È morto il giornalista Lewis H. Lapham, a lungo direttore della rivista di attualità e cultura “Harper’s Magazine”
È morto a 89 anni lo scrittore e giornalista statunitense Lewis H. Lapham, che dal 1976 al 1981 e dal 1983 al 2006 fu direttore dello storico mensile newyorkese di attualità e cultura Harper’s Magazine, noto per aver pubblicato grandi scrittori come Charles Dickens, Herman Melville e le sorelle Brontë, ma anche reportage che sono nella storia del giornalismo. Lapham è morto martedì a Roma, dove viveva con la moglie e altri familiari dallo scorso gennaio. La sua morte è stata annunciata dai figli: aveva 89 anni.
Lapham nacque l’8 gennaio del 1935 a San Francisco da una famiglia facoltosa: un suo bisnonno era tra i fondatori della multinazionale petrolifera Texaco. Studiò all’Università di Yale e a quella di Cambridge, nel Regno Unito, e prima di arrivare ad Harper’s Magazine lavorò al San Francisco Examiner e al New York Herald Tribune. Era noto e stimato in particolare per i suoi commenti sulla società degli Stati Uniti, che criticava in saggi, articoli e rubriche mensili dedicate a questioni come la corruzione del mondo politico o l’ossessione per i soldi e il potere. Su Harper’s Magazine si occupò di temi di cultura, politica e di interesse pubblico, come il diritto all’aborto, la crisi climatica e la cosiddetta “cancel culture”, generalmente in ottica progressista.
Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta condusse due programmi di storia e attualità in tv, mentre nel 2006, dopo aver lasciato la rivista, fondò il Lapham’s Quarterly, un mensile che sfrutta la storia e la letteratura per analizzare in ogni numero un tema ampio e attuale, come la guerra, il crimine o il denaro. Nel tempo pubblicò una quindicina di libri, tra cui raccolte di saggi e articoli, e scrisse tra gli altri per Vanity Fair, Fortune, Life e Forbes, ottenendo vari riconoscimenti. Il suo ultimo libro si intitola Age of Folly (età della follia) e racconta come l’elezione del presidente Repubblicano Donald Trump nel 2016 sia stata a suo dire il culmine di decenni di declino della democrazia statunitense.
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