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  • Mercoledì 24 luglio 2024

Una delle poche spiagge italiane dove ombrelloni e sdraio sono gratis

È “La Rossa” all’isola d’Elba: viene gestita dal comune di Porto Azzurro che ha deciso di tenerla davvero pubblica

La spiaggia della Rossa a Porto Azzurro, all'isola d'Elba
La spiaggia della Rossa a Porto Azzurro, all'isola d'Elba (Google Street View)
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Sulla spiaggia della Rossa ogni tanto qualcuno cerca con insistenza il personale a cui pagare l’ombrellone e i lettini, senza sapere che sono lì gratis per chiunque e per tutto il giorno. La Rossa è l’unica spiaggia davvero pubblica dell’isola d’Elba, una delle poche in Italia gestite direttamente da un comune, in questo caso quello di Porto Azzurro: otto anni fa decise di farsi carico della concessione demaniale, ma senza lucrare sui servizi come accade da decenni nelle altre spiagge italiane. «Certo che si può fare», dice il sindaco Maurizio Papi. «Da anni speriamo che ci imitino altri comuni, non solo all’Elba».

Il comune di Porto Azzurro lo può fare perché la Rossa non è una spiaggia ambita dagli stabilimenti balneari privati, diciamo. Non si può dire infatti che sia la più bella dell’isola, trovandosi a ridosso di uno degli incroci più trafficati di Porto Azzurro, ed essendo compresa nell’area del porto dove non si potrebbe fare il bagno. C’è pure un cartello di divieto, ma il sindaco Maurizio Papi dice – sottovoce – che sono state messe delle boe a quattro metri dalla battigia: entro quel limite se qualcuno vuole rinfrescarsi non viene punito. L’acqua è limpida e sicura, almeno così dicono i controlli effettuati ogni anno.

Papi è lo storico medico del paese, eletto sindaco per la prima volta nel 1985 e ora al sesto mandato. Racconta che una delle lamentele più diffuse tra gli abitanti, soprattutto i più anziani, era la mancanza di un luogo di ritrovo dove scambiare quattro chiacchiere. Una decina d’anni fa si pensò quindi di mettere a disposizione la spiaggia della Rossa. Fu una sorta di esperimento.

Se fosse stata una piazza il comune avrebbe comprato panchine e tavoli, in questo caso comprò una cinquantina di ombrelloni e un centinaio di sdraio. Chiunque arriva alla spiaggia, che sia un residente o un turista, può utilizzarli senza pagare nulla. «Ha avuto molto successo fin da subito, d’altronde nel resto d’Italia questi servizi si pagano eccome, e molto profumatamente», continua Papi. «Noi lo facciamo un po’ per dare il benvenuto a chi arriva a Porto Azzurro e un po’ per i nostri anziani che non riescono a spostarsi in altre spiagge dell’Elba».

I costi per il comune sono contenuti. Sdraio e ombrelloni vengono aperti e chiusi ogni giorno da un volontario che si occupa anche di tenere la spiaggia pulita. Inoltre anche qui, come un po’ ovunque in Italia, la concessione demaniale ha un costo irrisorio, poco più di 300 euro all’anno. A differenza delle altre spiagge, dove c’è evidente squilibrio tra quanto incassa lo Stato dalle concessioni (poco) e i prezzi imposti dagli imprenditori balneari (alti, in alcuni casi altissimi), il comune di Porto Azzurro ha deciso di mantenere la Rossa davvero pubblica.

I costi bassi hanno permesso al comune di fare investimenti per rendere la spiaggia più accogliente. Quest’anno, per esempio, la concessione è stata ampliata assorbendo la parte che finora era stata gestita dal circolo nautico del paese. Alla fine della primavera viene finanziato il cosiddetto “ripascimento”, che consiste nel rifornire la spiaggia di grandi quantità di sabbia per limitare i danni dell’erosione. Il ripascimento spetta al comune in qualsiasi caso, anche nelle spiagge date in concessione ai privati. «L’anno prossimo metteremo le docce, ovviamente gratuite», promette il sindaco.

Nel 2021 c’era stato tutto un caso intorno al ripascimento della Rossa. L’associazione ambientalista Legambiente accusò il comune di aver trasformato la Rossa in una spiaggia bianca perché negli anni precedenti il ripascimento era stato fatto con sabbia comprata da Stintino, località della Sardegna nota per le sue spiagge bianchissime.

Papi spiegò che era stata scelta la sabbia della Sardegna perché all’Elba non c’erano posti da cui prenderla senza fare danni. Inoltre in quell’occasione il sindaco dimostrò di saper affrontare le polemiche con un pizzico di fantasia, cosa ormai nota in paese. Si giustificò dicendo che la storia del nome La Rossa non era del tutto corretta, anzi che la spiaggia si chiamava così non per il colore della sabbia, ma perché sul finire dell’Ottocento lì accanto abitava una donna bellissima dai capelli rossi. Non si è mai capito se l’aneddoto fosse vero oppure no, e anche ora il sindaco si limita ad abbozzare con una risata.

L’unico vero problema della Rossa, sostiene Papi con un po’ di sconforto, è gestire la maleducazione delle persone. Nonostante le regole siano chiare, molte hanno l’abitudine di andare a pranzo lasciando indumenti e teli sulle sdraio per tenere i posti occupati. Il regolamento prevede invece che se ci si assenta per più di 30 minuti bisogna lasciare il posto. Ogni tanto l’agente della polizia locale passa e dà un’occhiata per far rispettare questo principio.

All’estero le spiagge con sdraio, ombrelloni e docce gratuite non sono rare come in Italia. Lo scorso agosto ebbe una certa risonanza mediatica una foto postata dal geologo e presentatore televisivo Mario Tozzi da una spiaggia in Grecia. «Qui è dove, invece, ombrellone e lettini sono a gratis [sic]. Domando al chiosco là sopra se si deve consumare per forza, rispondono che no, solo se si vuole», scrisse Tozzi. «Non viene il sano desiderio di mandare a quel paese qualcuno dei nostri bravi balneari?»

In Italia, invece, questi servizi sono gratuiti nei pochissimi posti dove gli imprenditori balneari pensano che non si possano fare soldi. Oltre alla Rossa, un altro caso abbastanza recente è la riapertura della spiaggia comunale di Bagnoli, a Napoli. Lo scorso anno il comune ha finanziato la riqualificazione di 7.500 metri di spiaggia, un tratto di costa che era abbandonato da anni. Sono state realizzate docce e servizi igienici, oltre a un campo di beach volley. Ombrelloni e sdraio sono state donate dal regista Paolo Sorrentino.

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