Il deciso discorso di Kamala Harris per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza

Lo ha pronunciato dopo aver visto a Washington il primo ministro israeliano Netanyahu, in quello che è stato di fatto il suo primo intervento in politica estera da candidata

L'incontro tra la vicepresidente americana Kamala Harris e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu
L'incontro tra la vicepresidente americana Kamala Harris e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (AP Photo/Julia Nikhinson)

Giovedì sera la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha parlato davanti ai giornalisti della necessità di raggiungere rapidamente un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di porre fine alle sofferenze della popolazione palestinese, in quello che di fatto è stato il suo primo intervento sulla politica estera da candidata in pectore del Partito Democratico alle elezioni di novembre.

Harris ha pronunciato il suo breve discorso, durato poco più di cinque minuti, dopo aver incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che si trova a Washington per una visita ufficiale. Netanyahu ha incontrato dapprima il presidente Joe Biden e poi, separatamente, Harris. Ma è stata Harris e non Biden a rivolgersi ai giornalisti alla fine degli incontri, segno che la Casa Bianca sta affidando a Harris un ruolo più pubblico e più centrale per sostenere la sua candidatura.

Nei contenuti, il discorso di Harris non si è discostato più di tanto dalle politiche già sostenute da Joe Biden. Harris ha difeso il diritto di Israele di esistere e di difendersi e ha reiterato il sostegno degli Stati Uniti. Ha anche sottolineato il suo rapporto personale con il paese, raccontando brevemente come da bambina raccogliesse donazioni per piantare alberi in Israele. Ha condannato duramente la «brutale organizzazione terroristica Hamas» e ha sostenuto la necessità di portare avanti il piano di cessate il fuoco del presidente Biden, che prevede un’interruzione dei combattimenti di sei settimane, nuovi aiuti umanitari e negoziati, tra le altre cose. Il piano è stato presentato mesi fa ed è da allora al centro di negoziati che però finora non hanno portato a grossi risultati.

Ma se i contenuti sono stati di fatto gli stessi proposti dall’amministrazione Biden, il discorso di Kamala Harris ha mostrato qualche differenza, sebbene ridotta, quanto meno nei toni e nelle sfumature. Quando ha parlato della difesa di Israele, per esempio, ha detto: «Israele ha il diritto di difendersi. Ma è importante il modo in cui lo fa».

Ha poi insistito sulla necessità di porre fine alle sofferenze della popolazione civile palestinese, dicendo:

«Quello che è successo a Gaza negli ultimi nove mesi è devastante. Le immagini di bambini morti e di persone disperate e affamate che fuggono per cercare riparo, a volte sfollate per la seconda, terza o quarta volta. Non possiamo girarci dall’altra parte davanti a queste tragedie. Non possiamo permetterci di diventare insensibili davanti alla sofferenza e io non starò in silenzio».

Harris ha poi chiesto la fine dei combattimenti:

«Come ho appena detto al primo ministro Netanyahu, è ora di fare questo accordo. E dico a tutti coloro che hanno chiesto un cessate il fuoco e a tutti coloro che desiderano la pace: vi vedo e vi sento».

Questa non è la prima volta che l’amministrazione Biden condanna la catastrofe umanitaria della popolazione palestinese e invoca con toni forti un cessate il fuoco. Biden stesso, in più di un’occasione, ha parlato delle «terribili sofferenze» che stanno affrontando i palestinesi, ha detto che Israele non sta facendo abbastanza per proteggere i civili e ha ovviamente sostenuto con forza il suo piano per il cessate il fuoco.

Ma il discorso di Harris è stato interpretato come più deciso nei confronti di Israele e più empatico nei confronti delle sofferenze dei palestinesi. Questa è peraltro la posizione che Kamala Harris ha tenuto in questi mesi di guerra a Gaza in cui, pur non avendo un ruolo attivo nei negoziati e nei rapporti bilaterali, in più di un’occasione ha mantenuto atteggiamenti più critici nei confronti di Israele rispetto a quelli ufficiali della Casa Bianca. Ha parlato molto spesso della «catastrofe umanitaria» in corso a Gaza, e a volte ha insistito con i suoi collaboratori per inserire riferimenti a Gaza nei suoi discorsi.

Negli ambienti della politica estera americana Harris è da tempo percepita come più vicina alla causa palestinese di Biden, pur mantenendo posizioni politiche moderate, e questo suo primo discorso è sembrato confermarlo. Non è chiaro tuttavia se e quanto la sua posizione si discosti davvero da quella di Biden, e cosa potrebbe cambiare nel caso in cui fosse eletta presidente.