L’Unione Europea ha dato all’Ucraina i primi fondi derivanti dai beni russi immobilizzati

Un soldato ucraino durante un'esercitazione (AP Photo/Andrii Marienko)
Un soldato ucraino durante un'esercitazione (AP Photo/Andrii Marienko)

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha detto che venerdì sono stati trasferiti all’Ucraina i primi fondi garantiti dagli interessi sui beni russi immobilizzati nell’Unione Europea a causa delle sanzioni contro il governo di Vladimir Putin. I fondi saranno in gran parte incanalati nello Strumento europeo per la pace, un fondo dell’Unione che consente di finanziare spese militari o della difesa anche di altri paesi, e da lì consegnati all’Ucraina.

I fondi fanno parte di un prestito deciso durante la riunione del G7, il gruppo dei capi di Stato e di governo delle sette più influenti democrazie del mondo, che si è tenuta in Puglia a giugno. La restituzione dovrà avvenire nel corso di dieci o dodici anni, e nel caso in cui l’Ucraina non ripagasse il prestito i paesi finanziatori potranno rivalersi proprio sugli interessi generati dai beni russi.

A partire dall’imposizione delle prime sanzioni europee contro la Russia sono stati immobilizzati 210 miliardi di euro della Banca centrale russa (soldi che la Banca aveva in deposito in istituti di credito europei) e circa 25 miliardi di fondi privati di oligarchi, imprenditori e funzionari statali legati al presidente russo Vladimir Putin. Questo denaro non può essere usato né dai proprietari né dalle istituzioni europee, ma continua a generare interessi, che si stima valgano in tutto 3 miliardi di euro l’anno.

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