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  • Giovedì 25 luglio 2024

I passaporti più potenti del mondo nel 2024

Ossia quelli che permettono di visitare più paesi senza bisogno del visto: Singapore è di nuovo primo in classifica, mentre l'Italia è al secondo posto

(AP Photo/Kim Raff)
(AP Photo/Kim Raff)

Anche nel 2024 la società di consulenza britannica Henley & Partners ha pubblicato la sua annuale classifica dei passaporti più potenti del mondo, cioè quelli che permettono di visitare più paesi senza bisogno del visto oppure compilando il modulo per il visto direttamente al momento dell’ingresso.

Dal 2006 il “Passport Index” di Henley & Partners, società che si occupa di servizi legati alle politiche di residenza e cittadinanza, valuta ogni anno i passaporti di 199 paesi e li mette in relazione a 227 possibili destinazioni in tutto il mondo. Esistono altre classifiche di questo tipo, ma questa è l’unica a utilizzare i dati del database dell’Associazione internazionale del trasporto aereo (IATA), che confronta con ricerche incrociate per capire se un passaporto permette di viaggiare in un altro paese senza visto oppure con visto all’ingresso, o diversamente se richiede un visto obbligatorio prima della partenza.

Secondo questa classifica, nel 2024 il passaporto più potente è di nuovo quello di Singapore, che permette l’accesso senza visto a 195 paesi, un numero record da quando Henley & Partners raccoglie i dati. Molti degli altri passaporti che occupano le prime posizioni in classifica sono di paesi europei, con le eccezioni (fra i primi venti) di Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia. Il passaporto italiano permette l’accesso senza visto a 192 paesi ed è al secondo posto insieme a quelli di Francia, Germania, Giappone e Spagna. A 191 ci sono sette stati: Austria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Corea del Sud e Svezia.

La classifica è basata sul numero totale di paesi in cui si ha accesso senza visto o con un visto all’ingresso, ma i paesi specifici possono variare. Prendiamo ad esempio Italia e Giappone: il primo passaporto permette ad esempio l’ingresso senza visto in Burkina Faso, Cina e Gambia (serve invece un visto per i giapponesi), il secondo in Azerbaigian, India e Papua Nuova Guinea (gli italiani hanno bisogno del visto).

Stati Uniti e Regno Unito, che dieci anni fa avevano i passaporti più potenti, ora sono rispettivamente al quarto e all’ottavo posto (190 e 186 paesi), mentre continua a salire in classifica il passaporto degli Emirati Arabi Uniti, che ora consente l’accesso a 185 paesi: erano appena 33 nel 2006, quando fu pubblicata la prima edizione. Alcuni passaporti hanno invece perso potere nell’ultimo decennio, tra cui quello del Venezuela, i cui cittadini possono entrare senza visto in 124 paesi: una costante riduzione dovuta anche all’enorme emigrazione dal paese, in seguito alla profonda crisi economica. Nello stesso periodo Cina e Ucraina hanno migliorato molto la propria posizione.

Anche nel 2024 rimane in fondo alla classifica il passaporto dell’Afghanistan, che permette l’accesso senza visto in soli 26 paesi (per lo più dell’Africa subsahariana e di piccoli stati oceanici): il dato più basso da quando viene redatta la classifica. Il passaporto siriano ha accesso a 28 paesi, quello iracheno a 31, sono sotto i 40 anche Yemen, Pakistan, Somalia, Nepal e Libia, mentre Palestina e Bangladesh arrivano a 40 e la Corea del Nord a 41.

Christian Kaelin, presidente di Henley & Partners e inventore della classifica, dice che dal 2006 sono mediamente aumentate le destinazioni disponibili senza visti (da 58 a 111), ma anche le distanze fra passaporti più potenti e più deboli. A corredo di questa classifica viene redatta anche quella della «Openness», cioè dell’accessibilità dei vari paesi: 13 stati prevedono ingressi senza visti o con visto all’arrivo per tutte le altre nazioni del mondo: sono Burundi, Capo Verde, Isole Comore, Gibuti, Guinea-Bissau, Kenya, Maldive, Micronesia, Mozambico, Ruanda, Samoa, Timor Est e Tuvalu. Gli Stati Uniti e il Giappone sono nella parte bassa della classifica, così come la maggior parte dei paesi europei.