle risorse idriche nei laghi artificiali per cui non c’è acqua per l’irrigazione. È stato stimato che nel 2024 la produzione agricola e del settore dell’allevamento sarà almeno dimezzata rispetto all’anno scorso.

A causa della scarsità d’acqua, dovuta a un anno e mezzo di ridottissime precipitazioni, una grossa parte della popolazione siciliana, circa 2 dei 5 milioni di abitanti della regione, sta subendo razionamenti dell’acqua potabile. La situazione è particolarmente difficile nell’ovest e nel sud dell’isola, dove alcuni invasi artificiali sono quasi del tutto prosciugati. Complessivamente 6 bacini su 29 non hanno più acqua utilizzabile.

Ad Agrigento ad esempio l’acqua viene distribuita con le autobotti ogni 15 giorni. Proprio per cercare di rimediare alla situazione nella provincia, all’inizio del mese la Regione Sicilia aveva chiesto alla Marina militare una nave cisterna: la “Ticino” è arrivata giovedì a Licata, con 1.200 metri cubi d’acqua. Dovrebbe servire in particolare la zona di Gela.

A Caltanissetta, dove in alcune zone l’acqua manca da 46 giorni, il sindaco Walter Tesauro ha chiesto ai cittadini che hanno un pozzo di metterlo a disposizione di altre persone.

La situazione è un po’ meno grave a Palermo, dove comunque è stato approvato un piano per ridurre ancora la pressione dell’acqua dell’acquedotto per diminuire gli sprechi. È comunque possibile che dal 5 agosto saranno valutati anche razionamenti.

Della siccità in Sicilia si è occupata anche la stampa internazionale e in particolare il New York Times che in un articolo del 24 luglio parlava del timore che oltre a causare gravi perdite agricole la carenza d’acqua comprometta anche i ricavi del settore turistico. La rilevanza del quotidiano statunitense, che ha anche pubblicato una fotografia in cui si vedono un uomo anziano e un bambino della provincia di Agrigento intenti a riempire delle taniche con l’acqua di una fontana pubblica, ha spinto la ministra del Turismo Daniela Santanchè ad accusarlo di danneggiare ulteriormente la situazione siciliana.

L’assenza prolungata di pioggia in Sicilia è aggravata da storici problemi infrastrutturali: più del 50 per cento dell’acqua immessa nelle reti idriche della regione viene perso a causa della scarsa manutenzione. L’isola è tra le regioni con le perdite totali più alte, preceduta comunque da Basilicata, Molise, Abruzzo e Sardegna.