È la fine di Reconquête!?
Il partito di estrema destra guidato da Éric Zemmour, che fino a due anni fa era al centro della discussione politica francese, ha perso il 90% dei suoi elettori e buona parte del suo slancio
Nel 2022 il partito francese di estrema destra Reconquête!, guidato dal popolarissimo conduttore televisivo Éric Zemmour, aveva 2 milioni e mezzo di elettori, centomila iscritti e diversi obiettivi ambiziosi davanti a sé. Nonostante non avesse eletto nemmeno un deputato alle legislative di quell’anno, il partito sembrava essere diventato centrale nella politica francese e Zemmour era talmente presente sui social, in tv e sui media in generale che si parlava di “zemmourizzazione” del dibattito politico. Oggi, a soli tre anni di vita, Reconquête! ha perso il 90 per cento dei suoi elettori, la dirigenza è nel caos e il partito è rimasto con una sola persona eletta: Sarah Knafo (al Parlamento Europeo).
A questo tracollo hanno contribuito diversi fattori, ma sono state determinanti le elezioni europee del 9 giugno e le legislative anticipate convocate subito dopo dal presidente Emmanuel Macron.
Reconquête! fu fondato nel 2021 da Éric Zemmour per sostenere la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2022. In pochissimo tempo, e ancor prima di candidarsi ufficialmente, Zemmour era riuscito a farsi includere nei sondaggi e a passare dal 7 al 17-18 per cento, dietro a Emmanuel Macron e davanti a Marine Le Pen, che aveva avuto per decenni e fino a quel momento il monopolio del campo nazionalista.
Gran parte del rapido successo di Zemmour era dovuto alla radicalità delle sue posizioni e al fatto che dal 2017 Marine Le Pen e il Rassemblement National avevano cercato di dare un’immagine di loro più moderata e rassicurante, avviando una strategia di normalizzazione che permettesse di espandere la base elettorale e di affermarsi come soggetti credibili al governo del paese. Zemmour si era inserito in questo processo di trasformazione e aveva raccolto l’eredità originaria del partito di Le Pen, così come quella di molti suoi elettori storici.
Al primo turno delle presidenziali del 2022 Zemmour, che durante la campagna elettorale aveva però commesso una serie di errori piuttosto grossolani, era arrivato quarto con poco più del 7 per cento. Alle successive elezioni legislative del giugno 2022 il suo partito aveva ottenuto poco più del 4 per cento, non eleggendo alcun deputato. Nel frattempo Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen e ex deputata del Front National (come si chiamava al tempo il Rassemblement National), aveva cominciato a prendere le distanze dalla zia difendendo posizioni molto più conservatrici e estreme delle sue. Nell’aprile del 2022 era stata nominata vicepresidente di Reconquête!.
Alle elezioni europee dello scorso giugno Maréchal era stata scelta come capolista e Reconquête! aveva superato di poco la soglia di sbarramento del 5 per cento, riuscendo a eleggere 5 eurodeputati.
Subito dopo la convocazione delle legislative anticipate, come conseguenza dei risultati delle europee vinte dal Rassemblement National (RN), Maréchal si era immediatamente pronunciata a favore di una vasta alleanza delle destre, facendo appello sia a RN che a Eric Ciotti dei Repubblicani che, prendendo le distanze dal suo partito e mantenendone comunque la presidenza, si era alleato con Le Pen. C’erano stati dunque dei colloqui tra Le Pen e Marion Maréchal, ostacolati però da Zemmour, contrario a ogni apparentamento con Le Pen.
Per qualche ora un accordo era stato ritenuto probabile, dopodiché la stessa Maréchal aveva fatto sapere che RN aveva cambiato idea, decidendo di non procedere con l’alleanza. Maréchal aveva comunque detto pubblicamente che alle legislative avrebbe sostenuto l’alleanza tra RN e Ciotti e per questo era stata espulsa da Reconquête!.
Reconquête! si era presentato da solo alle legislative in 330 circoscrizioni contro le 553 del 2022. Questa decisione aveva creato divisioni interne e defezioni ed era stata criticata da molti altri dirigenti, oltre che da Maréchal. Alla fine Reconquête! aveva ottenuto meno dell’1 per cento e nessun seggio all’Assemblea Nazionale perdendo, tra l’altro, 1,35 milioni di euro di finanziamenti annuali e decidendo di espellere altri tre dei nuovi eurodeputati: Guillaume Peltier, Nicolas Bay (tra l’altro vicepresidenti del partito) e Laurence Trochu.
In Europa Maréchal e i tre espulsi eletti con Reconquête! sono stati accolti dentro ECR, il gruppo dei partiti sovranisti dei Conservatori e riformisti europei di cui Giorgia Meloni è presidente, mentre Sarah Knafo, la quinta eletta rimasta fedele a Zemmour, è entrata a far parte ed è vicepresidente del gruppo Europe of Sovereign Nations (Europa delle nazioni sovrane, indicato con la sigla ESN), dominato dal partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland, ex alleato di RN.
Nel direttivo di Reconquête! sono ora rimasti Éric Zemmour, Sarah Knafo e Stanislas Rigault, presidente del movimento giovanile del partito. Le Monde ha raccontato però che il direttivo non si riunisce da settimane, che diversi funzionari dipartimentali e regionali che aderivano a Reconquête! se ne sono andati e che Marion Maréchal ne rivendica il sostegno di altre decine.
L’unica ad avere commentato la situazione negli ultimi giorni è stata Sarah Knafo: «Abbiamo attraversato una tempesta enorme, ma non siamo morti. Rimaniamo una bussola ideologica e cercheremo ora di creare un’alternativa a ciò che non funziona». Ufficialmente è ancora valida l’idea di sostenere una nuova candidatura di Éric Zemmour alle presidenziali del 2027, anche se molti nell’estrema destra sospettano che Sarah Knafo coltivi per sé questa ambizione.
Il nuovo contesto politico, comunque, non è complicato solo per quel che di Reconquête! è rimasto, ma anche per Maréchal: «A 34 anni, si prepara a ricominciare – di nuovo – una nuova vita», ha scritto Le Monde. Al Parlamento Europeo siederà nella commissione Esteri con Jordan Bardella, giovane presidente di RN che ha rifiutato di allearsi con lei in vista delle legislative.
Oscurata dunque da Eric Ciotti nel ruolo di grande alleata di RN, Maréchal appare piuttosto isolata. Da una parte vorrebbe ricostituire un movimento di estrema destra che sposti su RN l’elettorato di Zemmour, e alcune persone a lei vicine hanno detto che le linee politiche di tale formazione saranno conservatorismo sociale, liberalismo economico e identitarismo. Dall’altra Reconquête! ha messo in campo un’operazione per screditarla di fronte ai propri sostenitori pubblicando e inviando via mail agli iscritti un dossier di 58 pagine intitolato La Vérité sur l’affaire Marion Maréchal in cui Diane Ouvry, portavoce del partito, racconta il «tradimento» della loro capolista alle europee accusandola di aver lavorato segretamente, per tutto questo tempo, per conto di RN.