Le malattie nella Striscia di Gaza
Sono tante e tra queste c’è anche la poliomielite, che era stata eradicata in buona parte del mondo compresa Gaza
Dopo più di nove mesi di bombardamenti che hanno spinto la popolazione civile a spostarsi in continuazione, consumare pasti di fortuna e bere acqua non potabile, oggi nella Striscia di Gaza le condizioni di vita sono disastrose e si stanno diffondendo malattie molto pericolose. Tra queste c’è anche la poliomielite, una malattia infettiva molto grave che è stata eradicata in buona parte del mondo, ma che ha condizionato l’esistenza dell’umanità per millenni con grandi epidemie che hanno colpito soprattutto i bambini.
La quasi totalità dei 2,2 milioni di abitanti della Striscia oggi ha lasciato la propria casa e vive in campi profughi molto affollati, in condizioni igieniche disastrose e pericolose o in rifugi improvvisati. A Gaza non c’è l’acqua corrente, non esiste un sistema di trattamento delle acque reflue né di gestione dei rifiuti, ed è molto difficile trovare il sapone o qualsiasi altro detergente per lavarsi o lavare oggetti e vestiti.
Con l’arrivo dell’estate e l’aumento delle temperature, le condizioni sanitarie in alcuni dei più grandi campi di sfollati sono peggiorate ulteriormente: è difficile dormire sia per l’odore nauseante dei rifiuti in decomposizione e delle feci, sia per la presenza di una grande quantità di insetti, come scarafaggi e mosche, e di piccoli roditori che infestano le tende sempre più calde.
Il fatto che a Gaza manchi il cibo, e che quello che c’è sia diventato estremamente costoso, non aiuta a contenere la diffusione delle malattie: alle persone capita di camminare per ore in cerca di avanzi nei bidoni della spazzatura, di mangiare cibo andato a male o bollire l’erba di campo, di preparare piccoli pasti con il mangime per gli animali. Anche quando arrivano gli aiuti umanitari, il cibo è vecchio e comunque insufficiente a sfamare le persone.
Il 19 luglio scorso Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), aveva detto che a Khan Yunis e Deir al Balah, due città nel Sud della Striscia, era stato trovato anche il virus della poliomielite. La polio colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni e può provocare forme permanenti di paralisi e nei casi peggiori anche la morte. Lo stesso aveva detto il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, e quello del governo israeliano.
Dal momento che il virus della polio sopravvive soltanto all’interno di un organismo umano, il suo ritrovamento nei campioni ambientali analizzati dall’OMS indica che ci sono persone all’interno della Striscia che lo hanno contratto. Tuttavia al momento non sono stati rilevati casi sintomatici. OMS e Unicef hanno detto che saranno giovedì nella Striscia di Gaza per raccogliere campioni anche tra la popolazione. Anche a causa del rischio concreto di diffusione della polio, oggi la Striscia di Gaza «è certamente il posto più pericoloso per essere un bambino» ha detto al Guardian Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef.
Grazie a una campagna globale di vaccinazioni avviata nel 1988 e durata oltre trent’anni, oggi la polio si considera eradicata in buona parte del mondo in quanto i casi si sono ridotti del 99 per cento. Il virus della polio ha tre varianti: due di queste sono state eradicate rispettivamente nel 1999 e nel 2000, mentre l’ultima resta endemica in Pakistan e Afghanistan. Una delle varianti del virus è derivata proprio dal vaccino, e provoca epidemie comunque pericolose, ma limitate e più facilmente contenibili. Quella che è stata ritrovata a Gaza è la numero due.
Così come in buona parte del mondo, anche nella Striscia di Gaza quello della polio era considerato un problema risolto. Come ha scritto Ghebreyesus «prima del conflitto il tasso di vaccinazione tra la popolazione era ottimale», ma la distruzione del servizio sanitario, i continui spostamenti, la mancanza di medicinali, la carenza di acqua pulita e potabile stanno creando «l’ambiente perfetto per la diffusione del virus». La presenza del virus della polio a Gaza non è un problema soltanto per i suoi abitanti, ma per tutta la regione perché «potrebbe diffondersi anche a livello internazionale» ha detto ai giornalisti Ayadil Saparbekov, il direttore delle emergenze sanitarie dell’OMS a Gaza e in Cisgiordania.
In seguito alla diffusione della notizia della presenza del virus della polio nella Striscia, l’esercito israeliano ha detto che inizierà una campagna di vaccinazioni tra i soldati mandati a combattere lì.
Secondo l’OMS oggi nella Striscia di Gaza circa un milione di persone ha contratto malattie respiratorie, mezzo milione ha la dissenteria, 100mila i pidocchi e la scabbia, una malattia della pelle causata da un piccolo parassita che provoca un prurito intenso.
Sempre secondo l’OMS, 100mila persone hanno l’ittero: la pelle, la sclera (cioè la parte bianca dell’occhio) e le mucose visibili hanno assunto una colorazione giallastra. È molto probabile che la causa sia la diffusione dell’epatite A, un’infezione del fegato causata da un virus che si può contrarre ingerendo acqua o cibo contaminati, ma anche stando a stretto contatto con un’altra persona infetta. L’epatite A, oltre all’ittero, causa affaticamento, nausea, vomito, perdita di appetito, dolori addominali e muscolari e febbre. La maggior parte delle persone sopravvive dopo una convalescenza di qualche settimana o mese, ma in alcuni casi può portare alla morte.
Dall’inizio della guerra, poi, gli esperti hanno sottolineato il rischio di diffusione di epidemie di colera, un’infezione dell’intestino molto grave, che può portare alla morte di un grande numero di persone anche nel giro di ore. È una malattia molto diffusa nelle aree povere del mondo o di conflitto, in cui manca l’accesso all’acqua pulita e le condizioni igieniche di base. Per ora questi timori non si sono concretizzati, o comunque non sono stati riscontrati casi di colera.
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