Cosa non torna nella storia dell’uomo tedesco condannato a morte in Bielorussia
Il regime di Lukashenko gli ha fatto dire in tv di essere una spia ucraina, ma le prove sono confuse: probabilmente punta a usarlo in uno scambio di prigionieri
Venerdì la televisione statale bielorussa, che è controllata dal regime di Alexander Lukashenko, ha diffuso un lungo video di Rico Krieger, il cittadino tedesco condannato a morte per sei reati, fra cui terrorismo e attività mercenaria. Il video ha un titolo sensazionalistico, in inglese a differenza di quasi tutti gli altri: “Confessioni di un terrorista tedesco”. Secondo i giornali internazionali quella “confessione” è stata estorta a Krieger e ci sono diverse cose che non tornano nella sua storia, a partire da quando è stato fatto uscire il video e dalle prove esibite a carico dell’uomo. È probabile che il governo bielorusso, molto legato al regime di Putin, punti a inserire il trentenne in uno scambio di prigionieri che coinvolga anche la Russia.
Il video trasmesso da ATN è montato in modo articolato: presenta diversi ed evidenti tagli. Si vede Krieger all’interno di una cella, l’uomo si rivolge al cancelliere tedesco Olaf Scholz e gli chiede di fare qualcosa per la sua liberazione. La “confessione” consiste nell’ammettere di aver messo una bomba nei pressi della ferrovia a Azyaryshcha, a est della capitale Minsk, per conto dell’SBU, cioè i servizi segreti ucraini. In quella zona lo scorso autunno c’è stata un’esplosione che non ha causato vittime.
BBC News ha segnalato una serie di incongruenze nelle ricostruzioni dei media bielorussi. Il comando del Reggimento Kalinoŭski, un gruppo di cittadini bielorussi che combattono come volontari contro l’esercito russo in Ucraina, ha negato che Krieger fosse uno dei loro uomini, come sostenuto invece dalla tv bielorussa. Nel video Krieger dice poi di essere stato convinto dal salario offerto dal Reggimento, ma la cifra di cui parla – attorno ai duemila euro al mese – è inferiore al suo stipendio in Germania.
Nei suoi post su LinkedIn, Krieger si esprimeva in buon inglese e, prima di diventare un autista di ambulanze per la Croce Rossa, aveva lavorato come addetto alla sicurezza per l’ambasciata americana di Berlino. Però le email mostrate dalla tv bielorussa e che costituirebbero una prova della sua colpevolezza sono scritte in un inglese stentato. Una foto, presa dallo stesso social, è stata ritoccata per aggiungere una bandiera ucraina sullo sfondo. Il video contiene anche numerose riprese di telecamere di sicurezza, piuttosto generiche, che mostrano Krieger all’aeroporto e alla stazione di Minsk, ma non i fatti di cui è accusato.
C’è poi il tempismo dell’uscita della storia. Krieger, sempre secondo il tribunale bielorusso che l’ha condannato, sarebbe arrivato in Bielorussia a ottobre dell’anno scorso, in aereo, portando con sé più di un telefonino e un drone. È strano però che uno straniero possa riuscire a introdurre un drone nel paese, visto che è vietato. Il processo a suo carico si è concluso a giugno con una condanna a morte per fucilazione. I media statali non ne hanno dato notizia per settimane, mentre gli hanno dato grande risalto negli ultimi giorni.
La cosa, ha notato BBC News, ha coinciso con la condanna in Russia del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, a 16 anni di carcere. I media tedeschi ritengono che Krieger possa essere stato attirato in una trappola e che il governo di Lukashenko voglia usarlo in uno scambio di prigionieri. Il presidente russo Vladimir Putin in passato ha lasciato intendere che libererebbe Gershkovich, che si trova in carcere da marzo dell’anno scorso, in cambio di Vadim Krassikov, un assassino che sta scontando l’ergastolo in Germania per l’omicidio dell’ex comandante dei separatisti ceceni.
Riepilogando le accuse a Krieger e le possibili ipotesi sul caso, la Frankfurter Allgemeine ha scritto: «Niente di tutto ciò può essere completamente escluso. L’unica cosa certa è che la condanna a morte del tedesco sarebbe una palese ingiustizia anche se avesse commesso i crimini di cui è accusato». La Bielorussia è infatti l’unico paese europeo (in senso geografico) dove è ancora prevista la pena di morte: più di 300 persone sono state uccise così dal 1991 a oggi. La condanna di Krieger non è ancora stata eseguita ma nel video, forse anche per accrescere la pressione diplomatica, si dice che potrebbe avvenire in tempi brevi.
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